Era il 1972 quando Ultimo tango a Parigi scandalizzò il mondo a causa delle scene osè. La pellicola di Bernardo Bertolucci, con Marlon Brando e Maria Schneider, fu messa al rogo dalla censura italiana. Oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, il film torna a fare discutere.
Un film messo al rogo
Il film sembra destinato a continuare a suscitare discussioni e censure. Nel 1976, dopo che venne decretata la messa al rogo della pellicola, il partito Radicale organizzava proiezioni clandestine. Nel 1987 il film di Bernardo Bertolucci fu riabilitato. In seguito, nel 2002 l’American Film Institute lo ha inserito al 48esimo posto nella lista dei 100 migliori film sentimentali di tutti i tempi. Ma oggi una sala cinematografica rinuncia a proiettarlo.
“Ultimo tango a Parigi”: no alla proiezione
Sta succedendo a parigi, dove la Cinémathèque française ha abbandonato l’idea di mostrare nuovamente la pellicola poiché ha ricevuto minacce. Frédéric Bonnaud, il direttore dell’archivio cinematografico in parte finanziato dallo Stato, ha fatto sapere: «Siamo un cinema, non una fortezza. Non possiamo correre rischi per la sicurezza del nostro personale e del pubblico». Ma perché queste minacce?
Le accuse di Maria Schneider
La Cinémathèque française aveva reso noto di voler proiettare Ultimo tango a Parigi nell’ambito di una retrospettiva su Marlon Brando. Il grande attore nel film interpretava un vedovo americano che seduceva una donna più giovane, interpretata da Maria Schneider, che all’epoca aveva diciannove anni.
L’attrice, che con questa pellicola raggiunse la fama internazionale, dichiarò in seguito di avere vissuto la scena di sesso come una violenza, in quanto non preavvisata del fatto di doverla girare. Un’accusa che ha ribadito anche nel 2011, poco prima di morire.
Bernardo Bertolucci ha risposto alle accuse di Maria Schneider sostenendo che la scena non era stata affatto improvvisata il giorno delle riprese. Tuttavia, ha riconosciuto che l’attrice non ne era stata informata per una “decisione artistica”: voleva, infatti, catturare la sua reazione. Il regista disse: «Mi sento in colpa, ma non me ne pento».
“Ultimo tango a Parigi”: le proteste delle femministe
Dopo che la Cinémathèque française ha reso noto di voler proiettare Ultimo tanto a Parigi, l’attrice Judith Godrèche, figura di spicco del movimento #MeToo francese, ha criticato la decisione. Anche perché la proiezione del film sarebbe arrivata mentre in Francia si conclude il processo al regista Christophe Ruggia, accusato di avere adescato e abusato nel 2002 dell’attrice Adèle Haenel, che allora aveva dodici anni, durante e dopo le riprese del suo film Les Diables (I diavoli). L’uomo si difende sostenendo che le accuse sono false.
Non solo: la proiezione rischiava di avvenire anche mentre è attesa la sentenza al processo per gli stupri contro Gisèle Pelicot, la donna francese drogata e violentata dal marito, Dominique Pelicot, 72 anni, che aveva anche coinvolto negli abusi dozzine di altri uomini. L’uomo rischia fino a 20 anni di carcere. La vicenda ha scosso l’intera Francia e l’opinione pubblica internazionale.
Proprio per questi motivi le femministe francesi hanno iniziato a manifestare contro la proiezione del film. Ora sono arrivate le minacce e la decisione di sospenderla.