Quando qualche settimana ho letto la notizia che riguardava una donna francese di 53 anni, truffata da un finto Brad Pitt, per un attimo ho pensato di vivere nel mondo della fantascienza. La signora non solo credeva di avere una storia con l’attore, ma per lui aveva anche divorziato e perduto un totale di quasi 850.000 dollari. E dopo il danno, la beffa: le è piombato addosso anche il cyberbullismo di chi pensava fosse stata ingenua, credulona. Pensandoci però, le truffe sentimentali – anche dette love fraud o romance scam – sono più frequenti di quello che potremmo pensare e possono accadere davvero a tutti: anche a chi ha dimestichezza con gli strumenti digitali. Perché in ballo ci sono soprattutto le nostre fragilità.
Truffe sentimentali: un fenomeno in crescita anche tra i più giovani
Ma che cosa si intende per love fraud? Delle strategie d’attacco che i truffatori informatici mettono in pratica facendo leva sulle nostre emozioni e sui nostri comportamenti. Il fine è ottenere dei soldi. Secondo una ricerca di ING, banca pioniera nel digital banking, in collaborazione con l’istituto di ricerca, YouGov Italia, un italiano su due ha avuto almeno un’esperienza di contatto da una persona sconosciuta che cercava di instaurare un rapporto affettivo online a scopo finanziario. E non accade solo a chi ha meno confidenza con il mondo di internet: nella fascia 18-34 anni la percentuale è del 51%, non bassa quindi. Ad avere una maggiore consapevolezza sarebbero proprio le donne, perché hanno sentito parlare più spesso del fenomeno.
Generalmente, il truffatore agli occhi della vittima si finge una persona fidata, oppure un amico o un parente. In altri casi, più subdoli, può fingersi anche un’istituzione rispettabile: un’azienda, una banca o un’autorità pubblica. In tal senso può accadere di ricevere chiamate o messaggi da qualcuno che si presenta come dipendente della propria banca, ma ovviamente sono i social media il canale principale delle romance scam. Secondo lo studio ING-YouGov per i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni la possibilità di essere truffati è del 75% sui social, del 49% sulle app di incontri, del 31% nei siti di incontri e del 25% attraverso email dirette.
La fragilità emotiva a monte delle truffe sentimentali
Il fatto che non basti essere nativi digitali o quasi, per non incorrere in una truffa amorosa ci fa pensare che non è solo una questione di sagacia o competenza. Chi si dedica a questa attività illecita, infatti, probabilmente sa perfettamente che dall’altra parte c’è una persona che ha bisogno di essere ascoltata, di ricevere attenzioni o di sentirsi almeno per un attimo importante. Oppure ciò su cui si fa leva sono l’ignoranza in materia bancaria o l’inclinazione a prodigarsi per il prossimo. Tanto basta a non far cogliere alla vittima i segnali di una love fraud: la richiesta di soldi per emergenze improvvise (80%), storie drammatiche (64%), l’evitare videochiamate e perfino incontri dal vivo (63%).
Per questo è importante operare a monte, sulle nostre fragilità, terreno fertile della fregature. Ne abbiamo parlato con Loredana Cirillo, psicologa e psicoterapeuta, socia dell’Istituto Minotauro e docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Il parere dell’esperta
Perché anche la fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, quella che generalmente si considera più scaltra con gli strumenti digitali, non è immune dalla truffe amorose?
«Sicuramente ciò che accomuna tutte le fasce d’età, anche quelle più esperte sul tema tecnologico, è la fragilità emotiva. È da questa che dipendono gli abbocchi alla manipolazione. Poi c’è la profonda solitudine che si sperimenta anche nelle relazioni, pur avendo tanti amici o un lavoro soddisfacente. Nella contemporaneità, spesso nel rapporto con gli altri non riusciamo a esprimere davvero le nostre emozioni, lo stare male o i sentimenti scomodi. Tutto questo, al contrario, magari lo si riesce a condividere con un truffatore che ha successo proprio quando riesce a stabilire con la vittima una comunicazione che coinvolge la sfera emotiva. Il senso di fiducia che si crea attraverso il raccontarsi i dolori, gli inciampi, non necessariamente solo cose positive è la scintilla della fregatura: quando si sente che la comunicazione tocca livelli profondi di condivisione».
Quanto pesano sfiducia e paura di legarsi all’altro?
Quindi c’è anche una sfiducia nelle relazioni reali che avvantaggia quelle virtuali?
«Credo ci sia una paura collettiva di dipendere dagli altri. Mi sembra emblematico il titolo della canzone di Noemi al Festival di Sanremo, Se t’innamori muori. Sembra che il lasciarsi andare allo svelamento di sè all’altro implichi rinunciare a una parte di se stessi. Legarsi, appunto, nella logica del condividere la propria autenticità e quindi anche le proprie fragilità spaventa, perché fa sentire più vulnerabili. Insomma, la relazione di coppia e la relazione d’amore vivono una profonda crisi, a tal punto che si parla anche di recessione sessuale, non solo di recessione amorosa».
Di dipendenza affettiva se ne parla molto, ma non è che a volte travisiamo quest’espressione?
«Assolutamente, nel gergo collettivo, oggi, essere dipendenti equivale come automatismo a qualcosa di negativo, da cui proteggersi. Qualcosa che ha a che fare con una patologia, con una disfunzione del legame. Come se ci fossimo dimenticati che nella natura umana, sperimentare quote parziali anche di dipendenza nelle relazioni è assolutamente un ingrediente naturale e fisiologico. Però viviamo in un mondo che rincorre l’autonomia a livelli esasperati: anche ai più piccoli si tende a insegnare fin da subito a fare da soli, a non avere bisogno neanche della mamma e del papà in un’età molto precoce. Ma la vera autonomia implica interiorizzare anche il bisogno degli altri e la capacità di chiedere aiuto».
Come immunizzarsi contro le truffe sentimentali
Come ci si può fortificare per non cadere nella manipolazione di un truffatore?
«Entrando in dialogo con i propri bisogni affettivi nella vita reale, provando a metterci di più in gioco e sviluppando legami autentici. È importante condividere anche la tristezza e la fragilità nelle relazioni di tutti i giorni. Non bisogna avere paura di maneggiare le emozioni, soprattutto quelle scomode. Quindi, impariamo anche a dire quando siamo arrabbiati, quando rimaniamo male per qualcosa senza temere di apparire pesanti o essere scartati».
I consigli per difendersi dalle truffe del cuore
- Diffida di chi ti dichiara amore eterno dopo pochi messaggi.
- Attento a profili troppo perfetti (sembrano usciti da un film?).
- Se non vuole mai fare una videochiamata, grosso campanello d’allarme!
- Mai inviare denaro a chi non hai mai incontrato di persona.
- Occhio alle storie strappalacrime per chiederti aiuto economico.
- Controlla le foto del profilo: una ricerca inversa su Google può smascherare i
fake. - Proteggi i tuoi dati: non dare mai a nessuno, ma davvero a nessuno, password o
codici bancari. Sono personali! - Se è troppo bello per essere vero, probabilmente vero non è: i soldi facili non
esistono. - Segnala profili sospetti alle piattaforme di dating.
- Cultura della verifica: ricontatta tu la persona che ti chiede soldi se la conosci,
così da smascherarla.