Ogni settimana pubblichiamo le risposte di Chiara alle domande delle lettrici, sia online che sulla carta. Per scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it
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Cara Chiara, sono una ragazza di 26 anni. Studio e, per mantenermi, lavoro da 2 anni come sommelier. Da un anno ho come collega un ragazzo straniero con cui, fin da subito, ho instaurato un rapporto particolare. Quando parlavamo non c’era feeling a livello mentale, eppure ci scambiavamo occhiate e attenzioni. Lui è fidanzato, tanto che un giorno mi ha detto: «Non posso darti quello che vuoi». Tra noi, però, c’è sempre stato qualcosa che non potevamo negare. Per un’intera stagione non abbiamo fatto altro che avvicinarci. Mi ha aiutato, sostenuto, mi è venuto a trovare con la scusa di un caffè o di una sigaretta. Finché un bel giorno ci siamo baciati. Nient’altro. Tutto è crollato poco dopo. Gli ho mandato un sms, ma mi ha risposto la sua ragazza. Io, in imbarazzo, le ho detto di rivolgersi a lui, però poco dopo è stato lui stesso a chiamarmi. E mi ha detto con durezza di andare a quel paese. Adesso non ci rivolgiamo più la parola. Eppure lui continua a guardarmi e io ho un macigno al posto del cuore. Dimmi: sono un disastro?
Anonima
Mia cara Anonima, mi pare ovvio che qui il disastro non sei tu. Ma l’hai capito, sì, che cosa è successo? Scoperto dalla sua fidanzata, lui è stato costretto da lei a farti una telefonata dove ti insultava. Te la immagini la scena? «No, amore, ti giuro! Questa è solo una matta che mi perseguita! Non mi piace per niente!». «Ah sì? Allora dille davanti a me di andare a quel paese e blocca il suo numero». Capisco (e non immagini quanto) che adesso ti manchi la persona che avevi immaginato fosse quel ragazzo e che però ha la stessa faccia e ha gli stessi occhi di un altro che nella realtà si è dimostrato molto lontano dalle tue aspettative…Nessuno meglio di te può sapere che un buon vino non dipende solo dal bicchiere in cui lo versiamo: deve essere, appunto, un buon vino. Cioè quello che tu meriti di bere.
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