Sono sempre di più le donne che si sottopongono a trattamenti estetici e tra loro aumenta il numero di quelle non più giovanissime: mentre da un lato si abbassa l’età media dei primi “ritocchini”, infatti, dall’altro cresce quella delle pazienti over 60 (ma anche over 70, arrivando anche alle 80enni) che chiedono l’intervento del bisturi per migliorare il proprio aspetto.
I nuovi anziani e i trattamenti estetici
A dirlo sono i dati forniti dalla Società Italiana di Medicina Estetica, appena riunitasi in congresso a Roma, secondo cui la fetta di mercato che si sta ampliando maggiormente è proprio quella dei nuovi “anziani”, che rifuggono da questa definizione e che oggi sono sempre più attivi, sia socialmente che fisicamente. “Le 60enni e le 70enni di oggi non hanno nulla a che vedere con quelle di vent’anni fa, tengono al loro aspetto molto più di un tempo, prima di tutto per se stesse”. “Va anche tenuto presente un altro fattore, legato all’evoluzione e alla crescita della medicina estetica” spiega Daniele Fasano, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (Sicpre).
Trattamenti estetici oltre i 60 anni
I dati delle più recenti rilevazioni nel settore della chirurgia estetica non lasciano dubbi: è tempo di mandare in soffitta i vecchi stereotipi, secondo cui una volta raggiunti i 60 anni o a ridosso dell’età della pensione inizia un periodo di declino, fisico, sociale e anche estetico.
Secondo l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps), pubblicati a novembre 2018, le procedure di chirurgia estetica erano cresciute del 5% in media negli ultimi due mesi, con un incremento ancora più marcato per i singoli interventi: nel 2017 la rigenerazione vaginale ha visto una crescita del +23% rispetto al 2016 e rappresenta la principale richiesta da parte della popolazione femminile; è seguita dalle richieste di interventi di snellimento e rassodamento del fisico (+22%) e in particolare dei glutei (+17%), mentre al quarto posto si trovano le rinoplastiche per migliorare l’aspetto del proprio naso (+11%).
La chirurgia estetica oggi è socialmente accettata
Cresce sicuramente il numero di donne che pensa al “ritocchino”, sia da giovanissima che in età matura, ma soprattutto tra quelle che un tempo erano considerate “nonne”: a 60 o 70 e, in qualche caso persino a 80 anni: “I motivi sono principalmente due: il primo è legato alla sempre maggiore diffusione della medicina estetica negli ultimi vent’anni. Teniamo presente che molte delle donne che due decenni fa erano 40 o 50enni e si erano avvicinate per la prima volta alla medicina estetica, oggi hanno circa 60 o 70 anni e continuano a rivolgersi al chirurgo plastico ed estetico. Va anche tenuto presente che nella società attuale ci si avvicina a questo mondo con maggiore facilità, fiducia (cresce anche il numero di amiche e conoscenti che ha già avuto esperienze di questo genere) e diminuiscono le remore, perché c’è una maggiore accettazione del ricorso al ritocco: fino a qualche anno fa le donne non avrebbero avuto il coraggio di rivolgersi al chirurgo estetico o plastico per timore della reazione di familiari, conoscenti o colleghi. Oggi è socialmente accettato e considerato più normale, tanto che molte signore si presentano accompagnate proprio dai mariti” spiega Fasano.
I trattamenti estetici più richiesti
“Gli interventi più richiesti sono quelli che spaziano dalla rigenerazione dell’area genitale femminile fino a un approccio multidisciplinare rispetto alla bellezza e alla salute: le donne si rivolgono all’endocrinologo, al chirurgo plastico estetico, al ginecologo e al personal trainer anche in un’età più avanzata” spiega la dottoressa Stefania De Fazio, specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, referente del capitolo di Medicina Anti Aging e Chirurgia Rigenerativa della Sicpre. “Sono molte, infatti, le signore che si dedicano anche ad attività fisiche, vanno in palestra, fanno pilates, insomma cercano di mantenersi in forma.
