#stayathomegirlfriend: virale su TikTok la vita da casalinga
Si svegliano, si lavano, rassettano la casa, cucinano, ma si dedicano anche (molto) a se stesse: sono le donne che pubblicano video su Tiktok con l’hashtag #stayathomegirfriend, in cui si mostrano intente a trascorrere le giornate tra sedute di yoga e cappuccini sorseggiati sul divano. Sono seguitissime (l’hashtag ha ottenuto ben 134milioni di visualizzazioni). Loro spiegano di aver scelto di stare a casa e non lavorare: «Odio lavorare. Odio il fatto che gli uomini abbiano perso il loro istinto a proteggere e offrire. Odio quanto le donne siano esauste di questi tempi. Voglio solo diventare una moglie casalinga, prendermi cura di me, avere una piccola bambina e sentirmi rilassata e felice», si legge, ad esempio, su TikTok.
Al di là delle scelte personali (e delle possibilità economiche di seguirle, perché – diciamolo – non tutte possono permettersi di farsi mantenere, anche nel caso aspirino ad essere mantenute), stupisce che questa nuova tendenza sia così popolare sulla piattaforma cinese TikTok.
Come diventano virali i video su TikTok?
A colpire, quindi, è soprattutto il meccanismo con cui certi hashtag fanno tendenza. Come anche a proposito dei disturbi alimentari e dell’anoressia, capita spesso che un tema diventi virale in poco tempo. Come mai? «Intanto va fatta una premessa, che riguarda le differenze tra i vari social e le caratteristiche di TikTok. Quest’ultimo ha rivoluzionato il meccanismo delle visualizzazioni: quando è nato Facebook (nel 2004) si basava sul concetto di “amicizia” e serviva appunto a trovare nuovi amici. Poi è arrivato Instagram, con un algoritmo più sofisticato e meno attenzione all’amicizia, che con TikTok è sparita: qui si trova un mondo più freddo, non ci sono più gli amici e le visualizzazioni arrivano tramite la sezione For You. L’algoritmo propone contenuti e video a seconda delle preferenze espresse, ma anche delle nostre attività: se non guardiamo un filmato, ce ne offrirà un altro, se invece ci fermiamo o addirittura mettiamo un cuoricino, ci mostrerà numerosi contenuti analoghi», spiega Maria Cristina Pizzato, esperta di Social Media.
Il fenomeno della mucca viola che cattura l’attenzione
«Esistono anche alcune strategie ben precise, come quelle della provocazione. Per esempio, nel caso dell’hashtag sulle donne che rimangono a casa, è evidente che ce n’è molta: le protagoniste dei video sono tutte donne giovani, molto belle, in forma e che conducono una vita agiata, quindi risultano ben distanti dagli standard delle persone comuni. Per questo incuriosiscono: si tratta del fenomeno della cosiddetta ‘mucca viola’, che fa sì che quando siamo abituati a una regola o a un certo modo di vivere e pensare, se incappiamo in qualcosa di diverso questo cattura la nostra attenzione. Queste donne, infatti, propongono un modello che stride con l’idea, ormai affermata, che una donna sia indipendente, che non si faccia mantenere dal proprio partner e proprio questa tendenza crea divisione, polarizzazione tra favorevoli e contrari. Tutto ciò alimenta dibattito e attenzione, che è ciò a cui mira la piattaforma, cioè tenere attaccato il pubblico il più possibile», spiega ancora la social media manager, che aggiunge: «Queste strategie sono poi accompagnate da hashtag spesso studiati a tavolino da esperti di marketing, che appunto diventano virali».
Su TikTok più se ne parla, meglio è
«Un altro esempio è dato dai Maneskin – prosegue Pizzato – Al di là dei gusti, il gruppo italiano ha avuto tanto riscontro globale anche grazie ai social e al dibattitto che si è creato intorno a loro, tramite hashtag mirati». Oltre alle loro canzoni, il look e i gesti provocatori sono rimbalzati sui sociali alimentando ancora più interesse e dibattito tra sostenitori e oppositori: «Su TikTok non vale il concetto di less is more, ma solo More is more, insomma più se ne parla, meglio è per ottenere visualizzazioni», spiega la social media manager.
