Tessere sanitarie, si cambia. Di fronte alla difficoltà nel reperire i materiali per i microchip, il ministero dell’Economia ha deciso di cambiare il formato delle tessere sanitarie, quelle utilizzate sia per il codice fiscale, sia e soprattutto per la prenotazione delle visite o l’acquisto di farmaci: le tessere sanitarie nuove saranno, dunque, senza microchip, cioè il quadratino dorato che si trova anche, ad esempio, sui bancomat.

Tessera sanitaria senza microchip: cosa cambia

La guerra in Ucraina ha conseguenze non solo sul fronte economico, con la crisi del gas e i rincari generalizzati, ma anche per la carenza di materie prime che spinge a trovare soluzioni alternative anche in campo sanitario e burocratico. Il palladio, infatti, che è uno dei materiali necessario a realizzare le tessere sanitarie, arriva in gran parte dalla Russia, mentre il neon proviene soprattutto dall’Ucraina. Da qui la decisione del ministero dell’Economia e delle Finanze: togliere i microchip da tutte le nuove schede. Per ora, però, la decisione non riguarda né bancomat, né carta d’identità elettronica.

Le nuove schede, quindi, non avranno il chip, ma manterranno la banda magnetica posteriore. Potranno valere sempre come codice fiscale e come Tessera europea di assistenza malattia, quindi garantiranno una copertura sanitaria quando ci si reca all’estero nel Vecchio Continente, in caso di necessità di assistenza e cure. Ciò che cambia, però, è che non potranno più essere usate come Carta nazionale dei servizi, cioè come documento di identificazione e autenticazione per molte pratiche online.

Come utilizzare le nuove tessere sanitarie e quelle vecchie

Al momento tutti i cittadini in possesso della tessa sanitaria con microchip, cioè pressoché tutta la popolazione residente, utilizza la scheda anche per molte attività online con la Pubblica Amministrazione, di fatto in modo alternativo allo SPID o alla Carta d’identità elettronica.

Si utilizzano anche e soprattutto per la prenotazione delle visite mediche, specie in farmacia, e per l’acquisizione del codice fiscale al momento dell’acquisto di medicinali, semplicemente “strisciando” la tessera. Cosa succederà ora, quindi, alle vecchie tessere?

Che fare se si ha una tessera sanitaria”vecchia”

Per chi è in possesso di una tessera sanitaria tradizionale non cambierà di fatto nulla: non va sostituita o buttata, ma semplicemente avrà valore fino alla data di scadenza riportata sulla stessa scheda. Attenzione, però: la scadenza della vecchia tessera sanitaria con il chip è fissata al 2023 e per continuare a utilizzarla occorrerà essere in possesso di PIN e PUK, indispensabili l’uso come CNS. Sarà necessario anche essere in possesso di un computer e di un lettore di smart card (cosa che la maggior parte dei cittadini non ha). In questo modo sarà possibile utilizzare un software, scaricabile sul portale del Sistema di Tessera Sanitaria e secondo modalità che saranno rese note a breve, che permetterà di autenticare la vecchia tessera per usufruirne fino al 31 dicembre 2023.

Per chi, invece, ha la tessera scaduta o in scadenza a breve, cambierà il modo di impiego.

Come utilizzare la vecchia tessera sanitaria con chip

Non ci saranno problemi, invece, per il semplice acquisto di medicinali in farmacia, perché ad essere scansionato sarà solo il codice fiscale tramite banda magnetica posteriore sul retro. Un’avvertenza: è bene informarsi, invece, sulle norme per accedere alle prenotazioni delle visite specialistiche, presso le proprie Regioni. Alcune, infatti, richiedono di inserire la carta con il chip anche in caso di visite specialistiche. È il caso, ad esempio, di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Qui potrebbe essere utile portarsi dietro entrambe le tessere per un certo periodo.

È ancora da chiarire, invece, come potrebbe funzionare lo smaltimento dei rifiuti che, in alcuni Comuni, prevede di inserire proprio la tessera sanitaria con microchip.

Le soluzioni alternative delle Regioni: il caso Lombardia

A proposito della Lombardia, la presidente e responsabile del Welfare, Letizia Moratti, ha minimizzato l’impatto della novità: «L’indicazione, nel frattempo, è di conservare la vecchia tessera con il chip in modo eventualmente da poterla utilizzare, seguendo le indicazioni del Mef per l’aggiornamento del software» ha spiegato.

Nel frattempo si studiano soluzioni alternative: «L’identità digitale Spid e la Carta d’identità elettronica sono valide alternative già utilizzabili e utilizzate – ha spiegato Letizia Moratti – Inoltre è prevista entro l’anno la realizzazione di un nuovo servizio che consentirà al medico prescrittore la consultazione delle esenzioni dell’assistito lombardo, attraverso il semplice inserimento del numero della tessera sanitaria» ha spiegato ancora Moratti.