Il turismo sessuale non è (più) solo maschile. Cresce il numero delle donne, di diverse fasce d’età, che accarezza l’idea di trovare l’amore o anche solo relazioni fugaci in vacanza. Si calcola che ogni anno siano circa 600mila le turiste del sesso, che abbandonano le mete tradizionali delle ferie a favore di luoghi sempre più esotici: tra i più gettonati ci sono Giamaica, Kenya, Santo Domingo, Cuba, ma anche l’Africa centrale e il Maghreb. Si tratta di un fenomeno diffuso in buona parte del mondo occidentale: sarebbero 600 mila le turiste del sesso, 30 mila le italiane. “Il fenomeno è molto variegato, ma si va dalle donne che vivono avventure estemporanee ad altre che invece arrivano in posti come Capo Verde con già il nome del ragazzo con cui trascorreranno la loro settimana di vacanza” spiega a Donna Moderna Damiano Gallinaro, antropologo e membro all’Anpia, l’Associazione Nazionale Professionale Italiana degli Antropologi. Ecco l’identikit di chi parte in cerca di avventure, dove va e come gestisce i nuovi rapporti.
Un fenomeno in crescita
Quello del turismo sessuale è un fenomeno iniziato negli anni ’80, ma che col tempo è cresciuto in modo costante, tanto da destare l’attenzione anche degli studiosi. L’americana Deborah Pruitt e la lituana Suzanne LaFont se ne sono occupate in una ricerca del 1995, che tutt’oggi rappresenta un caposaldo della letterature in questo settore. Sono state loro a coniare espressioni come beach boys o rent-a-rasta per indicare i giovani aitanti delle spiagge caraibiche, pronti a soddisfare i desideri di donne di mezza età in vacanza in quelle zone. Secondo le studiose a spingere molte di loro in località ad alto tasso di divertimento (e basse inibizioni) non è solo il desiderio sessuale, ma anche la voglia di “relazioni differenti”.
A fare un’altra analisi è stata anche Susan Frohlick, autrice di Sexuality, Women, and Tourism: Cross-Border Desires through Contemporary Travel. Secondo l’esperta, molte “turiste del sesso” partirebbero cariche di fantasie, ma senza mentire a se stesse e pronte a pagare per le prestazioni offerte dagli uomini, ritenuti veri gigolò. “In effetti è un fenomeno che sta aumentando col tempo e che ha anche cambiato il tipo di turismo in alune zone, come Capo Verde, dove esiste anche un indotto notevole dalla vera e propria prostituzione da parte di giovani del posto e non solo: oltre ai capoverdiani, infatti, ci sono anche ragazzi che arrivano da altre zone dell’Africa, come Guinea e Senegal, che si offrono a donne occidentali benestanti in cerca di svago” spiega Gallinaro, autore anche del libro Oltre il turismo. Scenari di mutamento nell’Arcipelago di Capo Verde (Narcissum Ed.).
Le mete del turismo sessuale
Le località più gettonate si trovano nei Caraibi, in Asia e in Africa. Il fascino dell’esotico, insomma, la fa da padrone. Ecco, allora, che proprio la piccola cittadina di Talamanca, in Costa Rica è diventata la capitale per antonomasia di un certo tipo di turismo sessuale femminile, costituito principalmente da donne bianche, intorno ai 40/45 anni (ma anche oltre), affascinate dalla libertà sessuale del posto. L’idea di concedersi un break spinge dunque a lasciarsi andare a relazioni che possono durare appena due settimane e che non escludono proprio una sorta di “ricompensa” in termini economici o regali al partner occasionale.
Tra le mete più lontane maggiormente richieste ci sono l’Havana a Cuba, sia per lei che per lui: qui il sesso a pagamento è legale e senza intermediari. Nel cuore dei Caraibi, un tempo paradiso soprattutto degli uomini single, oggi ci sono numerose donne agée in compagnia di giovani dal fisico statuario. Se Bangkok, in Thailandia, resta la patria dei body massage che molto piacciono a lui, anche Rio de Janeiro ha visto aumentare la quantità di turisti negli ultimi anni, non sempre attratti solo dal noto carnevale. Tra le mete prevalentemente femminili, poi, ci sono poi Victoria, alle Seychelles, e Capo Verde: la pelle d’ebano dei ragazzi del posto esercita un indubbio fascino sulle signore più o meno giovani.
