C’era anche Shahida Raza sul barcone carico di migranti naufragato lo scorso fine settimana di fronte alle coste calabresi. Ventisette anni, era una calciatrice pachistana e una giocatrice di hockey su prato, ex capitana della nazionale del suo Paese. La giovane è stata identificata tra le vittime del tragico incidente. Shahida aveva lasciato il Pakistan per garantire cure mediche alla figlia, che non era con lei nell’imbarcazione.
Faceva parte della comunità Hazara
Shahida Raza, conosciuta con il soprannome di “Chinto”, faceva parte della minoranza sciita Hazara della città di Quetta, nella provincia del Balochistan, vicino al confine con l’Afghanistan. Un’area di accesi conflitti, dal momento che gli Hazari hanno dovuto affrontare anni di persecuzione da parte di gruppi sunniti del Paese. In questi anni migliaia di membri della comunità sono emigrati sia legalmente sia illegalmente in altre parti del mondo, compresa l’Europa.
Calcio e hockey su prato
Shahida faceva parte della nazionale di calcio femminile pakistana e in precedenza aveva giocato nella nazionale di hockey su prato rivestendo il ruolo di capitana. Come calciatrice aveva militato nel Balochistan United ma, nonostante il suo status di giocatrice internazionale, non era riuscita a trovare contratti in Pakistan.
Il periodo difficile dopo il divorzio
Stando alla sua famiglia e agli amici, l’atleta, che era madre di una bambina, stava attraversando un momento difficile dopo il divorzio dal marito: questo l’avrebbe spinta a prendere la decisione di emigrare in Europa. La figlia, secondo quanto riportano i media pachistani, non era con lei sul barcone che è naufragato di fronte alle spiagge di Cutro.
Naufragio migranti, il dolore dell’amica
Un’amica della 27enne, Sumaiya, ha detto alla CNN che la ragazza voleva raggiungere l’Europa nella speranza di garantire un futuro migliore alla figlia di tre anni. “Vogliamo solo indietro il suo corpo, niente di più”, ha detto Sumaiya. “Non sappiamo dove sia il suo corpo. Nessuno ci dà alcuna informazione o ci dice cosa fare”.
Shahida fra i migranti per l’ultimo viaggio
Non potendosi permettere le cure mediche per la figlia, la 27enne ha deciso di intraprendere un viaggio della speranza verso l’Europa. È salita in Turchia sul barcone che si è poi andato a schiantare sugli scogli al largo della Calabria. L’imbarcazione aveva lasciato la città turca di Izmir tre o quattro giorni prima del naufragio. I primi tre corpi sono stati ritrovati sulla spiaggia vicino a Steccato di Cutro, intorno alle 4.40 di domenica.
Omaggio della Federazione pachistana
A confermare il decesso di Shahida Raza anche i funzionari della Pakistan Hockey Federation che hanno espresso le loro condoglianze alla famiglia della donna.
I pachistani sul barcone dei migranti
Secondo il ministero degli Esteri del Pakistan, sulla nave affondata c’erano almeno 20 pachistani, di cui 16 sopravvissuti, mentre altri quattro sono dati per dispersi. E’ pachistano anche uno dei due scafisti arrestati.