Nei pronto soccorso degli ospedali, tempi d’attesa e cure sarebbero differenti a seconda del genere del paziente. Secondo uno studio pubblicato su The Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), le donne attenderebbero in media più a lungo degli uomini per ricevere le prime cure e avrebbero meno probabilità di ottenere farmaci antidolorifici a parità di scala del dolore rispetto agli uomini.
Disparità di genere nella gestione del dolore
Dopo aver analizzato i dati emersi dallo studio su oltre 21.000 ricoveri nei pronto soccorso di Israele e Stati Uniti, i ricercatori hanno descritto il fenomeno della disparità di genere nei trattamenti dei pazienti come sistemico e preoccupante: «Le decisioni sulla gestione del dolore nei pronto soccorso sfavoriscono le pazienti di sesso femminile rispetto a quelle di sesso maschile».
Tempi d’attesa e cure: le differenze
Secondo la ricerca, le donne non solo trascorrono più tempo in ospedale (30 minuti in più rispetto agli uomini), ma hanno anche meno probabilità di vedersi registrare il livello di dolore (da uno a dieci) e spesso vengono dimesse senza i farmaci appropriati. «La nostra ricerca rivela un preoccupante pregiudizio nel modo in cui il dolore delle donne viene percepito e trattato nei pronto soccorso», ha affermato in una dichiarazione il professor Shoham Choshen-Hillel dell’Università Ebraica.
Il team responsabile dello studio ritiene che le differenze in questione potrebbero condurre a un trattamento inadeguato. Un uomo e una donna affetti dalla stessa identica patologia (ad esempio una frattura al piede) potrebbero essere trattati in modo molto diverso. «La sottostima del dolore dei pazienti di sesso femminile avrebbe gravi implicazioni per la salute delle donne, richiedendo potenzialmente tempi di recupero più lunghi, complicazioni o condizioni di dolore cronico», spiega Choshen-Hillel.
La percezione del dolore
Interessante inoltre notare che la disparità di trattamento è stata registrata anche quando il primo soccorso alle pazienti è stato prestato da un medico donna, cosa che, suggeriscono i ricercatori, allargherebbe il problema a buona parte della professione medica.
Uno studio controllato successivo, condotto su 109 infermieri, ha poi confermato che la percezione di questi ultimi del dolore dei loro pazienti era meno intensa se il paziente era di sesso femminile, nonostante identiche informazioni cliniche a disposizione.
Quali soluzioni adottare?
Per tutti questi motivi gli autori dello studio hanno sottolineato la necessità di implementare una formazione specifica per aiutare gli operatori sanitari a riconoscere e affrontare i pregiudizi di genere. Altri suggerimenti includono la revisione e la standardizzazione delle linee guida per la gestione del dolore, al fine di fornire un trattamento equo ed efficace per tutti i pazienti.