Il balletto di Mercoledì Addams: le visualizzazioni sono vere?
Certo i numeri di visualizzazioni di certi video sono da capogiro, come in un altro caso recente: il balletto di Mercoledì Addams, della serie tv Netflix, diventata anch’essa popolare. Ma sono reali? «Mi sento di dire di sì. È vero che possono esserci strategie che vanno a implementare un hashtag, anche solo spingendo con modalità a pagamento, ma la misurazione è concreta ed esistono monitoraggi anche indipendenti, al di là del fatto che la piattaforma di TikTok è cinese», spiega Pizzato. «Il balletto di Mercoledì Addams è un altro esempio che dimostra come un contenuto possa diventare virale in poco tempo: vi si è cimentato persino Tom Cruise. È stato sufficiente, come spesso accade su TikTok, estrarre il balletto e mettergli un’altra canzone, per renderlo virale: è arrivato anche a me, che non sono andata a cercarlo e ora sono bombardata da filmati dello stesso tipo. D’altro canto è capitato anche che canzoni diventate popolari prima su questo e altri social, poi venissero trasmesse anche in radio», spiega Elena Farinelli, consulente e formatrice di Digital Marketing specializzata in Social Media Marketing, Web Marketing Turistico e SEO.
Il TikTok cinese è diverso da quello per il mondo occidentale
Nel caso delle donne che stanno a casa colpisce anche un altro aspetto: l’hashtag propone un certo modello sociale, che sembra stridere con quello femminile in Cina, patria di TikTok. «Quando passi da lavorare 70 ore alla settimana e vivere in un freddo appartamento merd*so a essere una STAY AT HOME GIRLFRIEND che indossa ciabatte da 1.000 dollari, e pazzamente innamorata, le uniche cose che ha in agenda sono andare a Pilates, ordinare la cena e fantasticare su quando sarai engaged (cioè fidanzata, Ndr)», si legge in calce a un altro video di una ragazza che canta mangiando patatine sul divano e che ha ottenuto qualcosa come 1.3 milioni di likes.
C’è un intento di manipolazione?
«È vero che TikTok è nata in Cina, ma con il nome di Douyin e come piattaforma per insegnare: proponeva video tutorial anche su argomenti e materie serie. Poi è stata aperta, però, la versione dell’estero che noi conosciamo come TikTok e tuttora i due social hanno funzioni separate e contenuti diversi. Nel frattempo, però, i proprietari avevano acquistato anche Musical.ly, molto diffuso tra i giovanissimi, che poi è confluito in TikTok nella versione occidentale: dentro, oggi, ci sono molti contenuti anche americani, tanto che ogni volta che si parla di proibirlo negli Usa, si scatenano le proteste. Diciamo che il target è un pubblico giovanissimo, under 20/25, quindi certi modelli come quelli delle giovani donne che si fanno mantenere sono pensati e adatti al tipo di utente medio», spiega Farinelli.
Il modello della donna che sta a casa ha radici sociali
Insomma, resta il dubbio se ci sia un intento di “manipolare” la società in cui i video diventano virali, ovvero la nostra, ma certamente è veritiero l’obiettivo di ottenere il massimo di visualizzazioni: «Anche a me colpisce, da mamma, vedere ragazze magrissime, bellissime, che passano la giornata tra un cappuccino e una seduta di sport. Il modello che mostrano non solo non è raggiungibile e poco lungimirante (l’amore, il matrimonio e la storia col compagno che le mantiene potrebbe anche finire!), ma anche poco inclusivo: sono tutte bianche (non c’è alcuna donna di colore o asiatica) ed eterosessuali. Insomma, questo trend preoccupa anche per i messaggi impliciti che veicola», osserva Farinelli. «D’altro canto questo genere di ‘intrattenimento’ è cresciuto moltissimo complici due fenomeni: la pandemia, che ha portato a un uso maggiore del web e dei social; la great resignation, ossia la rinuncia al lavoro classico, pre-Covid, in ufficio per molte ore e magari per una paga non soddisfacente. Sta accadendo negli Usa, ma anche in Europa, come fenomeno ormai globale, come i contenuti social», conclude Farinelli.