«Non si può mettere un filtro alla speranza dell’amore. L’aspirazione a pensare che da qualche parte ci sia qualcuno per noi è insopprimibile. Ma occorre essere consapevoli che il web è pieno di squali». L’avvocato Maurizio Cardona sa bene di cosa parla: da quasi 3 anni è uno dei consulenti legali di A.c.t.a, associazione contro le cybertruffe affettive fondata a Torino nel 2014 da Jolanda Bonino, ex sindacalista ed ex vittima di un falso corteggiatore online. Il caso di Jolanda è uno tra migliaia: in 4 anni sono quasi 2.000 le richieste d’aiuto arrivate all’associazione, «provenienti soprattutto da donne tra i 50 e i 65 anni, anche se il 20% ha tra i 40 e i 50, residenti in Basilicata, Puglia, Sicilia e Campania» spiega Bonino.
«Significa che in queste regioni le persone denunciano di più, non che lì avvenga la maggioranza delle truffe». Perché spesso il raggiro viene taciuto da chi vi è incappato e non esistono dati sulle cosiddette “romance scam”, le truffe romantiche. In base alle chiamate ad A.c.t.a, la media del danno subito si attesta attorno ai 50.000 euro a vittima, per un totale di almeno 80 milioni. Un tesoretto finito, tramite i servizi di money transfer, nelle mani dei racket criminali che gestiscono falsi profili su Facebook e che le agenzie investigative internazionali localizzano soprattutto in Nigeria e Ghana.
La tecnica del “love bombing”
«Il meccanismo tipico della truffa prevede che tu riceva una richiesta di amicizia su Facebook da parte di qualcuno che risiede all’estero» racconta Bonino. «Nel mio caso si trattava di un signore di origine italiana che viveva in Francia e voleva rinfrescare il suo italiano. Quindi tu inizi a scrivergli, passando nel giro di alcuni mesi dal saluto del mattino a vari messaggi al giorno, dalle informazioni generali alle confidenze sulle proprie vite, anche via chat o Skype». Paradossalmente, la lontananza rafforza questo sistema di manipolazione. Perché, come sostengono gli psicologi, la distanza fisica e temporale lascia spazio all’idealizzazione dell’altro. Per di più, i messaggi sono finalizzati a «farti sentire bella, ascoltata, desiderata» aggiunge Bonino. «Così, quando a un certo punto il tuo lui incappa in una serie di problemi, dal fermo in dogana al ricovero in ospedale, e ha bisogno che gli mandi un po’ di soldi, tu sei già senza difese».
La tecnica messa in atto prima della vera e propria richiesta di denaro è quella del “love bombing”, un termine coniato per illustrare il plagio effettuato nelle sette. «La vittima viene messa al centro di una girandola di attenzioni affettuose» spiega Caterina Signa, neuropsichiatra e vicepresidente di DiAction, associazione vittime di conflitti familiari. «Oltre a farla sentire unica, si condividono i suoi valori e sogni, generando in lei una sensazione di euforia simile all’eccitazione data dalla droga. Quando siamo innamorati, attiviamo le stesse aree del cervello più arcaico, detto rettiliano, di quando assumiamo stupefacenti. Così, anche se capiamo che non è possibile che il nostro partner non abbia parenti che possano prestargli denaro al posto nostro, ne siamo “dipendenti”: la parte emotiva prevale su quella razionale».
Love bombing: la difficoltà di denunciare
Perfino quando la truffa è palese, in tante non riescono a crederci.«È una sorta di “sindrome di Stoccolma” (dipendenza psicologica di chi è vittima di violenza fisica, verbale o psicologica, ndr)» nota Bonino. «Ecco perché, nei 3 mesi dalla scoperta dell’imbroglio che la legge prevede per sporgere denuncia, tante tacciono. Sono ancora infatuate». Non mancano quelle che addirittura ci ricascano: hanno un profondo bisogno di credere in questo tipo di inganno. A scanso di facili ironie, va chiarito che non si tratta necessariamente di persone sprovvedute o casalinghe annoiate: vengono truffate manager, docenti universitarie, perfino psicologhe. Anzi, le vittime non sono nemmeno tutte donne, per quanto pochissimi uomini ammettano di essersi fatti imbrogliare online. «Il fatto è che tutti desideriamo sentirci speciali, almeno per qualcuno. E nei momenti di fragilità, quando si è soli o si è chiusa male una relazione, è quasi inevitabile caderci» ragiona Caterina Signa.
Le conseguenze dell’inganno
Certo, prima di prestare soldi a uno sconosciuto, è bene effettuare alcune verifiche. Anche perché, una volta inviato, il denaro è irrecuperabile. Ma «il danno peggiore di questa truffa non sta nella perdita economica, né nella vergogna ad ammettere davanti agli altri che ci si è fatti turlupinare» riconosce Maria Grazia, 50 anni, assessore ai servizi sociali in un comune lombardo. «Anche chi, come me, non vuole per forza una relazione, ha un matrimonio alle spalle e una vita piena di impegni, sogna un nuovo inizio, vuole sentirsi ancora bella e “viva”. A differenza degli uomini che mi capita di conoscere, che non si profondono in galanterie e magari spariscono dopo qualche messaggio, il mio partner virtuale per mesi mi ha colmato di complimenti, mi ha ascoltato e mi ha perfino mandato fiori e regali dall’estero». Per questo motivo l’inganno è così irresistibile, e la vittima tanto prostrata allo scoprire che dietro un profilo falso non c’è nessuno: «Il mio “innamorato” mi aveva ridato la fiducia nelle sorprese che la vita può regalare» confida Maria Grazia. «E, anche se ora nutro più diffidenza verso gli uomini, riconosco che i mesi del corteggiamento sono stati tra i più belli della mia vita».
I numeri del fenomeno
Secondo un report dell’Fbi, negli ultimi 3 anni le denunce per “romance scam” negli Usa hanno riguardato perdite economiche per circa 1 miliardo di dollari. Le autorità canadesi hanno stimato in 52,4 milioni di dollari i danni per simili raggiri nel solo 2017, contro i 50 del Regno Unito nello stesso anno. E secondo le autorità di polizia australiane nel Paese ci sono più suicidi per truffe sentimentali che omicidi.
4 consigli anti-raggiro
1. Di fronte a richieste di amicizia di sconosciuti che sostengono di risiedere all’estero, è bene insospettirsi. Diffida anche quando mostrano subito di avere interessi comuni: è probabile che, prima di contattarti, abbiano studiato il tuo profilo.
2. Prima di raccontare dettagli privati verifica che il profilo Facebook dell’interlocutore sia autentico: sul sito di A.c.t.a esiste un catalogo dei profili più usati, con foto rubate.
3. Se vuoi spedire del denaro, fai un bonifico internazionale. In caso cambiassi idea, può essere revocato entro qualche giorno.
4. Tieni traccia di tutte le chat e dei pagamenti. Serviranno eventualmente a denunciare la truffa, anche se riavere i soldi prestati fosse impossibile.