La Russia ha attaccato l’Ucraina. L’Ucraina si difende ma chiede aiuto, anche dalle fake news che il governo diffonde e che vogliono portare l’esercito ucraino a ritirarsi. False notizie, come in questo video ci dice Oleksandra Tsekhanovska, che combatte i cyber attacchi e la falsa informazione ed è a capo dell’Hybrid Warfare Analytical Group, un dipartimento della ong Ukraine Crisis Media Center.
C’è chi combatte i cyber attacchi
Oleksandra Tsekhanovska ha 30 anni e un progetto: sposarsi il prima possibile «per non dover essere separata dal mio fidanzato in caso di attacco su larga scala. Ogni giorno mi domando quale sia il modo migliore per difendere il mio Paese e la risposta è sempre: il mio lavoro». Mentre altre donne imparano a combattere, infatti, Oleksandra si occupa di un altro fronte caldo di questo conflitto: la disinformazione e gli attacchi informatici da parte dei russi. «Ho iniziato con un piccolo blog nel 2013, poco prima che noi ucraini cacciassimo il presidente filorusso Yanukovich e che, per ritorsione, Putin annettesse la Crimea e incoraggiasse la rivolta dei separatisti filorussi nella regione del Donbass. Ora sono a capo dell’Hybrid Warfare Analytical Group, un dipartimento della ong Ukraine Crisis Media Center, che si occupa di “guerra ibrida”: le sue armi sono fake news e cyber attacchi, costano poco e sono molto efficaci».
La falsa propaganda della Russia
La Russia, in effetti, da tempo utilizza la propaganda. «Alcune false narrazioni sono di vecchia data, come quella secondo cui ucraini e russi sarebbero uno stesso popolo» precisa Massimiliano Di Pasquale, esperto di Paesi dell’Est Europa e autore del saggio Abbecedario ucraino (Gaspari editore). «Ora Mosca insiste sul fatto che la Nato, di cui l’Ucraina vuol entrare a far parte, stia accerchiando la Russia». Al suo computer Oleksandra combatte anche gli attacchi informatici, come quello con cui di recente sono stati hackerati dati personali su 70.ooo siti governativi. «L’obiettivo è seminare ansia tra la popolazione, come hanno fatto anche messaggi sui social e su siti spazzatura che annunciavano bombe nelle scuole». Per Oleksandra, in caso di guerra, la via di salvezza è la fuga: ha fatto scorta di cibo in scatola, candele, taniche di benzina, «e anche sigarette extra», per l’evacuazione d’emergenza. Progetta di andare in Moldavia, «ma quel che mi preoccupa di più è il mio cane: non posso pensare di doverlo lasciare qui, però occorrono 90 giorni per l’autorizzazione a portarlo con me».
Le donne che prendono le armi
Ma accanto a chi combatte al computer attacchi informatici e fake news, ci sono donne in tuta mimetica e giubbotto antiproiettile. «Imparo a sparare, costruire trincee e allestire posti di blocco». Marta Yuzkiv, 51 anni e 3 figli, fa parte dell’Unità di difesa territoriale di Kiev. Durante la settimana lavora in una società internazionale di ricerche cliniche, ma da 10 mesi ogni sabato si alza all’alba per la sessione di addestramento militare in un’ex fabbrica abbandonata fuori città, tra neve, boschi e fango. «Quando hai gli invasori sulla porta, devi essere pronta a proteggere la tua casa» mi spiega poi al telefono. «L’Ucraina è accerchiata su 3 lati da un numero sempre maggiore di truppe russe: siccome non intendo vivere sotto la loro occupazione, la mia unica scelta è combattere per la mia terra e la mia famiglia».
La più grande invasione dal dopoguerra
Nella voce perentoria traspare l’angoscia per le sorti del suo Paese. L’Ucraina è da anni al centro di una crisi diplomatica tra Russia, Stati Uniti ed Europa che adesso si è trasformata in un conflitto militare. «Ai confini dell’Ucraina sono schierati più di 130.000 soldati russi» spiega Massimiliano Di Pasquale, «Mosca assicurava di non voler attaccare e invece l’ha fatto. È la più grande invasione dai tempi della seconda guerra mondiale. I Paesi occidentali hanno richiamato il personale delle ambasciate, mentre il presidente Usa Joe Biden ha invitato i cittadini americani a lasciare subito il Paese e ha stabilito sanzioni nei confronti del presidente russo».
