Offrire ai malati di tumore le migliori opportunità di cura e impedire che si rivolgano a ciarlatani o abbandonino le terapie efficaci. È questo lo scopo dell’oncologia integrata, che affianca la medicina dolce a quella tradizionale per potenziarne i risultati.
«La malattia rende più fragili» spiega Massimo Bonucci, presidente di Artoi, l’Associazione ricerca terapie oncologiche integrate. «E questo aumenta il rischio di cadere nelle mani sbagliate. Il paziente invece deve sapere che può contare su diverse soluzioni in grado di alleviare gli effetti collaterali delle cure antitumorali. Con tecniche e sostanze validate scientificamente e prescritte da specialisti in medicina integrata che lavorano a fianco dell’oncologo».
Ma quali sono le terapie più accreditate? E quando vanno bene? Ecco cosa ci hanno detto i nostri esperti.
La chemioterapia
La chemioterapia è una delle cure anticancro più temute per i suoi effetti collaterali. Ma si può affrontare bene con l’aiuto delle terapie complementari. Tra i disturbi più fastidiosi ci sono quelli gastrointestinali, peraltro comuni anche alla radioterapia.
«L’omeopatia offre vari rimedi efficaci» afferma il dottor Elio Rossi, responsabile dell’ambulatorio di omeopatia dell’ospedale Campo di Marte di Lucca. «Come Nux Vomica, che funziona bene per nausea, gastrite, esofagite e digestione difficile, mentre Cadmium sulfuricum è indicato per il dolore gastrico e i blocchi digestivi».
Tra le piante, un ottimo rimedio antinausea è lo zenzero in polvere. Se i medicinali omeopatici e fitoterapici non bastano c’è l’agopuntura, che è efficace anche sulle forme più resistenti.
«La stimolazione con gli aghi agisce sul nervo vago che mette in comunicazione addome, cervello, torace e pancia, favorendo digestione e relax» spiega il dottor Franco Cracolici, tutor di agopuntura del Centro di medicina integrata dell’Ospedale di Pitigliano. «In genere si fa una seduta sette giorni prima della chemio e poi una alla settimana. Il trattamento è molto utile anche per alleviare la secchezza della bocca e le neuropatie, cioè dolori e formicolii».
La radioterapia
Pelle e mucose sono tra i maggiori bersagli della radioterapia, che provoca infiammazioni, dermatiti o addirittura ustioni. «Per prevenire questi disturbi usiamo una crema fitoterapica a base di calendula» dice Chiara Bocci, specialista in radioterapia oncologica ed esperta in medicina complementare presso l’Unità di senologia dell’Istituto Maugeri di Pavia. «A seconda della zona colpita utilizziamo strategie diverse.
Per le mucositi del cavo orale ci sono vari prodotti efficaci, come l’Orasol che contiene sostanze ed estratti fitoterapici ad azione antinfiammatoria e può essere deglutito: quindi può essere utilizzato anche per i disturbi dell’esofago. Per prevenire l’aggravamento del linfedema (il gonfiore) della mammella o delle braccia si usano con successo dei medicinali omeopatici e fitoterapici drenanti come il Lymdiaral oppureprodotti a base di Bromelina. È molto importante, infine, seguire un’alimentazione equilibrata e fare una regolare attività fisica durante il ciclo di radioterapia, perché uno stile di vita sano aiuta a sopportarla meglio».
Le cure farmacologiche
L’ormonoterapia e le terapie a bersaglio molecolare vengono spesso prescritte per vari anni dopo un tumore al seno in modo da prevenire le ricadute. Ma provocano disturbi come vampate di calore, mal di testa e dolori articolari.
«L’intensità dei sintomi dipende dalla capacità dell’organismo di metabolizzare il principio attivo» spiega Giuseppe Di Fede, specialista in Immunoterapia e medicina genetica a Milano. «La quota che non viene utilizzata rimane in circolo e scatena uno stato infiammatorio che provoca i disturbi».
Le terapie integrate puntano a rendere gli organi più recettivi nei confronti dell’ormonoterapia. E riducono così lo stato di sofferenza. «Si utilizza il sulforafano» continua l’esperto. «Si tratta del principio attivo dei broccoli. È un potente antiossidante e ha la capacità di stimolare l’attività di enzimi con azione disintossicante. È in capsule a dosaggi diversi e per potenziare la sua efficacia viene associato alla curcumina, sempre in capsule».
Ci vuole qualche settimana però prima di avvertire i benefici della terapia. Nel frattempo si possono prendere dei rimedi omeopatici. «Rhus toxicodendron è indicato per i dolori articolari che migliorano con il movimento» aggiunge il dottor Rossi. «Mentre Ruta va bene per la lombalgia e la sciatica. Per le vampate, invece, tra i più prescritti ci sono Lachesis e Cimicifuga». Il coenzima Q10 infine serve per combattere il mal di testa.
I rimedi per i sintomi psicofisici
Ansia Dalla diagnosi in poi è inevitabile. «Si combatte con il vischio» dice la dottoressa Emanuela Portalupi, della Società italiana di antroposofia. «Calma, migliora il tono dell’umore, l’astenia e allevia dolori e formicolii». Oppure c’è l’omeopatia. «Per l’ansia che assale prima di ogni esame è perfetto Gelsemium» dice Elio Rossi.
Depressione A provocarla è la paura del domani. «Funziona bene l’agopuntura» afferma Franco Cracolici. «Perché stimola la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore».
Fatigue Èun mix di disturbi come astenia, sbalzi d’umore, insonnia che si può scatenare durante le terapie. «Efficaci sia la radice di ginseng sia il complesso omeopatico VC15 forte, un tonico psicofisico» dice la dottoressa Bocci.
I centri pubblici di oncologia integrata
In Emilia Romagna e in Toscana, ci sono ambulatori dedicati, accreditati col Servizio sanitarioNazionale. A queste strutture può accedere anche chi abita in altre regioni, con l’impegnativa del medico di famiglia e, in genere, al costo di un ticket. In alcuni ospedali ci sono poi reparti oncologici con uno spazio per la medicina integrata,ma non c’è ancora un elenco ufficiale. Per info clicca Su www.artoi.it