La dinamica dell’incidente

Col passare delle ore inizia a emergere la dinamica del deragliamento del treno di Trenord 10452, in partenza da Cremona e diretto a Milano Porta Garibaldi, uscito dai binari nei pressi di Seggiano di Pioltello. A causare l’incidente sarebbe stato un cedimento strutturale, in particolare alla rotaia, sulla quale sembra fossero in corso lavori di manutenzione. Un pezzo di binario, lungo 23 centimentri, è stato trovato nei pressi dell’incidente e sequestrato: secondo una fonte qualificata, la sua sostituzione era già stata preventivata. L’ultimo controllo sulla linea, invece, sarebbe stato effettuato l’11 gennaio, ma non avrebbe rilevato anomalie.

Le indagini

Sono tre i fascicoli aperti su quanto accaduto: una da parte della Procura di Milano, che indaga per disastro ferroriviario colposo, una dei ministeri compotenti e una interna di Rete Ferroviaria Italia (RFI). Secondo quanto ricostruito, il treno viaggiava a 140 km/h quando si sarebbe rotta una giuntura della rotaia: le prima carrozzo sarebbero riuscite a passare, mentre quelle centrali sarebbero uscite dai binari. Il macchinista ha raccontato di aver tentato di frenare, ma era ormai troppo tardi.

Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha incaricato due ingegneri di effettuare una super perizia: si tratta di due docenti universitari che si sono già occupati di disastri ferroviari, come quello di Viareggio.

Le vittime: tutte donne

A bordo del treno viaggiavano 350 passeggeri, quasi tutti pendolari. Tre le vittime, 5 i feriti gravi, subito ricoverati in codice rosso in diversi ospedali, oltre 40 i contusi. Le tre vittime dell’incidente sono tutte donne: si tratta di Pierangela Tadini, 51 anni, di Caravaggio e residente a Vanzago, in provincia di Milano; Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio e di Ida Maddalena Milanesi, 61 anni, anche lei di Caravaggio (Bergamo).

La linea ferroviaria “sotto accusa”

All’indomani dell’incidente restano le polemiche: come ricordato da Legambiente, la linea Cremona-Milano è stata segnalata nel proprio rapporto Pendolaria 2018, che ha fotografato la situazione del trasporto pubblico in Italia. «Le nostre segnalazioni riguardavano soprattutto i numerosi disagi legati a ritardi o disguidi, che oggi di fronte alla tragedia di Pioltello, appaiono di poco conto, ma che non lo sono per la vita dei pendolari che ogni giorni percorrono quella tratta» spiega a Donna Moderna Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia.

«Teniamo conto che proprio nel tratto interessato dal deragliamento era stato effettuato un riammodernamento, soprattutto dei sistemi tecnologici, che in effetti avrebbero funzionato. Il problema riguarderebbe il binario che ha ceduto e ci auguriamo che questo non sia avvenuto per negligenza nella manutenzione» spiega Meggetto, che ricorda che la linea fino a Pioltello è a binario unico ed è proprio lì che si verificano i maggiori disagi (anche se l’incidente è avvenuto appena dopo, quindi non sulla tratta a binario unico).

Il binario unico

Invece l’incidente in Puglia, del 12 luglio 2016, è avvenuto proprio in un tratto a binario unico, che però «non andrebbe colpevolizzato di per sé – spiega ancora Meggetto – Esistono diversi Paesi europei, compresa la Svizzera, nei quali i binari unici sono molto diffusi e non rappresentano un problema. Certo dipende anche dalla quantità di treni che vi transitano, dal tipo di convogli e dai sistemi di sicurezza che vengono adottati. Nel caso della Puglia, a mancare era proprio un sistema di controllo tecnologico: la circolazione era affidata esclusivamente alla accortezza dei lavoratori delle ferrovie. Noi riteniamo che la condizione ideale sia quella di una diversificazione nel tipo di circolazione, unite a moderne tecnologie che permettano la salvaguardia sia dei viaggiatori che dei lavoratori delle ferrovie».

Il precedente dello scorso luglio

L’incidente è avvenuto nello stesso punto nel quale un altro treno, il 23 luglio scorso, era uscito dai binari. Solo per un caso fortuito non c’erano state vittime tra i 250 pendolari a bordo. I passeggeri erano scesi dal convoglio e avevano dovuto percorrere a piedi il tratto fino alla stazione più vicina. Quanto accaduto oggi, invece, rappresenta uno dei più gravi incidenti ferroviari della Lombardia.

La Class Action dei viaggiatori

Dopo l’incidente l’associazione CODICI, Centro per i diritti del cittadino, ha annunciato una class action sul caso: «Quanto accaduto ha delle ripercussioni in merito alla responsabilità che esulano dall’accertamento dei fatti. Infatti vi è una responsabilità così detta “contrattuale”, richiamata anche nelle condizioni generali di trasporto, che indica TRENORD responsabile “in caso il passeggero subisca un danno alla propria persona causato da un incidente come richiamato dal regolamento europeo (CE 1371/2007)» spiega l’associazione.

CODICI ha attivato il proprio ufficio legale, mettendo a disposizione un modello per tutti coloro che erano a bordo del convoglio uscito dai binari e hanno subito danni, sia fisici che morali, per attivare una class action, ovvero un’azione legale collettiva che tuteli i consumatori, a disposizione dei quali è stato messo anche un numero telefonico (02.3650.3438) e un indirizzo mail ([email protected])