Donne e uomini sono diversi non solo per caratteristiche biologiche, sociali ed economico-culturali, ma anche per il rischio di ammalarsi di alcune patologie: se la depressione colpisce soprattutto la popolazione femminile (le donne ne soffrono da 2 a 3 volte di più), le malattie cardiovascolari sono considerate più “maschili”.
Molte però sono anche le differenze che riguardano i tumori, come emerge dal Libro Bianco realizzato dalla Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale della salute della Donna e di Genere. Se è chiaro che il cancro al seno colpisce soprattutto le donne e quello alla prostata gli uomini, è meno scontato pensare che il melanoma faccia più vittime maschili (4,09%) che femminili (1,7%), o che il tumore al colon-retto sia molto più aggressivo nelle donne. «Tra i motivi delle differenze ci sono sicuramente fattori genetici, biologici, ormonali, immunitari ma anche ambientali e sociali» spiega Nicoletta Orthmann, Coordinatore medico scientifico dell’Osservatorio nazionale della Salute della Donna e di Genere (Onda).
I fattori ambientali
Secondo il report 2019 di Aiom (Associazione Italiana Oncologia Medica) e Airtum (Associazione Italiana dei Registri dei Tumori) ogni anno ci sono 371.000 nuovi casi di tumori maligni, con 179.000 decessi (2016). Quella al seno è la neoplasia diagnosticata più di frequente, seguita dal tumore a colon-retto, polmone e prostata. Il genere influenza non solo la localizzazione della malattia, ma anche l’eventuale diagnosi e decorso: nel complesso le donne hanno una sopravvivenza a 5 anni del 63% contro il 54% degli uomini. Ma come si spiega? «Tra i fattori che spiegano le differenze di genere in termini di suscettibilità ai tumori, ci sono quelli di tipo ambientale. Ad esempio, negli uomini sono più frequenti i tumori a carico delle vie urinarie e alla vescica per motivi occupazionali: statisticamente sono maggiormente a contatto ed esposti agli effetti di sostanze dannose per questo tipo di apparato» spiega l’esperta» spiega l’esperta. Ma contano anche altri elementi.
Uomini e donne: quando il tumore è più aggressivo
La Medicina di genere ha già fatto molti progressi, ma gli studi proseguono per indagare, ad esempio, la diversa localizzazione dei tumori. «Il melanoma, infatti, negli uomini è più frequente che si presenti sul tronco, mentre nelle donne agli arti. Il tumore al colon-retto (al secondo posto per incidenza) nelle donne si riscontra soprattutto nella parte ascendente dell’organo, a destra, e questo è uno dei motivi del ritardo nella diagnosi della malattia nella popolazione femminile. Inoltre il tumore del tratto ascendente risulta biologicamente più aggressivo. Dunque la donna in questo caso è svantaggiata nell’esordio della malattia e nell’evoluzione naturale in fase di cura» spiega Nicoletta Orthmann.
Anche i tumori legati al fumo mostrano alcune differenze. «Come si legge nel Libro Bianco, nella donna un terzo delle sigarette è sufficiente a causare gli stessi effetti dannosi provocati nell’uomo, probabilmente anche a causa della minor massa corporea e della conseguente maggiore concentrazione delle sostanze tossiche» dice Orthomann. Questo potrebbe spiegare l’incidenza del tumore al polmone, legato al fumo, che rappresenta la principale causa di morte per neoplasia in Italia.
Difese e ormoni: le donne sono più forti, ma…
In alcuni tipi di tumore il sistema immunitario femminile si dimostra più reattivo favorendo un esito positivo delle cure. «Nelle donne il sistema immunitario è molto più reattivo e questo spiega perché risultano più forti e meno suscettibili in genere alle infezioni, ma questo è anche il motivo per cui sono più soggette a malattie autoimmuni legate a reazioni abnormi proprio del sistema immunitario. In campo oncologico, questa peculiarità potrebbe spiegare come mai il genere femminile si ammali meno rispetto a quello maschile» spiega Orthmann. Anche gli ormoni, strettamente legati alle difese immunitarie, hanno un ruolo fondamentale: «Un’alta concentrazione di estrogeni ha un effetto antifiammatorio». Ecco perché con la menopausa e il conseguente crollo della loro concentrazione, aumenta il rischio di insorgenza di alcuni tumori nelle donne. Altre differenze riguardano poi la risposta alle terapie oncologiche.
Uomini e donne, terapie oncologiche diverse
«Gli studi condotti finora dimostrano che gli uomini rispondono meglio alle immunoterapie contro i tumori, che rappresentano la nuova frontiera delle cure oncologiche. Si tratta di terapie che invece di aggredire le cellule tumorali, stimolano la risposta immunitaria». Da qui l’importanza di proseguire nelle ricerche e nell’applicazione della Medicina di genere, per arrivare a cure sempre più mirate rispetto al genere. «Anche la risposta alla chemioterapia è diversa: le donne sono più predisposte a sviluppare tossicità dose-correlate e dunque presentano con maggior frequenza effetti collaterali, come nausea, vomito, diarrea e perdita di capelli» spiega il Coordinatore medico- scientifico dell’Osservatorio Onda.
Uomini vs donne: conta anche l’età
Oltre che dal genere, l’incidenza dei tumori è influenza anche dall’età. Ad esempio, se negli uomini più giovani il tumore più frequente è quello al testicolo (raro negli over 50, tra i quali aumenta il numero di tumori alla prostata), nelle donne il cancro al seno rimane la neoplasia più diffusa a tutte le età, anche se con percentuali diverse: colpisce il 40% della popolazione femminile sotto i 50 anni e il 22% di quella ultracinquantenne. Tra la popolazione femminile più giovane, invece, sono diffusi i tumori alla tiroide, melanomi, colon-retto e cervice uterina.
Tumori, le donne muoiono meno?
Ma quanto “pesano” i tumori su uomini e donne? Per entrambi il cancro è la seconda causa di morte (29%) dopo le malattie cardiocircolatorie (37%). Nella popolazione maschile, però, entrambe le patologie causano lo stesso numero di decessi (circa il 34%), mentre tra le donne le malattie cardiocircolatorie mietono più vittime dei tumori (40% contro il 25%). La probabilità di morire per un tumore per un uomo, secondo il report Airtum, è di 1 ogni 3, mentre per le donne è di 1 ogni 6. Si tratta di dati che confermano la necessità di investire nella Medicina di genere per arrivare a cure sempre più specifiche e, possibilmente, personalizzate.