Nell’era digitale, individuare le fake news è una sfida quotidiana. Secondo un recente studio, esistono strategie efficaci per aiutare le persone a distinguere le informazioni autentiche da quelle manipolate. E la buona notizia è che bastano poche settimane di formazione per migliorare significativamente la capacità di riconoscere contenuti fuorvianti.

L’esperimento sulle fake news

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, ha coinvolto più di 11mila partecipanti, sottoposti a tre diversi metodi di apprendimento per affinare le loro capacità di individuazione delle fake news. Alcuni hanno analizzato un breve articolo che spiegava le principali tattiche di disinformazione, altri hanno guardato un video illustrativo, mentre un terzo gruppo ha partecipato a un gioco interattivo in cui dovevano creare notizie false per comprendere i meccanismi della manipolazione. I ricercatori hanno monitorato l’efficacia dell’addestramento in tre momenti diversi: subito dopo la formazione, a distanza di dieci giorni e infine dopo un mese. L’obiettivo era verificare quanto a lungo i partecipanti riuscissero a mantenere la capacità di riconoscere la disinformazione, specialmente quando si trovavano di fronte a post ingannevoli sui social media.

Quale metodo è il più efficace?

Tutti e tre gli approcci hanno mostrato risultati positivi, migliorando la capacità dei partecipanti di identificare le notizie false. Tuttavia, la lettura di un articolo esplicativo si è rivelata la tecnica più duratura, con effetti che si sono mantenuti fino a un mese. Al contrario, i benefici dell’apprendimento tramite video e gioco interattivo tendevano a svanire dopo circa due settimane. Un elemento fondamentale emerso dallo studio è stato il ruolo della memoria: chi ricordava meglio le informazioni apprese durante la formazione riusciva a difendersi più a lungo dalla disinformazione. Inoltre, coloro che percepivano la disinformazione come una minaccia concreta erano più motivati a prestare attenzione e a conservare meglio le nozioni apprese.

Il potere del pre-bunking

Gli studiosi si sono concentrati su un concetto noto come pre-bunking, ovvero la preparazione preventiva contro la disinformazione, piuttosto che il classico debunking, che mira a smontare le fake news dopo che sono state diffuse. Il pre-bunking si è dimostrato più efficace perché aiuta le persone a sviluppare un senso critico prima ancora di essere esposte a contenuti ingannevoli. Questa strategia ha funzionato trasversalmente in tutti i gruppi demografici coinvolti nell’esperimento. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che i richiami periodici (piccoli promemoria sulle informazioni apprese) sono essenziali per mantenere nel tempo l’abilità di individuare la disinformazione.

Possibili applicazioni e limiti

Sebbene lo studio dimostri che è possibile insegnare a riconoscere la disinformazione, la sua applicazione su larga scala rimane una sfida. Secondo alcuni esperti, negli Stati Uniti manca una volontà politica di investire in programmi educativi mirati. Tuttavia, esistono iniziative locali che promuovono l’alfabetizzazione mediatica, come l’introduzione di corsi specifici nelle scuole superiori.

Come proteggersi dalle fake news

Se si vogliono affinare le proprie capacità di riconoscere la disinformazione, ci sono alcuni semplici passi da seguire. Innanzitutto, rallentare: prima di reagire emotivamente a una notizia, è importante prendersi un momento per verificarne la fonte e il contenuto. Molte fake news sono progettate per suscitare rabbia o paura e spingere a condividere informazioni senza riflettere. Inoltre, è fondamentale confrontarsi con altre persone. Discutere di una notizia con amici o familiari può aiutare a valutarla in modo più critico. Esistono anche strumenti digitali, come app e siti specializzati, che possono aiutare nell’identificazione delle fake news.