È quello che inseguiamo tutti i giorni. Quello che aspettiamo con ansia quando si avvicina il weekend. Quello che cerchiamo di capitalizzare, anticipando e macinando come pazze il lavoro che resta, per goderci il meritato riposo. Ma poi, quando arriva, non sappiamo come usarlo. Abituate come siamo a sgobbare, pedalare, essere sempre operose ed efficienti, abbiamo finito per dimenticare come si fa a non fare niente. Niente di utile, intendo. Le attività cosiddette ricreative ci sembrano un lusso, una perdita di tempo. Con tutto quello che abbiamo “da fare”! Sottinteso, per dovere.
Tempo per sé, senza “oziofobia”
Il piacere è un privilegio che non ci spetta. Anche se è “l’obiettivo a tendere”, il motore che spinge e che motiva il ritmo frenetico delle nostre giornate. Se non avessimo il miraggio dello svago, come premio finale e sudatissimo, probabilmente al mattino non ci alzeremmo neppure dal letto. Ma, come tutti i miraggi, svanisce non appena si avvicina. Alzino la mano quelle di voi a cui non è mai capitato di progettare un sabato di puro riposo e divertimento per ritrovarsi poi tristemente a svuotare la cantina, sistemare gli armadi, trasportare ciarpame alla ricicleria, perché «sennò quando lo faccio» sussurra in sottofondo l’indomita vocina. Così la mattina svapora lasciandoci solo briciole di sole e malumore. Da sperperare magari davanti a un device per constatare quanto siano più ricche e favolose le vite degli altri, più avventurose e fotogeniche.
Così, tra la smania di fare chissà che e l’incapacità di domare i sensi di colpa per le incombenze inevase, finiamo per rimetterci il meglio, ovvero l’opportunità di sperimentare cose nuove, uscendo dai binari dell’ordinario, oppure semplicemente di dormire e ricaricare le pile. Arrivando al lunedì più scariche e stressate di prima. “Oziofobia” è il termina coniato dal filosofo spagnolo Rafael Santandreu per indicare quella specie di horror vacui che spesso ci prende quando ci mettiamo a riposo. Colpisce soprattutto le persone abituate al superlavoro, con forte senso del dovere, che si pongono sempre nuovi obiettivi e sono poco portate a rilassarsi. In una parola: le donne. È proprio così, lo dicono gli studi.
Come fare a goderci il “dolce far niente”
E lo conferma l’esperienza. Basta guardarsi intorno. Gli uomini sono straordinari dissipatori e padroni del proprio tempo. Anche quando occupano posizioni di responsabilità, sanno dosare le forze e mai rinuncerebbero alla partita di calcetto, al poker con gli amici, al gioco, in qualsiasi forma. A differenza di noi, sanno fermarsi. Sensi di colpa? Non pervenuti. Un esempio da copiare. Già, ma da dove si comincia? Breve “how to” per stakanoviste. Decelerate, centellinate gli sforzi, abbassate le aspettative, smorzate l’ansia da prestazione, diventate più elastiche e indulgenti, ascoltatevi, respirate. Ma soprattutto cambiate prospettiva, passando da una visione “quantitativa” del tempo (più cose si fanno, più è ben speso) a una “qualitativa” (migliori sono i risultati, meglio è speso), sbarazzatevi di quell’irrazionale paura di libertà che vi tiene aggrappate alle vostre chek-list.
L’oziofobia talvolta nasconde un’incapacità di guardarsi dentro e capire i propri bisogni, che può sfociare in varie forme di disagio. La cura? Facilissima. Dedicatevi a un hobby. Una passione, uno svago, qualcosa che vi costringa a staccare dalla solita routine e a mettere alla prova capacità che magari non sapete neanche di avere e che possono invece darvi enormi soddisfazioni. Questa settimana, online e sul magazine, vi proponiamo un ricco campionario di corsi, distrazioni ed esperienze. Fatele da sole o in compagnia. Salvate un’amica dal cambio di stagione!