Se ne parlava dallo scorso aprile, ma adesso è possibile iscriversi a due corsi di laurea. È stato pubblicato, infatti, il decreto n.930 del 29 luglio 2022 del Ministro dell’università e della ricerca, Maria Cristina Messa, che apre la strada a una possibilità che in molti Paesi all’estero è già realtà.
A partire dal prossimo anno accademico 2022-2023, dunque, ci si potrà iscrivere a due corsi di laurea differenti frequentandoli contemporaneamente. Lo stesso varrà anche per la laurea magistrale, il master, i dottorati di ricerca o i percorsi di specializzazione che si potranno seguire anche presso atenei differenti, scuole o istituti superiori a ordinamento speciale.
Esistono, però, alcune limitazioni: i corsi dovranno differenziarsi per almeno due terzi delle attività formative e la doppia iscrizione non potrà valere per i corsi di specializzazione medica, dove rimane l’obbligo di scelta di un unico indirizzo. Nel caso del campo medico, però, ci sarà la possibilità di frequentare insieme il corso di specializzazione e un dottorato di ricerca.
Cosa cambia
«Con l’introduzione della doppia laurea, resa possibile grazie a questo primo decreto attuativo, abbiamo disegnato un sistema della formazione più flessibile, già dal prossimo anno accademico e abbiamo superato rigidità e vincoli normativi a favore di una formazione trasversale che risponda alle necessità dei giovani di oggi», ha spiegato la ministra Messa. Già nei mesi scorsi, durante l’iter parlamentare, Messa aveva definito la novità «un grande risultato che consente al nostro Paese di fare un passo in avanti nella formazione universitaria, in linea con il contesto internazionale» e che potrà «garantire ai giovani di poter avere anche questa opzione, che una legge del 1933 rendeva impossibile».
Come funziona l’obbligo di frequenza
Nel caso in cui un corso preveda l’obbligo di frequenza, sarà sempre possibile seguirlo, mentre per il secondo corso si potrà ricorrere alla didattica a distanza. In quest’ottica il Ministero ha sollecitato a incrementare l’offerta formativa da remoto, prevedendo anche modalità organizzative che permettano una frequenza part-time degli studenti. Il decreto, inoltre, disciplina gli aspetti legati al diritto allo studio e stabilisce l’esonero dal versamento del contributo annuale, per entrambe le iscrizioni. Sarà invece cura dei singoli atenei organizzare l’attività nello specifico. A questo decreto ne seguiranno altri due che conterranno i criteri per l’iscrizione contemporanea a due corsi universitari ad accesso programmato (per esempio, medicina e psicologia) e per facilitare la doppia iscrizione ai corsi di alta formazione artistica, musicale e coreutica.
La riforma si estende anche ai master, ai corsi di diploma accademico, di primo o di secondo livello, alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Superato un vecchio limite di legge
Con l’entrata in vigore della novità, dunque, l’Italia si equipara ad altri Paesi europei e non solo. A differenza di quanto accade all’estero da tempo, infatti, a impedire la doppia laurea contemporanea finora era un regio decreto del 1933 che recitava così: «È vietata l’iscrizione contemporanea a diverse Università e a diversi Istituti d’istruzione superiore, a diverse Facoltà o Scuole della stessa Università o dello stesso Istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa Facoltà o Scuola».
Ora il decreto offre agli studenti italiani la stessa possibilità già presente in molti Paesi europei. Ma cosa significa e cosa cambia?
Doppia iscrizione: come funziona
Il precedente divieto era ritenuto ormai anacronistico, soprattutto se si pensa che all’estero e in molti Paesi europei non esiste nulla del genere. Senza contare il fatto che gli studenti italiani finora sono stati svantaggiati rispetto ai colleghi stranieri in termini di competitività. Con l’entrata in vigore della nuova norma, invece, è possibile iscriversi contemporaneamente a due diversi corsi di laurea, di laurea magistrale o di master, anche presso più università, scuole o istituti superiori ad ordinamento speciale. Nel dettaglio, sarà permessa la doppia iscrizione a un corso di laurea o di laurea magistrale e a un corso di master, di dottorato di ricerca o di specializzazione, con la sola eccezione dei corsi di specializzazione medica. In pratica si potrà avere anche una iscrizione doppia e “mista”, cioè ad esempio sia a un corso di laurea che ad un master. L’unico divieto che rimane è relativo alla possibilità di seguire lo stesso corso di laurea (o master) in atenei differenti.
Si potrà ottenere una doppia laurea
La novità permetterà anche di ottenere una doppia laurea. In realtà si tratta di una possibilità che esiste già, pur con la limitazione che riguardava solo corsi accademici riconosciuti anche da università estere. «Ben venga il fatto che aumentino le opportunità per gli studenti, ma occorre una riflessione. Intanto va detto che l’esigenza non deve partire solo dalla volontà di copiare quanto esiste all’estero, perché in tema di istruzione siamo ancora migliori rispetto a molti altri Paesi. Solo per fare un esempio: si parla tanto di lauree STEM (Science, Technologies, Engineering, Maths, NdR), ma di recente gli Usa hanno ampliato alle STEAM, inserendo anche Arts, le materie artistico-creative, che noi ben conosciamo da sempre» premette Ivano Dionigi, già rettore dell’Università di Bologna e presidente di Almalaurea, il consorzio che raggruppa oltre 90 atenei italiani.
«La seconda considerazione riguarda invece la qualità della formazione: già nel 2009 io lanciai un allarme su un fenomeno che oggi è ancora più evidente, a causa della pandemia: gli studenti oggi arrivano all’università a un livello di semianalfabetismo su molti dei fondamentali della conoscenza, italiano compreso. Quindi, è un bene che si offrano maggiori opportunità, ma vanno valutati bene i pro e i contro, e soprattutto per chi possono esserci reali benefici» spiega Dionigi.
Un vantaggio da sfruttare bene
«Credo che vada fatta una distinzione: per chi inizia un percorso universitario credo sia poco sensata una doppia iscrizione a due corsi: si rischia di fare male entrambi. Al contrario trovo che possano trarne beneficio coloro che, dopo la laurea triennale, seguono un percorso specialistico: per loro potrebbe essere un vantaggio poter studiare contemporaneamente per la laurea specialistica, seguendo anche un master o un corso di alta formazione, se ci sono materie integrabili – spiega Dionigi – La scelta va ponderata in maniera intelligente: in questo caso può anche arricchire. Insomma, facendo un esempio sportivo, è una strada percorribile non da chi le gambe ancora fragili, ma da chi è in grado di camminare in maniera sicura e veloce, e vuole provare a correre».
Si inizia con il prossimo anno accedemico
Quanto alla tempistica, per il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, occorrerà attendere pochissimo: «L’obiettivo è di renderla operativa già a partire dal prossimo anno accademico». Insomma, gli studenti al quinto anno di superiori possono già iniziare a guardarsi intorno. come spiegato dal Ministro Messa, «stiamo già lavorando per fornire quanto prima indicazioni agli atenei per consentire una prima applicazione della legge». «Ciò che auspico, intanto, è che si possa modificare il modello di formazione e conoscenza. In passato c’erano i cosiddetti “saperi verticali”, rigidi. Oggi si parla di sapere orizzontale, io preferirei una circolarità che permetta di unire diversi campi di conoscenza e apprendimento» conclude l’ex rettore di Bologna e presidente di Almalaurea.