Il trucco è una forma di schiavitù estetica? Lo abbiamo chiesto a due donne di spettacolo. Ecco cosa ci hanno risposto.
Sì, Debora Villa, attrice e comica
«Ha fatto bene Alicia Keys a dire basta alla donna truccata a tutti i costi. Credo sia un gesto lodevole. Questo è il compito di una diva con un milioni di fan: rappresentare un modello di femminilità autentico, libero da condizionamenti., quindi anche dal make up. Certo lei, con il suo carisma, rende la cosa invitante per tutte noi. Una tipa qualunque non otterrebbe lo stesso effetto».
È un rifiuto dei cliché
«Io non sono bella, però so che volerlo essere a tutti i costi può diventare una schiavitù. E questa trappola a volte ce la tendiamo da sole: siamo noi stesse a incastrarci nei classici cliché femminili, salvo poi lamentarci degli stereotipi. La decisione della Keys, al contrario, sembra dire: “Io per prima devo puntare sul mio talento, invece che sulla bellezza, se voglio che lo facciamo anche gli altri”».
No, Katia Follesa, comica e conduttrice tv
«Il trucco non è un diktat, ma una possibilità di sentirsi meglio. E comunque non ti stravolge. Se sei sicura di te stessa, lo sei sempre. Se non lo sei, non ti aiuta neppure la maschera di Zorro. Tutte sappiamo distinguere quando e quanto truccarci, magari più in inverno e meno d’estate. Io faccio così: e pazienza se, senza tutto il mio armamentario, non mi riconosce nessuno».
È uno stereotipo superato
«Ritenere che il trucco simboleggi un lavaggio del cervello delle donne in nome della perfezione, come fa la Keys, è sbagliato e offensivo. Ci sono professioniste in gamba, con ruoli di responsabilità, che hanno un make up perfetto e non per questo sono meno credibili. Non penso che ci si debba sentire in colpa, o meno brave, se si ha la trousse in borsa. Essere femminili non ci rende delle oche».