Sono molte le donne che restano vittima di truffe online, ad opera di esperti che le raggirano fingendosi innamorati. In redazione ci ha raggiunto la lettera di una di loro, che racconta proprio la truffa sentimentale in cui è caduta. Abbiamo indagato e scoperto che esistono gruppi di auto aiuto e associazioni che combattono questo fenomeno. Ecco le informazioni utili a tutte e la storia della lettrice che ci ha contattato.

Tutto inizia su Facebook

Lucia ha 50 anni, ha un figlio di 9 anni ed è vedova da poco. “Poco tempo fa ho ricevuto una richiesta d’amicizia su Facebook da parte di uomo francese che si faceva chiamare Roberto. Anche lui vedovo. E’ iniziata così, per caso, una corrispondenza tramite Messenger e Skype. Ogni sera ci vedevamo su Skype, era diventato un appuntamento piacevolmente inderogabile. Mi scriveva messaggi sempre molto educati, mi mandava baci e cuoricini, ci scambiavamo fotografie con o senza i nostri figli. Mi sembrava di rivivere l’adolescenza, mi mandava frasi d’amore mai lette neppure sui libri. Alla fine ho completamente perso la testa tanto da non riuscire più a staccarmi dal telefonino o dal computer.” 

La richiesta d’aiuto

Tutto molto bello fino al giorno in cui Lucia scopre la verità: “Roberto, che si è presentato a me come commerciante di opere d’arte, mi dice di dover partire per la Costa d’Avorio per acquistare maschere africane e che al ritorno vuole far scalo in Italia per conoscermi di persona. Persa ormai fra le nuvole avevo già iniziato a sognare l’incontro romantico in aeroporto, quando dalla Costa d’Avorio ricevo un suo messaggio in cui mi chiede disperatamente aiuto. Lo hanno derubato della carta di credito, del cellulare e di tutto il denaro. Non solo, per sfuggire ai rapinatori ha investito una bambina di 9 anni (la stessa età di mio figlio!) ricoverata in gravi condizioni in ospedale. Mi chiede di inviargli con urgenza 2.500 euro per pagare le cure mediche della piccola ed evitare così la galera.”

Le truffe sentimentali

“A questo punto” –prosegue Lucia nel suo racconto– “fortunatamente comincio a “svegliarmi”, faccio domande specifiche, chiedo l’invio di foto, pretendo le coordinate bancarie dell’ospedale e di tutti i dati della vittima. Lui si dimostra offeso dalle mie richieste e specifica che l’ospedale non accetta transazioni dall’Europa se non tramite agenzie di money transfert. Nel frattempo faccio ricerche su internet, scrivo un e-mail all’Ambasciata di Abidjan e scopro che il presunto signor Roberto è conosciuto negli ambienti da oltre un anno: fa parte di una banda organizzata in “truffe sentimentali” . Mi consigliano di interrompere subito ogni collegamento e  di non effettuare nessun pagamento.”

Il contraccolpo psicologico

Lucia riesce a fermarsi in tempo. Ma la truffa di cui è stata vittima l’ha comunque segnata: “Mi sono sentita una povera stupida, ho pianto senza sosta e tutt’oggi non riesco a perdonarmi di essere stata così idiota. Ha usato una tale violenza psicologica da mettermi letteralmente in ginocchio. Si figuri che si preoccupava persino di chiedermi se avevo riposato bene, se avevo mangiato e di com’era stata la mia giornata al lavoro! E’ chiaro che se fossi stata lucida avrei dovuto capire che era impossibile esistesse un uomo tanto gentile e garbato che si innamorasse di una come me, nè bella, né giovane, ma purtroppo l’amore come si suol dire è cieco.”

Decine di casi ogni anno

Un caso isolato? Affatto. Sono decine e decine le storie come questa. Tutte in qualche modo simili: personaggi che si fingono uomini colti e affascinanti contattano le donne su Facebook, inventandosi magari fantomatiche origini francesi o inglesi. Le corteggiano e quando capiscono che sono completamente cotte fingono di aver avuto un inconveniente in qualche Stato africano e di aver bisogno di soldi. Per convincerle che è tutto vero, invia loro foto o fotocopie di documenti trafugati su altri profili di persone ignare o raggirate a loro volte. Per questo è importante anche non mandare mai documenti o dati personali. I truffatori utilizzano persino dei software per truccare le video-conversazioni su Skype. Le donne sono convinte di vedere realmente il loro uomo e invece è solo l’ennesimo inganno.

Le donne più colpite

Lucia si è fermata prima di pagare ma ci sono donne che hanno versato migliaia e migliaia di euro; alcune hanno finito persino per indebitarsi. L’FBI, in un report del 2011, ha stimato circa 10.000 casi negli Stati Uniti. Ha calcolato anche l’età delle vittime: il 35% ha fra i 50 e il 60 anni, il 33% fra i 40 e i 50, il 14% più di 60 anni e il 17% la fascia 20-30. La generazione più colpita riguarda dunque le donne fra i 40 e i 60 anni. Le inchieste della magistratura e della polizia postale hanno dimostrato l’esistenza di vere e proprie organizzazioni criminali dedite a questo tipo di truffe.  

