Un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato come oltre il 3% di coloro che hanno tatuaggi ha avuto complicanze, che vanno dal dolore, ai granulomi, alle infiammazioni, fino a reazioni allergiche e infezioni importanti. Un allarme anche maggiore arriva da uno studio tedesco recente, pubblicato sul magazine Scientific Reports, secondo cui i tatuaggi potrebbero essere legati all’insorgenza di alcuni tumori. “Un primo allarme è scattato quando alcune analisi hanno mostrato la presenza di pigmenti dei tatuaggi nei linfonodi. Il sospetto è che queste sostanze possano indurre linfomi e alterazioni patologiche del sistema linfatico. Esistono poi una serie di reazioni, causate dal fatto stesso di iniettare sostanze nel nostro organismo, che possono causare allergie, proprio come accade per il polline o il nichel” spiega a Donna Moderna Antonino Di Pietro, presidente e fondatore del’International – Italian Society of Plastic – Regenerative and Oncologc Dermatology, che conta oltre 2.000 dermatologi in Italia.
Tatuaggi e tumori della pelle
“I tatuaggi consistono nell’iniettare pigmenti che, attraverso la pelle, entrano nel nostro organismo. Questi sono costituiti da particelle che, grazie al sistema immunitario che le blocca, rimangono ferme nel punto in cui sono inoculati. Il problema è che possono essere così piccole da entrare in circolo e raggiungere strutture più profonde come i linfonodi” spiega Di Pietro.
“L’allarme che abbiamo presentato al congresso di dermatologia plastica dell’ISPLAD a Milano riguarda proprio il rischio connesso ai tumori della pelle. Se i tatuaggi sono molto estesi, come per quelli in stile maori, possono nascondere la comparsa proprio dei melanomi: si tratta di neoplasie che, se scoperte precocemente, possono essere asportate in tempo, salvandosi la vita. Ma nel caso in cui si formi una macchiolina scura sotto un tatuaggio, questo può non renderla visibile e il rischio è che si scopra il melanoma troppo tardi, quando ormai nell’organismo si sono diffuse metastasi, con una maggiore probabilità di morte” spiega Di Pietro, che è anche direttore dell’Istituto dermatologico Vita Cutis.
“Per questo abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione, aprendo un laboratorio per tutti coloro che hanno un tatuaggio, in modo da effettuare controlli almeno una volta all’anno, utilizzando anche la videodermoscopia, che permettono di individuare ogni piccola anomalia del tatuaggio” conclude il direttore.
Le reazioni allergiche
Uno studio condotto da YouGov nel Regno Unito ha evidenziato come una persona su cinque abbia ormai almeno un tatuaggio, mentre negli Usa la quota sale al 24%. Il 14% dei britannici e il 22% degli americani ha avuto una reazione allergica all’inchiostro, in particolare a quello di colore rosso, a causa della presenza di mercurio e solfuro nel pigmento che viene utilizzato per realizzarlo. Ma altre ricerche recenti hanno mostrato come anche i tatuaggi temporanei all’henné possono dare reazioni importanti. “C’è un’attenzione particolare ai possibili effetti collaterali dei tatuaggi, anche di fronte a un sempre maggior numero di persone che ricorrono a questa tecnica, ma non ci sono numeri esatti perché non tutti i tatuatori sono registrati ufficialmente” spiega Marzia Duse, Presidente Società Italiana di Allergologia e Immunologia e professore ordinario di Pediatria all’Università La Sapienza di Roma.
“Secondo alcuni studi condotti nel nord Europa circa la metà dei soggetti tatuati ha qualche tipo di reazione allergica, mentre in media 1 su 10 ha conseguenze importanti – aggiunge l’esperta – Alcune sono sistemiche, come vere e proprie anafilassi: sono più rare, ma rappresentano una possibilità. Altre, invece, sono più frequenti: arrossamento, orticaria, induramento della pelle (cheratosi lichenoidi) che è molto fastidioso e sgradevole, oppure infezioni per funghi che si sovrappongono al tatuaggio o per batteri. Esistono poi i melanomi cutanei, che possono sorgere perché il tatuaggio viene fatto su un neo precedente. E’ importante ricordare che gli effetti avversi del tatuaggio non necessariamente si vedono subito, anzi spesso sono tardivi e si manifestano dopo anni di progressione asintomatica” spiega Duse.
Quali colori “a rischio”?
“Da uno studio condotto dall’Università di Ferrara è emerso che circa 50 sostanze vietate nei cosmetici sono invece presenti negli inchiostri per tatuaggi. Questo è dovuto ad un vuoto normativo: la legge sui cosmetici è molto severa sia in Italia che a livello europeo, mentre dovrebbe esserci una maggiore attenzione anche al problema degli inchiostri e dei pigmenti dei tatuaggi” spiega Di Pietro.
“Tra i colori che contengono più metalli e che dunque possono dare maggiori problemi c’è il rosso, per via della presenza di mercurio. Il paradosso è che ci sono molte polemiche per le tracce di mercurio omeopatico nei vaccini, mentre l’inchiostro per tatuaggi è fortemente carico di questo metallo. Altri colori a rischio sono il giallo, il rosa intenso e il blu. In generale nel pigmento si possono trovare ferro, cobalto, e cromo: sostanze che in età avanzata e in caso di necessità di protesi, possono creare problemi reagendo con i metalli delle protesi stesse” spiega la professoressa Duse.
Anche l’henné, sebbene ricavato da un arbusto (dunque di origine vegetale e naturale) può dare reazioni allergiche. Trattandosi del pigmento che viene usato per i tatuaggi temporanei, però, ha effetti negativi meno seri. “Il problema, per tutti i tatuaggi, si pone per alcuni soggetti quando li si vuole rimuovere tramite il laser: su una pelle già devastata, infatti, questa tecnica potrebbe essere ulteriormente dannosa”.
Altre allergie da sostanze “insospettabili”
Di recente sono state individuate nuove forme allergiche, anche a sostanze naturali insospettabili, come la cipolla. Come riportato dalla rivista LiveScience, l’esposizione a questa pianta tuberosa può causare fiato corto e tosse in alcuni soggetti sensibili, come accaduto in un’azienda giapponese quest’anno. A provocare i sintomi è una muffa che si trova sulla buccia della cipolla, come riferito dal Respiratory Medicine Case Reports. Un’altra fonte di allergie è la resina di alcune piante, come edera o querce. Anche i medicinali, come certi antibiotici anche sotto forma di creme, possono causare reazioni allergiche, come l’arrossamento della zona intorno all’ano. Persino i condom sono causa di forti irritazioni, per via del latex con cui sono realizzati. In questo caso le conseguenze sono talvolta anche molto importanti, arrivando allo shock anafilattico.
Sebbene sia più raro, anche lo sperma fa parte della categoria degli allergeni: gli effetti sono soprattutto dermatologici, ma non mancano casi di difficoltà respiratorie al contatto cutaneo. Infine, ecco ancora le unghie finte nella lista delle possibili sostanze fonte di reazioni allergiche.