Nella prima settimana di giugno, quella successiva alla riapertura dei confini regionali dopo il lockdown, gli arrivi internazionali hanno segnato un -85,9% dalla Cina e un -82,7% dagli Usa. Colpa dei blocchi internazionali, della quarantena, ma anche delle difficoltà di collegamento aereo e della paura, che fa sì che la parola d’ordine dell’estate 2020 sia «cautela». A prevalere è il turismo domestico, insieme però a quello di «prossimità» europeo. Col passare delle settimane, infatti, si sta assistendo a una ripresa degli arrivi di vacanzieri stranieri, soprattutto dalle vicine Francia, Svizzera e Germania. Nel frattempo anche le prenotazioni dei voli dall’estero per l’Italia sono salite a 300.000 con un trend positivo e le previsioni sono di una stagione all’insegna delle vacanze settembrine.
Turismo senza stranieri a inizio estate
I dati sul crollo del turismo straniero, che rappresenta una fetta consistente di quello complessivo in Italia, parlano chiaro. Ad oggi sono 4 su 10 le camere delle strutture ricettive prenotate online – dai turisti italiani e stranieri, secondo le rilevazioni di Enit, Ente nazionale italiano del Turismo. Il 62% rimane ancora disponibile. Le città d’arte sono quelle che soffrono maggiormente la mancanza di visitatori dall’estero. In particolare a Venezia il 68% delle camere è ancora vuoto. Firenze segna -63,9% di arrivi internazionali, Napoli -61,5%, Roma -60,5%. Se da un lato si tratta di un trend negativo che non risparmia neppure altre destinazioni turistiche straniere (Nizza-Cannes segna -61,8%, Barcellona -59,2% e Parigi -57,9%) qualche segnale positivo arriva dalle località di mare. Rimini, per esempio, si sta riprendendo con la metà delle notti già prenotate.
Si torna a prenotare, ma per settembre
D’altra parte il mondo del turismo si adatta facilmente al cambiamento e all’evoluzione, e stando alle prenotazioni delle ultime settimane quello straniero dovrebbe segnare un aumento nell’ultima parte dell’estate e all’inizio dell’autunno.
Segnali di ripresa, però, ci sono soprattutto col passare delle settimane. Già da metà giugno, dopo la riapertura delle regioni dal 3 giugno e in vista di quella dei confini europei a luglio, sono riprese le prenotazioni. Secondo l’Enit, l’Ente Nazionale italiano del Turismo, è presto per festeggiare: per tornare ai livelli pre-Covid occorrerà attendere ancora a lungo, fino a 3 anni, ma allora lo scenario potrebbe essere persino più roseo del passato, con un +2% nel 2022, grazie alla voglia degli stranieri di tornare a godere di paesaggi, mare ed enogastronomia del Belpaese.
Sui social c’è nostalgia delle bellezza d’Italia
Le rilevazioni web sulle intenzioni di viaggio e menzioni delle località italiane nelle ricerche mostrano come oltre 300 milioni di persone sono interessate al brand Italia. Dal 18 marzo al 28 giugno, si contano un totale di 837,2 mila mention – di cui 68,3 mila comparse sul web e 768,9 mila dai social. A partire dal 23 giugno è cresciuta l’incidenza del tema turismo sul totale citazioni Italia. Insomma, almeno nel mondo virtuale il desiderio di visitare l’Italia non ha subito flessioni.
Chi torna e dove
Per ora le prenotazioni e le presenze riguardano soprattutto le località di mare. In particolare la Liguria, ma anche il Veneto. Si tratta per lo più di turisti a «corto raggio», come francesi e tedeschi, ai quali si uniscono gli svizzeri. Se è vero che sarà difficile o impossibile eguagliare i 7 milioni di turisti stranieri che si erano riversati sulle coste liguri nell’estate 2019, è innegabile che nelle ultime settimane almeno un 20%, pari a circa 1 milione e mezzo, è tornato a prenotare negli hotel. Federalberghi ligure conferma che si tratta soprattutto di europei, che danno una «boccata d’ossigeno» al comparto, dal momento che rappresentano la metà delle prenotazioni che stanno arrivando nelle strutture ricettive liguri, penalizzate dai disagi legati alla viabilità.
Non devono fare i conti con gli stessi ingorghi, invece, i turisti che sono tornati in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il lago di Garda rappresenta tradizionalmente una meta ambita per austriaci e tedeschi, che sono anche i primi a tornare in questa estate 2020. Anche la riviera veneta, con Jesolo e le sue spiagge chilometriche che garantiscono il distanziamento, sembra riprendersi dopo la crisi di inizio stagione.
Frenano le disdette per i prossimi mesi
Secondo i dati dell’Ente italiano del Turismo il 48% degli inglesi ha prenotato per i prossimi 30 giorni mentre il 2% manifesta l’intenzione di viaggiare tra 6 mesi. A incoraggiare è il fatto che si è assistito a una frenata alle disdette. In particolare nelle prenotazioni da 13 luglio al 23 agosto la Germania passa da -83,7% a -75,7%, la Francia da -79,1% a -64,9, il Regno Unito da -90,6% a -86,5%, mentre restano più elevate quelle da Usa (-94,3%) e Russia (-93%).
È l’estate della montagna
Il turismo di prossimità, anche a livello europeo, favorisce le località di montagna che consentono di evitare assembramenti e infatti sono meno colpite dal trend negativo del turismo (-39% sul 2019) rispetto alle destinazioni costiere (-51%) e alle città d’arte (-49%), maggiormente dipendenti dai turisti provenienti da oltreoceano. Il turismo montano soffre meno intercettando il 60% dei propri visitatori dal mercato interno. Le Dolomiti, così come le montagne piemontesi e valdostane, non sembrano soffrire particolarmente la crisi segnata invece da altre zone d’Italia. Nel complesso, rispetto ai primi di giugno, si assiste a una leggera ripresa passando da un -89,4% a -85,4% con un trend positivo che fa ben sperare soprattutto per la seconda parte della stagione, quella che va da metà agosto fino ai primi ottobre.
Come va nel resto d’Europa
«Per l’intero trimestre estivo da luglio a settembre l’Italia realizza un calo in linea con quello degli altri Paesi concorrenti (Italia -86,9%), Francia (-83,9%) e Spagna (-83,4%). Una contrazione più profonda a luglio (-90,4%) rispetto ad agosto (-85,3%) e a settembre (-83,3%)” spiega il direttore Enit Giovanni Bastianelli. D’altro canto i collegamenti aerei non consentono ancora di parlare di un ritorno alla normalità che permetta anche il ritorno dei turisti cosiddetti di «lungo raggio» come quelli orientali. Ci sono poi ancora quarantene per chi proviene da alcune aree. «Gli arrivi internazionali in tutto il 2020 calano del 55% rispetto al 2019 (pari a 35 milioni di visitatori) e l’Italia perde 119 milioni di pernottamenti nel 2020 (165 milioni compresi gli italiani)» aggiunge Bastianelli. L’emergenza Covid, dunque, pesa sul turismo italiano, così come non risparmia altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come la Spagna (-50%) e la Francia (-52%).