Le associazioni e i gruppi di auto-aiuto

Ma il reale numero di vittime del romance scam (il nome inglese che indica le truffe sentimentali) è molto più alto. Tante vittime si vergognano e non denunciano. Si sentono ingenue, stupide e temono di essere giudicate e criticate dagli altri. Qualcuna invece trova il coraggio di uscire allo scoperto come Jolanda Bonino che oggi ha fondato un’associazione per aiutare le vittime delle truffe sentimentali. Jolanda ha inviato migliaia di euro ad un presunto ingegnere francese che diceva di lavorare in Costa d’Avorio. “Ci sono caduta anche io che mi credevo assai furba.” –racconta– “Il fatto è che alcune volte si è in uno stato di fragilità emotiva oppure di ignoranza informatica dove è possibile tutto. E così questi personaggi incantano donne e uomini in carenza affettiva per trarne vantaggi economici. La piaga della solitudine miete molte più vittime di quanto non si pensi e non c’è da escludere che molte arrivino a gesti estremi come è accaduto in Francia e in Belgio.” Altre donne hanno costituito, sempre sui social-network, gruppi di auto-aiuto dove si confrontano, si parlano, cercano in qualche modo di ricostruire la loro autostima distrutta o di aiutare altre donne a sfuggire e a riconoscere le truffe.

I trucchi per riconoscere la truffa

Il Centro Antiviolenza “Marie Anne Erize” di Roma, invece, ha realizzato e diffuso un vademecum ricco di consigli e trucchi per stanare i truffatori dell’amore. Prima operazione da fare è controllare il profilo che ci chiede l’amicizia o che ci ha scritto in chat. “Fanno già suonare un primo campanello d’allarme” –spiegano gli esperti del Centro– “il numero esiguo di amicizie e l’assenza di notizie precise e specifiche sui dati personali, nonché la scarsità di aggiornamenti sul profilo Facebook.” Attenzione anche alla foto; cliccando col tasto destro del mouse sull’immagine è possibile cercarla su Google e scoprire se è stata copiata da Internet. 

L’identikit del truffatore

“I truffatori” -prosegueno gli esperti- “poi, tendono sempre a presentarsi con profili standard: uomini di mezza età, bianchi, europei, professionisti di successo (ingegneri, architetti e consulenti sono le professioni più gettonate), spesso vedovi e con bambini.” Raccontano di una vita sentimentale triste e di essere alla ricerca di una partner seria e affidabile.  “Il truffatore diventerà una presenza costante” –avvertono gli esperti del Centro– “vi scriverà mattina e sera, diventerà una consolazione alle fatiche e tristezze quotidiane. Il truffatore farà sentire le donne speciali e amate e la cosa può andare avanti anche per mesi”. Un lavoro lento e psicologico per rendere la vittima dipendente dal truffatore. Anche qui un buon consiglio è quello di osservare con attenzione i messaggi che vengono ricevuti: spesso si tratta di frasi fatte, messaggi generici e poco precisi. Non fermarsi all’apparenza ma porre domande precise e dettagliate. Spesso lo scammer non saprà cosa rispondere e lo farà in modo vago. Fare attenzione anche al numero di telefono che vi darà: spesso iniziano con il prefisso +4470; in questo caso si tratta sicuramente di falsi numeri.  

Mai dare soldi

“Il punto fondamentale” –proseguono– “è la richiesta di denaro. Diffidate sempre di chi chiede soldi via Internet e non date mai neppure un euro a chi non conoscete personalmente.” I truffatori useranno tutte le tecniche possibili per convincere donne generose e sole ad aiutarli. Una volta ricevuto il denaro o ne chiederanno altro con nuove scuse o troncheranno il rapporto. Il risultato e’ quasi sempre lo stesso. Chi ha sostenuto una relazione virtuale con un truffatore si sentirà distrutto per molto tempo. Non tanto per il denaro quanto per le energie investite in questo rapporto e per il fatto di aver perso la testa prima ancora di aver incontrato fisicamente l’eventuale futuro/a partner. Segue a questa prima fase, una depressione profonda. E di qui la mancata denuncia del raggiro subito non soltanto alle forze dell’ordine ma anche a terapeuti. Anzitutto denunciare alla polizia di essere stati vittima di un raggiro: in taluni casi i truffatori sono stati arrestati! In secondo luogo, investigare con l’aiuto di un terapeuta, la ragione per la quale si e’ stati raggirati senza porre attenzione. In terzo luogo, collaborare con i siti che raccolgono le testimonianze dei truffati. E’ fondamentale arricchire banche dati pubbliche on-line con testimonianze e dati. Ciò fa comprendere come anche tante altre persone siano state vittima del raggiro. Non si e’ soli. E soprattutto, non ci si può colpevolizzare per aver cercato l’amore, anche se con modalità un pochino superficiali.”