Che cosa faresti se l’azienda dove lavori ti consentisse di fare ferie illimitate? Sarebbe una bella svolta, vero? Negli Stati Uniti sono ormai tante le imprese che si stanno orientando verso una maggiore flessibilità nella gestione dei dipendenti. Lo fanno per essere più competitive in un mercato in continua trasformazione.
Via libera al “tempo libero discrezionale”
Hanno iniziato Adobe, Salesforce, Oracle, LinkedIn e Netflix, adottando il cosiddetto “tempo libero discrezionale” per tutti i lavoratori. E adesso anche Microsoft ha seguito l’esempio: dal 16 gennaio i dipendenti non si chiedono più: “Quanti giorni di ferie mi sono rimasti?”. Infatti, adesso hanno tutti a disposizione un pacchetto di ferie potenzialmente illimitate. Ma in che cosa consiste questa novità? Come vengono gestite le “ferie illimitate”? Davvero ciascuno potrà fare come vuole?
Ferie illimitate: in Italia ancora non è possibile
Intanto, va precisato che le “ferie illimitate” sono state introdotte da Microsoft solo negli Stati Uniti. I dipendenti di altri Paesi ancora non potranno usufruire di questa possibilità. «È cambiato radicalmente il come, il quando e il dove si svolge il nostro lavoro», ha spiegato in una nota Kathleen Hogan, chief people officer di Microsoft, che ha avvisato i dipendenti via email di questa novità, «man mano che ci trasformiamo, viene naturale modernizzare la nostra politica sulle ferie, introducendo un modello più flessibile».
Prima raggiungi gli obiettivi, poi vai in vacanza
Le “ferie illimitate” vengono concesse a tutti i dipendenti, anche quelli appena assunti. I nuovi arrivati, dunque, non dovranno più preoccuparsi di accumulare ferie prima di pianificare una vacanza o un impegno privato che richieda giorni di assenza dal lavoro. In pratica, si punta agli obiettivi da raggiungere. Una volta portato a termine il proprio progetto con successo, ci si può disconnettere dal lavoro per il tempo necessario a riposarsi.
Ferie illimitate: cosa succede a chi viene licenziato?
Microsoft è il primo colosso tech con più di 100mila dipendenti a rimuovere le restrizioni al tempo libero per i suoi lavoratori. Il nuovo sistema di welfare aziendale porterà vantaggi da un punto di vista burocratico, poiché verranno snellite tutte le attività amministrative. Ma c’è già chi fa notare che tra le conseguenze ci sarà una minore tutela per i dipendenti che, dopo avere maturato diversi giorbi di ferie, si dimetteranno o verranno licenziati. Infatti, non verranno risarciti per i giorni di riposo accumulati e non goduti. C’è da dire, però, che i dipendenti Microsoft che hanno ferie arretrate riceveranno, forse nei primi giorni di aprile, un bonus per i giorni liberi non usufruiti.
Ferie illimitate e smart working: come cambia il lavoro
La nuova politica aziendale di Microsoft prevede anche altre innovazioni. Per esempio, è stato introdotto un ulteriore pacchetto di ferie aziendali e permessi per malattia o lutto. Si tratta di dieci giorni a disposizione per ogni dipendente. Queste novità vanno ad aggiungersi alle agevolazioni che i lavoratori dell’azienda hanno avuto da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19: lo smart working permanente per una quota inferiore al 50% della settimana lavorativa e un bonus di circa 1.500 dollari per affrontare la pandemia.
Sicure che ci siano solo vantaggi?
Non sono tutte rose e fiori. Di recente Microsoft ha licenziato circa mille lavoratori, cioè circa l’1% della sua forza lavoro. Questi licenziamenti rientrano nell’ambito di una crisi che ha colpito quasi tutte le aziende tech degli Stati Uniti. Basti pensare ai 3.700 dipendenti licenziati di punto in bianco da Twitter, agli 11mila licenziamenti annunciati da Meta e ai 18mila lavoratori che sta mandando a casa Amazon. Il lavoro flessibile, forse, darà più fiato alle aziende e attirerà nuovi talenti, ma non porterà solo vantaggi per i lavoratori. Molti osservatori hanno fatto notare che un simile modello promuove l’iperproduttività dei dipendenti, che vengono scoraggiati dal prendere singole giornate di riposo, specie quando sono impegnati in un progetto o in un lavoro di gruppo. Così i dipendenti saranno costretti a lunghi periodi di stress, prima di potersi concedere l’agognato riposo.