Trattamenti estetici per piacere a se stesse
Superata una certa età chi si rivolge al chirurgo estetico sembra puntare soprattutto a piacere a se stessa: “Da un lato ci sono i trattamenti più prettamente medici, verso i quali ormai c’è una certa disinvoltura, come per le cheratosi senili, le macchie a mani e viso, i filler, ecc. Dall’altro ci sono trattamenti di tipo chirurgico: se la blefaroplastica (ricostruzione o correzione delle palpebre, NdR) è tra le richieste principali, c’è un forte aumento di mastoplastiche riduttive: cresce il numero di donne over 60 e 70 che chiede di ridurre o sollevare il seno, o di intervenire sulla parte addominale, per rimodellare il girovita” spiega Fasano.
La rinoplastica tra i trattamenti estetici più diffusi
Ma laddove non riescono, come nel caso di una pancia più prominente, chiedono aiuto al chirurgo plastico ed estetico. Nel caso di seni importanti o di rinoplastiche, spesso si tratta di donne che avrebbero voluto intervenire anche in passato, ma non ne avevano avuto il coraggio o la possibilità. Spesso, quando sono over 60, si presentano con il marito che, diversamente dal passato, accetta e sostiene la scelta della moglie, pensando che questa possa farla stare meglio e sentire più a suo agio. Solo la scorsa settimana, ad esempio, mi è capitata un’insegnante appena andata in pensione, che ha chiesto una rinoplastica, spiegando che sognava da tempo di modificare il proprio naso, ma non poteva permetterselo. Oggi la medicina estetica è stata sdoganata e non viene più demonizzata neppure nelle donne meno giovani” spiega il presidente della Sicpre.
La chirurgia estetica a 40-50 anni
“Diverso è il caso delle 40/50enni, che invece pensano alla chirurgia estetica e plastica per motivi differenti, ad esempio puntando a migliorare il proprio aspetto magari dopo una delusione d’amore, la fine di un matrimonio, ecc, per “rifarsi” anche in qualche modo una nuova vita” conclude Fasano.
Chirurgia estetica: Italia al top
L’Italia è nella Top 5 dei Paesi nei quali gli interventi di chirurgia estetica e plastica sono più diffusi: al primo posto ci sono gli Stati Uniti, seguiti da Brasile, Giappone, Messico e appunto Italia, che insieme coprono il 38,4% del totale delle procedure cosmetiche. Ma qual è l’obiettivo dei “ritocchini”? “Va fatta una premessa importante: oggi questi interventi non hanno solo valenza estetica, ma anche rigenerativa. Si guarda molto di più alla salute, alla prevenzione e si interviene in modo minimamente invasivo. Ad esempio, se trent’anni fa c’era il silicone, poi bandito, oggi esiste la possibilità di utilizzare il tessuto adiposo, debitamente trattato, che ha una capacità rigenerativa straordinaria, perché contiene 500 mila cellule staminali, dunque in quantità persino superiore alla placenta. L’effetto è dunque anche stimolante sulla pelle e i risultati in alcuni casi possono essere superiori a quelli dell’acido ialuronico” spiega Stefania De Fazio. Le donne, poi, che si rivolgono allo specialista sono cambiate: “Fino a 30 o 40 anni fa si occupavano soprattutto di economia domestica, mentre oggi lavorano, conciliano gli impegni professionali con quelli familiari e hanno dunque un’immagine sociale differente”.
A ogni età il suo “ritocco”
Ma cosa chiedono? “Le richieste variano a seconda dell’età, ma in genere non si chiede una bellezza settecentesca, quanto piuttosto di star bene, in salute e con se stesse. Si va da campioni di giovanissime, che magari hanno malformazioni congenite, come le orecchie a sventola, a ragazze di 20 o 30 anni che necessitano di intervento chirurgico (ad esempio per un seno poco sviluppato o un naso adunco) a donne di 40 anni che iniziano a notare i segni del tempo. In questo caso si interviene sulla pelle atrofica, sul fisico non più tonico, sulle piccole rughe legate alla mimica, insomma per migliorare la ‘stoffa del volto’” spiega l’esperta.“A 50 anni, invece, accade che si inizia a sentire che la menopausa inizia davvero, i figli crescono e cambiano i rapporti col marito: si desidera magari migliorare l’aspetto del volto, perché il trucco non basta più, o si vuole risollevare un po’ il seno. Migliorare il proprio aspetto aiuta a sentirsi meglio: studi britannici hanno dimostrato come cancellare l’espressione di corrucciamento e tristezza dal volto migliora e abbatte i danni della depressione” spiega De Fazio, che aggiunge: “A 60 e 70 anni, invece, sono spesso i nipoti a spingere le donne a rivolgersi al chirurgo estetico e plastico, perché fanno loro notare i segni dell’età, mentre i figli in molti casi non sono d’accordo e lo ritengono un vezzo non consono all’età” dice De Fazio.
