Non è appena è ritornato alla Casa Bianca dopo essere stato dimesso dall’ospedale perché risultato positivo al coronavirus, Donald Trump si è fatto fotografare mentre si sfilava la mascherina, l’ennesimo gesto di sfida del presidente americano che, sin dall’inizio della pandemia, non ha mai dimostrato particolare affezione nei confronti di questo accessorio fondamentale nel contenimento del contagio. Trump si è infatti spesso mostrato in pubblico senza mascherina e ha continuato a organizzare comizi e raduni elettorali con conseguenti assembramenti in vista delle elezioni del prossimo 3 novembre, che lo vedranno sfidarsi con il candidato del Partito Democratico Joe Biden. Quest’ultimo, al contrario, ha fatto della mascherina e del rispetto delle norme di distanziamento sociale uno dei cavalli elettorali della sua campagna, attirando spesso le ironie degli avversari politici, come quella della conservatrice Tomi Lahren che, commentando una foto di Biden con la mascherina, ha scritto recentemente su Twitter: «A questo punto dovresti mettere anche la borsetta, Joe».
Non succede solo in America: in tutto i Paesi colpiti dal virus ci sono state proteste anti lockdown e anti mascherina, anche in Italia, dove solo qualche giorno fa il comico Enrico Montesano, che ha più volte espresso dubbi sul Covid-19, è stato fermato dalla polizia perché non la indossava: secondo quanto riporta il Corriere della Sera, avrebbe gridato agli agenti: «La metto ma fatemi andare o è sequestro di persona». E proprio la percezione che la mascherina sia una limitazione della libertà personale e non una cosa da “veri uomini” sono le ragioni principali per cui in molti si rifiutano di indossarla – nonostante le indicazioni chiarissime delle autorità sanitarie, che hanno ripetuto come siano uno dei pochi strumenti che, a tutt’oggi, ci permette di tenere sotto controllo il diffondersi del virus.
Il rifiuto della mascherina ha a che fare con la paura di sembrare deboli
Dietro a questo atteggiamento apparentemente immotivato, però, oltre al posizionamento politico ci sono anche delle motivazioni psicologiche, come hanno spiegato alcuni esperti che studiano la mascolinità al New York Times. In America, la percezione che indossare le mascherine e seguire le linee guida di distanziamento sociale fossero atteggiamenti poco virili ha comportato un costo distruttivo, poiché il virus ha infettato più uomini che donne e ne ha uccisi molti di più. «La resistenza degli uomini a mostrarsi deboli – e la loro tendenza a correre dei rischi – è stata dimostrata dagli scienziati molto prima del Covid-19. Gli studi hanno dimostrato che gli uomini hanno meno probabilità delle donne di indossare cinture di sicurezza e caschi o di farsi vaccinare contro l’influenza. È più probabile che accelerino o che guidino ubriachi. Ed è meno probabile che cerchino cure mediche».
Una concezione della mascolinità stereotipata e dannosa
La ragione principale risiederebbe in una concezione della mascolinità stereotipata – Biden ha parlato di “atteggiamento da macho” a proposito di Trump – secondo cui gli uomini devono sempre dimostrare di essere forti, di sapersi assumere dei rischi, nascondendo le loro paure e dimostrando di avere la situazione sotto controllo. Il recente sondaggio di monitoraggio condotto dalla società di ricerche Gallup ha rilevato che le donne americane hanno maggiori probabilità degli uomini di prendere precauzioni per evitare di contrarre il coronavirus, mentre altri sondaggi hanno rilevato che gli uomini americani sono mediamente più inclini a giudicare positivamente la gestione della pandemia dell’amministrazione Trump rispetto alle donne, che sono più critiche. «Ammettere di essere minacciati significa sembrare debole, quindi devi avere questa spavalderia», ha spiegato Peter Glick, professore di Scienze sociali alla Lawrence University, «Se indossi una maschera, il messaggio che mandi è: “Ho paura di contrarre questa malattia”».
Questa riluttanza, purtroppo, non è un problema nuovo per gli esperti di salute pubblica, a conferma di quanto siano dannosi gli stereotipi di genere. Stacey Hust, professoressa di Comunicazione presso la Washington State University, ha infatti spiegato al Nyt che le campagne di prevenzione intorno alle aggressioni sessuali spesso fanno appello a questo tipo di ideali maschili, cercando di far passare il messaggio che certi comportamenti sono “degni del maschio alfa” (come il classico riferimento alla cavalleria o alle cose che un “vero uomo” non farebbe mai). È più difficile raggiungere quegli uomini che si identificano con le caratteristiche che tradizionalmente vengono attribuite ai maschi (quali la virilità, la forza, il coraggio): «più qualcuno si identifica con quei tratti maschili, meno è probabile che quella persona usi il preservativo durante i rapporti sessuali», ha aggiunto Host. Quando queste caratteristiche le incarna un leader di una potenza mondiale, poi, il rischio di mandare messaggi pericolosi è doppio: nella gestione dell’emergenza sanitaria sarebbe stato infatti molto utile se Trump avesse incoraggiato l’uso delle mascherine sin dall’inizio, ha spiegato il professor Glick, «ma a questo punto è difficile tornare indietro».