Gli addestramenti delle donne
Come Marta, migliaia di ucraine sono chiamate ad arruolarsi nell’esercito con un’ordinanza del Ministero della Difesa dello scorso dicembre. Unici requisiti: età tra i 18 e i 60 anni, buona salute. «Durante le esercitazioni ho imparato come muovermi con le armi in pugno con meno rischi possibili per me stessa e i miei compagni» racconta Marta. Tra decine di uomini in mimetica lei è la più bassa ma anche la più scattante, nonostante pesi solo 45 chili e ne porti addosso 10 di munizioni. «Anche mio marito e nostro figlio di 27 anni si addestrano con me, mentre i gemelli, più piccoli, hanno seguito lezioni di primo soccorso con i boyscout». Il pensiero di andare al fronte l’angoscia «ma più mi addestro e meno tempo mi resta per aver paura. Quando sei preparata al peggio, puoi continuare a vivere una vita normale e pianificare il futuro».
Le donne temono gli stupri e vogliono mettersi la spirale
Tra chi combatte e chi fugge, c’è anche chi non ha altra possibilità che restare. E difendersi come meglio può. Kseniya Kharchenko, 37 anni, separata, è project manager in una casa editrice della capitale. Con altre 200 donne, ogni weekend frequenta un corso di sopravvivenza organizzato dalle volontarie della Guardia Femminile Ucraina: «Ci insegnano dove trovare i rifugi antiatomici più vicini, nel caso la Russia dovesse attaccare dal cielo, e come assistere i feriti: fermare il sangue, controllare la respirazione e aspettare gli aiuti» racconta, preoccupata soprattutto per il suo bambino di 5 anni. «Oggi mi ha detto che darà un pugno in testa ai nemici, mimando il gesto. È il momento peggiore per crescere dei figli. Ci incontriamo tra mamme per trovare insieme il modo migliore per parlare loro della guerra. Non possiamo far finta di niente, ma nemmeno spaventarli a morte». Anche se loro lo sono. «Due mie amiche stanno pensando di mettere la spirale, hanno paura di diventare vittime di stupri di guerra» dice Kseniya con un filo di voce. Poi prova a farsi coraggio: «La maggior parte di noi è pronta a difendere l’Ucraina. Abbiamo combattuto contro la Russia per la sovranità per quasi 500 anni e ora, finalmente, sta nascendo una nuova consapevolezza, soprattutto fra i giovani. Siamo liberi di viaggiare, possiamo vedere la differenza tra una vita vera e le terre del Donbass devastate dall’invasione russa. Indietro non si torna».
Russia / Ucraina: una tensione lunga 30 anni
«L’ucraina ha fatto parte dell’Urss fino all’indipendenza del 1991» spiega Niccolò Petrelli, docente di Studi strategici al dipartimento di Scienze Politiche all’università Roma Tre. «La lingua ufficiale era il russo, nel tentativo del Cremlino di annullare le identità nazionali delle varie repubbliche sovietiche». Oggi a scuola si insegna l’ucraino
e le generazioni più giovani spingono Kiev verso l’Europa.
«Ma il presidente russo Vladimir Putin ritiene che Mosca abbia un “diritto storico” sul Paese» dice Petrelli. Non a caso, a lungo ha mantenuto la propria influenza attraverso il presidente ucraino Viktor Yanukovich, dichiaratamente filorusso. La tensione è esplosa quando nel 2014 una rivolta popolare ha esautorato Yanukovich. La Russia ha reagito annettendo
la Crimea e incoraggiando la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, a sud est del Paese.
L’obiettivo della Russia è sia geopolitico sia economico. «Occupare l’Ucraina significa estendere l’area di influenza, avere uno sbocco sul Mar Nero e impossessarsi di gas, carbone e grano». C’è poi la questione Nato: l’Ucraina chiede di entrarvi dal 2008, al momento non se ne parla, ma Putin sottolinea il rischio per giustificare l’attacco.