Il Sistema pubblico di identità digitale (Spid), entrato in vigore da tempo e che permette l’accesso a diversi servizi online (compresi i bonus) sembrava pronto ad essere sostituito. Lo stesso vale per la CIE, la Carta d’identità elettronica: entrambi dovrebbero confluire in un unico sistema, come anticipato dal governo Meloni. Invece il governo con un emendamento – che trova finanziamenti per 40 milioni — potrebbe ritardare, se non addirittura accantonare, il suo stop.

Spid: accordo trovato, il wallet slitta

Si era parlato della fine dello Spid perché ad aprile scadono le convenzioni con i gestori e si era, quindi, ipotizzato che potesse essere giunto il momento di lavorare a un sistema unico, unendolo alla Carta di identità elettronica (Cie): l’obiettivo potrebbe essere una sorta di carta d’identità digitale – IDNvalida in tutti gli stati membri, Italia compresa. Le aziende avevano chiesto allo Stato un sostegno di 50 milioni di euro, da dividere tra di loro. Per questo, in assenza di un accordo, il rischio era di uno stallo dei servizi. Ma l’approvazione di questo emendamento ha quindi prorogato per il momento il passaggio a un’unica identità digitale.

Arriva la carta d’identità europea o wallet al posto dello Spid

L’obiettivo è arrivare a creare un sistema europeo di identità digitale, basato su una app (chiamata wallet) che consenta di condividere tutte le informazioni necessarie tra i Paesi membri. «L’identità digitale a livello europeo sta per evolversi grazie alla revisione del Regolamento eIDAS, che promuove la creazione di un portafoglio digitale (digital wallet) simile all’Apple o Google wallet che siamo già abituati a utilizzare», spiega Giorgia Dragoni, Direttrice dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano. «All’interno del wallet i cittadini europei potranno trovare le informazioni che compongono la propria identità digitale, ma anche la versione dematerializzata dei documenti d’identità (per esempio la patente di guida, come sta già accadendo in alcuni stati americani), così come diverse attestazioni certificate e non-certificate. Stiamo parlando, per esempio, del certificato di laurea o della dichiarazione dei redditi», prosegue Dragoni.

Tutte le informazioni su una App

In concreto «Il wallet avrà la forma di una App e permetterà all’utente di avere il pieno controllo dei propri dati: si potrà infatti decidere quali informazioni condividere e con quali soggetti nel momento in cui si vuole accedere a un servizio. L’App dovrà inoltre garantire la sicurezza delle informazioni e chiarire quali dati sono condivisi e perché, così che gli utenti possano prendere decisioni consapevoli e informate su ciascuna interazione nel mondo digitale». Insomma, una vera e propria carta d’identità portatile, ma su formato digitale e a portata di mano sullo smartphone o su un altro device, che però permetta anche di accedere ad altri documenti o informazioni. «Si tratta di un passo avanti rispetto alle identità digitali nazionali a cui siamo abituati, come Spid e CIE, perché tutti i documenti contenuti nel wallet saranno validi in tutta Europa (e forse nel futuro anche in altri stati, grazie ad accordi ad hoc) e questo permetterà a tutti gli utenti di accedere a un ampio set di servizi a livello europeo, unificando ulteriormente il mercato», spiega ancora l’esperta dell’Osservatorio Innovazione del Politecnico di Milano.

Per cosa si userà il wallet europeo

«Tra gli esempi di utilizzo del wallet abbiamo l’iscrizione a un’università all’estero, per cui lo studente potrà condividere il proprio diploma e la certificazione di conoscenza della lingua inglese, oppure la richiesta di un prestito alla banca direttamente online, che avverrà condividendo il proprio documento di riconoscimento e la dichiarazione dei redditi direttamente dal proprio cellulare in piena sicurezza. Se dovesse mancare un documento, l’utente potrà condividerlo nel giro di pochi secondi, semplificando la burocrazia di molti processi ed evitando code infinite agli sportelli», chiarisce Dragoni. «Inoltre, secondo le attuali bozze del Regolamento, nel wallet potrebbe essere integrata anche una firma elettronica, permettendo a tutti i cittadini di firmare documenti digitali in modo sicuro e veloce».

I tempi: quando arriverà il wallet europeo

L’idea è accattivante e si preannuncia come una vera rivoluzione. Ma quando diventerà realtà? «Il Regolamento è attualmente in fase di revisione, ma si stanno facendo molti passi avanti proprio in questi mesi, e il wallet europeo è atteso per il 2025», spiega Dragoni.

Che ne sarà di Spid e CIE?

Tutto questo, però, avviene mentre in Italia si discute dell’addio a Spid e CIE, per essere sostituiti da un unico sistema di identità digitale. Ma non si rischia di sovrapporlo a quello europeo? «Il Governo ha espresso la volontà di unificare i due sistemi in un’unica IDN, Identità Digitale Nazionale. Per il momento, è stato deciso è mantenere i due sistemi fino a giugno, mentre si lavora per trovare la soluzione più adatta. Attualmente, lo sviluppo più probabile è un’anticipazione italiana del wallet europeo, grazie a una App che permetterà di unificare i due sistemi, migliorando l’esperienza dell’utente nella fruizione dei servizi online», conclude Dragoni.