“In genere si interviene sulle parti scoperte: il volto, ma anche le mani o il decolletè, ma non mancano le richieste per le parti intime proprio da parte di donne non più giovanissime: con la menopausa, infatti, si presentano problemi come atrofia muscolare, disidratazione e secchezza vaginale, microlesioni o decadimento ormonale che porta a un calo della libido. Gli uomini sotto questo aspetto sono aiutati biochimicamente, da medicamenti o pillole azzurre e possono avere un’attività sessuale soddisfacente. Le donne ora si stanno adeguando, ma mentre fino a qualche tempo fa l’unico rimedio erano le creme vaginali, oggi ci sono trattamenti a base di cellule staminali che permettono di rigenerare i tessuti” spiega l’esperta.
Filler, bisturi o altre tecniche innovative?
Se il bisturi è stato a lungo l’unico modo per intervenire, oggi i moderni filler offrono molte possibilità. Si tratta di procedure mediche meno invasive, di più rapida esecuzione, con una degenza minima o nulla. Vengono iniettati in profondità, riducendo ad esempio il rischio di gonfiori anomali al viso che possono modificare in alcuni casi anche i tratti somatici. “Esiste anche una tecnica innovativa che si chiama ultherapy, che permette con poche sedute di intervenire in modo molto più duraturo e ricostruendo le strutture dei tessuti” spiega De Fazio.
Il consiglio, però, è sempre quello di rivolgersi personale specializzato e non superare un certo limite: “Esistono moltissimi tipi di filler: basti pensare che ogni casa produttrice offre una gamma di 7 o 8 acidi ialuronici differenti, per altrettanti usi diversi. Occorre che il medico sappia utilizzare in modo appropriato e specifico, e che il paziente non si faccia prendere la mano: c’è infatti il rischio che, una volta iniziata una certa strada, sia difficile tornare indietro, arrivando a situazioni nelle quali si perde la naturalezza dei propri tratti, come accaduto a personaggi del mondo dello spettacolo e non solo” consiglia Daniele Fasano.
E gli uomini? È boom di chirurgia estetica anche per loro
Si tratta di un rischio che riguarda anche gli uomini. La chirurgia estetica, infatti, non è più solo appannaggio esclusivo dell’universo femminile. Secondo l’Isaps, il numero di pazienti uomini è in continuo aumento e si attesta al 14,4%. Generalmente si rivolgono al chirurgo estetico o plastico per mantenere un aspetto giovanile, considerandolo un valore aggiunto anche sul lavoro. Non manca chi lo fa per migliorare l’autostima o il proprio sex appeal. I trattamenti estetici più frequenti riguardano le sopracciglia, ma anche l’epilazione, ma non mancano quelli più recenti, come il trapianto di peli per avere una barba folta e omogenea: “Credo che si tratti di richieste un po’ più stravaganti, ma certo si tratta di una tendenza generale: basti pensare alla crescita nell’offerta di creme di bellezza anche maschili, di prodotti da bagno, profumi e cosmesi” commenta Fasano. A mettere in guardia dall’eccessivo ricorso al bisturi è invece la Società Italia di Medicina Estetica, secondo i cui esperti si sta assistendo a una eccessiva femminilizzazione del modello maschile. Un tema a cui il 40° Congresso della Sime ha dedicato un intervento specifico, dal titolo How to avoid the feminization of the man when performing Aesthetic Medicine treatments.