Tra i posti più vicini, ecco invece Marrakech, in Marocco, che affascina con i suoi colori, profumi e con la popolazione locale che riscuote un fascino indubbio sulle turiste e sui turisti in cerca di divertimento.
Secondo l’Organizzazione mondiale del Turismo la prima destinazione del turismo sessuale femminile resta comunque l’Europa meridionale: in particolare i Paesi dell’ex Jugoslavia, la Turchia e la Spagna, apprezzati soprattutto dalle russe e dalle signore dell’Est europeo. Ecco dunque la Spagna, che offre diverse mete fuori dal circuito tradizionale del divertimento, come Barcellona o Valencia. Magaluf, ad esempio, è considerata la città degli scandali, dove sesso (ma anche alcol e droga) non mancano. Il mare, poi, fa da cornice indimenticabile.
Berlino, invece resta in vetta alla classifica delle capitali grazie agli FKK, locali che offrono svago e divertimento (dal bar, al cinema, alle saune e vasche idromassaggio), dove poter conoscere altre persone. Sono frequentati soprattutto da uomini, ma l’accesso è aperto anche alle donne.
L’identikit di “lei” in vacanza
Tra i primi a tracciare l’identikit della donna in cerca d’avventura in vacanza è stato il sociologo e antropologo Klaus de Albuquerque, che nel 1998 scrisse un libro intitolato In cerca del Big Bamboo. Secondo l’esperto le turiste sessuali si possono dividere in quattro tipologie: le “debuttanti” o neofite, ovvero quelle alla prima esperienza; le turiste sessuali “situazionali”, ben disposte a fare sesso con i beach boys del posto, pur non partendo con questo obiettivo specifico; le “veterane”, che invece viaggiano proprio allo scopo di gratificarsi con il sesso in totale anonimato e lontano dalla madrepatria; infine, le “reduci” che non solo hanno già assaporato il gusto di avventure sessuali in vacanza, ma hanno persino instaurato relazioni che rinnovano di anno in anno.
Questa classificazione trova conferma nella realtà: “Ci sono donne che partono senza l’intento preciso di vivere una avventura, altre invece sanno già che troveranno ad aspettarle un ragazzo che avrà un bigliettino con il loro nome: esistono, infatti, un passaparola e anche vere organizzazioni che si appoggiano ai resort del posto” spiega Gallinaro.
Solitamente si tratta di donne bianche, mediamente benestanti, con un’età minima di 40/45 anni (anche fino ai 60 anni), spesso annoiate. “Molte desiderano solo una pausa dalla routine” aggiunge Gallinaro. Uno studio condotto dalle sociologhe britanniche Sanchez Taylor e Julia O’Connell Davidson, invece, ha focalizzato la propria attenzione sulle turiste sessuali in Giamaica, scoprendo che il 50% di loro ammetteva che le avventure erano rese possibili grazie a “ricompense economiche”, ma continuava comunque a parlare di relazioni “romantiche”.
“Non mancano comunque casi di giovani turiste che, innamoratesi sul posto e rimaste incinte, sono tornate a casa con il ragazzo conosciuto in vacanza. Una volta ottenuta la cittadinanza, però, o al sorgere dei primi contrasti o di fronte alle differenze culturali, queste unioni in molti casi sono naufragate. In queste storie spesso le donne pensavano di aver trovato l’amore, ma si sono trovate ad avere a che fare con uomini che agivano solo per tornaconto personale” spiega l’antropologo.
L’identikit di “lui”
A delineare, invece, il ritratto degli uomini in cerca di avventure sessuali all’estero è l’Ecpat (End Child Prostitution in Asia Tourism) secondo cui si tratta in media di 40enni, disposti a pagare in modo esplicito in cambio di prestazioni. Secondo le più recenti analisi, però, l’età media del turista sessuale maschile si è abbassata, al contrario di quanto avviene per le donne. “Spesso si tratta di giovani che fronte all’occasione di fare sesso per una manciata di dollari, non si fanno tanti problemi” denuncia l’associazione.
Di frequente sono professionisti e imprenditori, con famiglie a casa, disponibilità economica e lavori appaganti: “Il turismo sessuale al maschile e al femminile sono più simili di quanto non si possa pensare. Tuttavia gli uomini sono meno romantici e hanno un approccio più materiale”.
