La stagione estiva ormai è pronta a partire in modalità «post COVID19», dunque con distanziamenti anche in spiaggia, senza soste sulla battigia e con la mascherina (non quando si fa il bagno!). Ma anche con i “dissuasori umani», almeno in alcune zone della Liguria, dove a vigilare che non si formino assembramenti nei pressi degli ombrelloni o degli asciugamani sulle spiagge libere arrivano i “buttafuori” da spiaggia. È il caso di Sori, in provincia di Genova.
I “buttafuori da spiaggia“
Il problema si è posto fin da subito, da quando cioè le linee guida per la gestione delle spiagge sono state rese note. Occorre garantire un distanziamento previsto dai protocolli messi a punto dal Comitato tecnico scientifico e Inail che, nel caso delle spiagge, è di 5 metri tra le file e 4,5 tra ombrelloni della stessa fila. In pratica circa 20 metri quadrati per ogni area ombrellone, in alcuni casi derogati. Ma se all’interno degli stabilimenti balneari queste misure possono essere rispettate (seppure con diverse deroghe), più complicato è vigilare in modo da evitare assembramenti nelle spiagge libere, di proprietà del demanio, e persino sugli scogli.
Va prenotato anche lo scoglio
A Lerici, nel Golfo dei Poeti in provincia di La Spezia, ha fatto inizialmente discutere la delimitazione con paletti e cime anche dello spazio sugli scogli, che vanno “prenotati” anche dai residenti, che tradizionalmente – specie i ragazzi – preferiscono evitare le poche spiagge di sabbia in quanto affollate dai turisti. Come spiegato dal Comune sul proprio sito, in attesa dell’attivazione a giorni di un’apposita App per riservarsi un posto in riva al mare, sono attivi due turni (8.30-13.30 e 14-19). La prenotazione, dunque, è obbligatoria anche per gli scogli e non solo per l’arenile delle spiagge libere attrezzate e demaniali, contattando preventivamente i gestori o i numeri indicati dall’Amministrazione. «Ci sono arrivate già diverse richieste di prenotazione, anche se in questa prima fase sperimentale, e in attesa della App, la suddivisione tra fascia mattutina e pomeridiana non è così rigida» spiegano dal numero di prenotazione apposito. «Chiediamo nome e cognome e assegniamo uno scoglio. Non uno in particolare, ovviamente: il Comune ha stabilito la capienza massima e si va ad esaurimento, quindi quando il bagnante arriva si può sistemare tra i posti liberi. All’accoglienza c’è uno dei nostri stewart, che presta servizio per conto del Comune. Non può fare multe: in caso di contestazioni o problemi di ordine pubblico, o se non fossero rispettate le distanze di sicurezza e i protocolli, chiamerà la polizia municipale o le forze dell’ordine come carabinieri e polizia» spiegano ancora dal call center della società di vigilanza che ha ottenuto l’incarico.
Spazi per i residenti e per i turisti
Per garantire l’accesso alle spiagge e alle scogliere a tutti, è stato riservato un certo numero di posti ai residenti e un altro ai turisti, tradizionalmente lombardi, emiliani e piemontesi, ma anche stranieri. «Abbiamo trovato una soluzione per poter aprire a tutti e siamo stati i primi a farlo, fin dal 29 maggio mentre le Cinque Terre e altre realtà vicine in alta Toscana sono ancora chiuse. I residenti potranno contare su alcune aree fruite tradizionalmente da chi vive qui tutto l’anno, compresi i proprietari di seconde case, equiparati ai residenti. Per i turisti e gli abitanti delle zone limitrofe c’è il servizio di prenotazione via App, disponibile a giorni: consente, anche a chi volesse fare una semplice gita domenicale partendo dalla Lombardia, di verificare se c’è posto in spiaggia, con la garanzia di poter evitare ressa o divieti. Infine, ai clienti degli hotel abbiamo riservato altre spiagge, in modo da far ripartire anche il turismo in un momento così delicato. Crediamo di poter essere d’esempio in Italia, partendo da una condizione svantaggiata, con spiagge di dimensioni ben più contenute rispetto a quelle romagnole» spiega Leonardo Paoletti, sindaco di Lerici.
I “dissuasori umani“ di Sori
Una scelta analoga a quella di Lerici è stata adottata da Sori, in provincia di Genova. Qui gli stewart sono stati chiamati “dissuasori umani”. Il reclutamento ha favorito, come nelle intenzioni del Sindaco, coloro che avessero una buona prestanza fisica e possibilmente esperienze in discoteche come buttafuori. Ingaggiati dall’Amministrazione, anche in questo caso non possono fare multe, ma solo occuparsi di gestire l’accesso agli arenili.
Il reclutamento dei volontari (che non piace alla Protezione civile)
Diversa la situazione in regioni come il Veneto, dove in località turistiche come Iesolo fin dai giorni scorsi era possibile sostare in spiaggia, fare il bagno e prendere il sole. In altre mete turistiche sul territorio nazionale, invece, si punta su “assistenti civici”: volontari di cui il Governo ha annunciato il reclutamento a breve (60mila), con il compito di gestire ad esempio la fruizione dei parchi gioco o delle piazze della movida. A gestire la selezione, dopo le proteste della Protezione Civile (che ha già i propri volontari in servizio permanente), sarà il ministero del Lavoro insieme a quello per i Rapporti con le Regioni, tramite apposito bando a cui possono accedere maggiorenni, «inoccupati, percettori di reddito di cittadinanza o di ammortizzatori sociali». Sono volontari e presteranno servizio a titolo gratuito, per un massimo di tre giorni a settimana e non oltre 16 ore a settimana, con turni indicati in base alle esigenze delle Amministrazioni comunali. Riconoscerli sarà facile, perché indosseranno un’apposita casacca con la scritta “assistente civico” e i loghi dell’Anci e del Comune in cui si trovano. Avranno copertura Inail e assicurativa verso terzi. Oltre a vigilare sul corretto uso di mascherine e sulle distanze di sicurezza, presidieranno piazze, luoghi pubblici, giardini e appunto spiagge, laddove le Amministrazioni non abbiano finanziato servizi ad hoc. Neppure per loro ci sarà la possibilità di multare perché, come spiegato dal presidente dell’Anci, De Caro, saranno soprattutto “distributori di buona educazione“, almeno fino al 31 luglio.