Il 4 marzo, in occasione dell’International HPV Awarness Day (la giornata di sensibilizzazione sull’HPV – il Papilloma virus responsabile del tumore al collo dell’utero – promossa dall’international Papillomavirus Society), l’IFO di Roma (Istituti Fisioterapici Ospitalieri) organizza iniziative, incontri e visite gratuite per aumentare la consapevolezza dei rischi legati al virus HPV e informare sulle straordinarie armi a disposizione della medicina nella prevenzione del cancro. Studi alla mano, oggi si sa che un tumore su tre potrebbe essere evitato proprio grazie allo stile di vita sano e alla prevenzione.
Nella prevenzione del tumore al collo dell’utero c’è un’importante novità.
Il Pap test va in pensione?
Il Pap test non è più il solo esame previsto dallo screening gratuito per tutte le donne. Oggi nei controlli offerti dal Servizio sanitario è presente anche l’Hpv-test. «Entrambi servono per identificare la presenza del Papilloma virus, e in particolare dei tipi che aumentano il rischio di cancro del collo dell’utero» spiega Luciano Mariani, responsabile dell’Hpv Unit dell’IFO, Istituti di cura e ricerca scientifica sui tumori, di Roma. «Con una grande differenza. Il Pap test scopre se ci sono già cellule alterate. L’Hpv test, invece in caso di presenza del virus, ne legge il Dna. E visto che il Dna è il “cuore” della cellula, questo subisce una trasformazione molto prima che il virus dia segno della sua presenza». Quindi un eventuale rischio viene individuato ancora più precocemente rispetto al Pap test.
Vediamo in quali casi e con quale frequenza vengono “passati” i due esami dal Servizio sanitario nazionale.
Per le giovani
Tra i 20-25 e i 30 anni lo screening gratuito prevede il Pap test. «L’Hpv è un’infezione a trasmissione sessuale e ha una prevalenza maggiore nelle donne giovani» aggiunge l’esperto. «Sappiamo però che, anche se viene individuato un virus che aumenta il rischio di tumore, nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni transitorie che guariscono da sé nell’arco al massimo di un anno. In più, la trasformazione in lesione pretumorale prima e tumorale poi, avviene in circa 20 anni. Ecco perché sottoporre una paziente di questa età a un Hpv test significherebbe solo creare stati di ansia inutili e una conseguente richiesta di altri esami».
Cosa succede se il Pap test è positivo
Si fa l’Hpv test. E se anche questo risulta positivo, si esegue una colposcopia, per vedere direttamente il collo dell’utero e l’eventuale presenza di lesioni.
Cosa paghi
Il Pap test è gratis se viene eseguito ogni tre anni. Nel caso tu decida di ripeterlo prima, pagherai tra 50 e 80 euro privatamente e circa 35 con ricetta del tuo medico di famiglia.
Le over 30
L’esame viene ripetuto ogni cinque anni, anziché tre, come avveniva nel caso del Pap test. E tutte le ricerche condotte in questi ultimi anni hanno dimostrato che il livello di protezione non è inferiore a prima.
Cosa succede se l’Hpv test è positivo
Viene eseguito il Pap test per controllare lo stato delle cellule: in genere, però, non è necessario ritornare per un altro prelievo, perché viene utilizzato parte del campione raccolto in precedenza. E, se anche questo è positivo, devi sottoporti alla colposcopia. Se è negativa puoi stare tranquilla, ma per sicurezza l’oncologo potrebbe stabilire un calendario di controlli personalizzato.
Cosa paghi
L’Hpv test è gratuito nell’ambito dello screening, altrimenti i costi sono circa il doppio rispetto a quelli del Pap test.
I due esami si svolgono nello stesso modo: con una spatolina si preleva un campione di cellule dal collo dell’utero che, nel caso del Pap test, viene esaminato al microscopio, nell’altro è un’analisi genetica.
Anche le regole da seguire nei due giorni precedenti all’esame sono identiche.
1 Niente lavande, creme, gel, ovuli, deodoranti intimi.
2 È consigliata l’astensione dai rapporti sessuali.