Il vocabolario: le “parole magiche” del turismo sessuale
Esiste anche uno specifico linguaggio che fa da corollario al mondo del turismo sessuale. Ecco qualche esempio:
Romance Tourism: si tratta della definizione più edulcorata per definire quel tipo di vacanza nella quale non si cercano solo delle bellezze naturali del posto, ma anche quelle…maschili!
Indirect Pay: una donna che intende approfittare delle ferie per dedicarsi ad avventure sentimentali e soprattutto sessuali non dovrebbe mai dimenticare che, esistono schiere di aitanti giovani (e meno giovani) pronti a soddisfare ogni desiderio femminile, ma in cambio di qualcosa. In alcuni casi si tratta di denaro, ma spesso questi ragazzi si aspettano un cosiddetto “Indirect Pay” , ovvero l’offerta di regali, omaggi e inviti a cene e aperitivi. Un modo meno diretto, appunto, per essere compensati delle proprie prestazioni!
Sanky panky: con questo termine si indica il maggior “pericolo” in cui può imbattersi una donna in vacanza, ovvero l’uomo sfrontato che, invece che chiarire il tipo di rapporto che si può instaurare con la vacanziera (una storia occasionale), finge di essersi perdutamente innamorato di lei. Evidentemente l’obiettivo è quello di “spillare” denaro alla malcapitata, arrivando persino a illuderla di voler vivere tutta la vita con lei, magari sposandola (e trasferendosi con lei e a carico suo nel paese d’origine della turista). E’ lo scenario peggiore che possa presentarsi, perché in questo caso “lei” rischia di essere sedotta, raggirata e poi…mollata, una volta ottenuto il proprio tornaconto personale dall’uomo gigolò.
Sugar mommas: anche questo è un termine piuttosto diffuso, anche se poco apprezzato dalle turiste del sesso. Indica proprio le donne che per prassi soggiornano in determinate località dove ritrovano possibilmente lo stesso uomo ad attenderle, per vivere un’avventura a tempo, durante la quale lei fa fronte a tutte le esigenze economiche per non far mancare nulla a stessa e al compagno temporaneo.
Il sesso per gli uomini e per le donne
Uno dei più diffusi luoghi comuni afferma che gli uomini pensino al sesso in modo molto più frequente delle donne e dunque che questo rappresenti un “chiodo fisso” nella vita maschile. In realtà la vita sessuale è importante anche per l’universo femminile, seppure con sfumature differenti. Uno studio della Ohio State University di Mansfield pubblicato su The Journal of Sex Research e coordinato dal professor Terri Fisher, mostra come gli uomini pensino al sesso circa 18 volte al giorno, escludendo le ore del riposo notturno.
Il turismo sessuale con minori: il triste primato italiano
Ben più allarmante è invece la piaga del turismo sessuale con minori, che si configura come un vero e proprio reato: la pedofilia. In questo l’identikit è quello di un viaggiatore in cerca di sesso in paesi, dove bambini e adolescenti sono costretti a vendersi per pochi soldi. Un fenomeno che inizialmente riguardava solo o prevalentemente il sud-est asiatico, tanto che la maggior organizzazione no profit attiva nel contrasto a questo problema è l’End Child Prostitution in Asia Tourism.
Secondo i dati Ecpat, ogni anno 1 milione di persone si dedica al turismo sessuale con minori, per un giro d’affari complessivo di 5 miliardi, spesso in mano a organizzazioni criminali ben strutturate. L’Italia purtroppo vanta il triste primato di essere il Paese dal quale parte la maggior parte di persone in cerca di sesso. A seguire ci sono Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Cina.
Il turista sessuale (ma forse sarebbe più opportuno parlare di “predatori”) è generalmente un uomo, tra i 20 ei 40 anni, con reddito medio-basso che approfitta sempre più di voli low cost e globalizzazione. Le mete preferite sono Kenya, Santo Domingo, Colombia e Brasile, mentre la Thailandia ultimamente ha ridotto la presenza di turisti sessuali grazie a un’attenta politica delle autorità locali. L’età delle giovani vittime, femmine e maschi, è compresa tra i 12 e i 14 anni.
Non mancano però neppure le donne in cerca di giovani e giovanissimi per avventure sessuali: in questo caso i posti più ricercati sono Kenya e Caraibi.