Può servire lo Spid a chi non ha ancora compiuto i 18 anni? Volendo, sì. Per quali informazioni? Ci sono dati da controllare nei siti della Pubblica amministrazione che possono interessare, dal registro scolastico ai punti della patente AM per i motorini. Ma devono farlo i genitori per conto dei figli o anche i minorenni possono avere lo Spid?
Nuove linee guida
Ora anche i minori ora possono avere lo SPID, l’identità digitale che permette di usufruire di bonus, pagare le tasse, i trasporti o ricevere certificati. Nel caso dei bambini potrebbe servire per i servizi scolastici. L’Agenzia per l’Italia digitale (AgId) ha infatti messo a punto le linee guida che consentono il rilascio dello Spid anche ai bambini dai 5 ai 14 anni, naturalmente sotto la supervisione dei genitori. «Può essere una notizia positiva per due aspetti, che però riguardano soprattutto i ragazzini più grandi: da un lato hanno una considerazione maggiore e si responsabilizzano, diventano meno dipendenti dai genitori, dall’altro possono sollevare mamme e papà da alcune pratiche burocratiche che, come sappiamo, a volte sono numerose e richiedono tempo. Il tutto, però, mantenendo la tutela nei confronti dei più giovani, con i giusti accorgimenti» spiega il presidente dell’associazione dei consumatori Aduc, Vincenzo Donvito.
A cosa serve lo Spid a bambini e ragazzini?
Intanto va detto che la richiesta, come prevedibile, dovrà essere effettuata dai genitori e il rilascio dello Spid per i minori dai 5 ai 13 anni è stato autorizzato per un periodo sperimentale sino al 30 giugno 2023. In questa prima fase lo Spid fino ai 13 anni serve solo per usufruire dei servizi in rete erogati dagli istituti scolastici di ogni ordine e grado. «Potrebbe servire, per esempio, per consultare il registro elettronico al posto di altri sistemi di autenticazione, specie per i ragazzini delle medie. In questo modo il vantaggio è quello di utilizzare un sistema digitale “ufficiale” e istituzionale”. Saranno le scuole a decidere che tipo di servizi aggiuntivi attivare con lo Spid, tenendo sempre presente l’età dei minori ai quali sono rivolti» spiega Donvito.
Dal fascicolo sanitario al motorino
Dai 14 ai 18 anni, invece, i ragazzi possono dotarsi di identità digitale per accedere a servizi digitali della Pubblica Amministrazione: per esempio, potranno accedere al proprio fascicolo sanitario elettronico, ai servizi dell’INPS nell’area riservata myinps oppure, se hanno un ciclomotore, potranno verificare i punti patente. «In questo caso è chiaro che ci si rivolge a 15/16enni, che hanno un maggior grado di autonomia e che quindi non devono dipendere dai genitori per controllare se hanno perso punti della patente con il loro motorino. Pensiamo, ad esempio, a famiglie con più figli: i più grandi, con un proprio Spid, possono essere indipendenti, pur con la possibilità di un controllo da parte dei genitori» spiega Donvito.
Come ottenere lo Spid per i figli
Per ottenere l’identità digitale per i propri figli minori, infatti, occorre che inizialmente sia il genitore ad attivarlo rivolgendosi al proprio gestore, presso cui è già intestatario di Spid, accedendo, con credenziali di livello 2, al servizio reso disponibile. Si tratta, per esempio, di Inforcert, Aruba o Poste italiane, che sul proprio sito hanno già pubblicato le istruzioni. Come spiega il sito stesso di Poste, «per la registrazione dei minori il genitore, tutore o rappresentante legale, deve compilare i campi con i dati personali del minorenne seguendo le istruzioni indicate. Al termine della registrazione verrà visualizzato anche il Codice Cliente necessario per l’identificazione da parte del servizio di assistenza e per l’eventuale recupero delle credenziali di accesso».
Per ultimare la procedura si deve stampare, compilare e firmare i moduli disponibili in download, per poi inviarli al gestore. In questo caso i canali sono tre: per posta raccomandata (a Postecom S.p.a – Customer Care – Viale Europa 190 – 00144 Roma) oppure via fax (al numero 06-54922040) o direttamente online dalla sezione Scrivici. Ai documenti va unita anche una copia di un documento d’identità. A questo punto il «Customer Care Postecom comunicherà direttamente al genitore, tutore o rappresentante legale l’avvenuta attivazione dell’utenza».
La massima tutela per i minori
Inizialmente qualche perplessità era stata sollevata dal Garante per la Privacy, che però ha poi dato il proprio via libera a fronte di una serie di garanzie relative al trattamento dei dati. Insomma, non ci sarebbe il rischio di una raccolta di dati di bambini e ragazzini per scopi differenti rispetto all’utilità di usufruire di servizi pubblici. Le linee guida di AgId spiegano che chi eroga i servizi deve effettuare valutazione «autonoma, motivata e dimostrabile» sulla necessità di conoscere l’età dell’utente e di ottenere la certezza della sua identità per le finalità del servizio. L’obiettivo, infatti, è proteggere i più giovani dai rischi di fornire dati personali da immettere in rete.
Per questo anche l’informativa sul trattamento dei dati personali deve essere formulata con un linguaggio particolarmente chiaro e semplice, sintetico, esaustivo, facilmente accessibile e comprensibile da tutti gli utenti.
Il numero di cellulare: quale serve?
Come per lo Spid degli adulti, occorre fornire un numero di cellulare, oltre ad un’email, che però in fase di registrazione sono quelle del genitore già titolare del proprio Spid. I minori, infatti, non saranno obbligati a comunicare un numero di cellulare al gestore dell’identità.
Tutte le comunicazioni che riguardano la sicurezza, infatti, saranno fornite tramite notifiche push al numero della madre o del padre o del legale rappresentante: alert di sicurezza, procedure di recupero delle credenziali, configurazione dell’app di autenticazione, processi di sospensione o revoca, assistenza per ragioni di sicurezza, quindi, arriveranno all’adulto che di fatto gestisce lo Spid. Nel caso in cui lo ritenesse necessario, quindi, l’adulto potrà intervenire con le proprie credenziali Spid, controllando, confermando oppure annullando eventuali operazioni eseguite con l’identità digitale del figlio. «Poter ricevere una notifica push permette comunque di controllare le attività, soprattutto nel caso dei più piccoli, quindi è una garanzia per un uso corretto» osserva il presidente di Aduc.
Per l’accesso con Spid di livello 2 – per il quale è necessario un secondo fattore di autenticazione – sono previste modalità differenti, a seconda dei gestori.