Le grandi vacanze degli anni del boom
«E la chiamano estate, questa estate senza te» cantava Califano nel 1965, facendo ballare moltitudini in vacanza sulle rotonde sul mare, nelle piazze di paese, davanti ai juke-box di stabilimenti balneari odoranti di salsedine. Erano gli anni del boom, delle grandi vacanze, dei sogni che improvvisamente, dopo il buio della Seconda Guerra Mondiale, potevano dare nuovo colore alla vita. L’Italia stava cambiando pelle: alla fine degli anni ’50 il Pil cresce vertiginosamente, la tv entra nelle case, gli uomini sognano la 600 che costa 700.000 lire, gli elettrodomestici regalano alle donne un’imprevista libertà, lo stipendio di un operaio è 20.000 lire, quello di un impiegato 30.000. Si sfreccia sulle strade con la Vespa e la Lambretta, con la 1100 Fiat o la Giulietta Sprint. Ci si scandalizza per La Dolce Vita, non si perde una puntata del Musichiere…
In vacanza da Roma a Castiglioncello con Gassman e Trintignant
E ci si appassiona per le corse in macchina e i caratteri così diversi di Gassman e Trintignant in Il sorpasso di Dino Risi, anno 1962. Dalla Roma deserta nel giorno di Ferragosto, sulla via Aurelia a 130 all’ora, al litorale di Castiglioncello. Non la spiaggia popolare e a basso costo di Ostia, dove ci si poteva andare per un giorno, in famiglia, con il panino al sacco, nella scalcinata banda della Famiglia Passaguai, con Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo, del 1951. No, questa è la vacanza libera, scanzonata, on the road. La sabbia, il materassino, le spalle abbronzate di Gassman, il simpatico cialtrone che è padre – ma non sa fare il padre – di Lily, giovanissima Catherine Spaak in bikini a fiori.
Il sole sulla pelle di una giovane Stefania Sandrelli
E poi, ecco la schiena nuda di Stefania Sandrelli/Adriana nella lunga carrellata dell’incipit di Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli (1965), stesa su una spiaggia deserta, forse Ostia, forse Fregene, a prendere il sole per puro, solitario piacere. Animale indolente, una 18enne di cui ancora non sappiamo nulla, ma che già ci colpisce per la sua insostenibile, libera innocenza. Era possibile soltanto 10 anni prima per una donna concedersi tale intimo piacere? Il sole sulla pelle? Il dolce far niente? La nudità “en plein air” al suono di una canzonetta?
I “filmetti” vacanzieri di Walter Chiari e Ugo Tognazzi
In quegli anni, tranne rari casi, il cinema italiano prediligeva il film vacanziero a episodi, il cui pezzo da novanta era Walter Chiari. Il grande Walter amava il mare e accettava moltissimi copioni balneari solo perché girati in spiaggia. Lui stesso ha confessato, con la consueta sincerità: «A un film d’autore bellissimo, girato a Berlino, con un grande regista, io preferivo un filmetto di quelli popolari, girato sul lungomare di Viareggio o a Ostia in agosto. Anche se inutile o poco più. Ma premiato da grandi incassi». Su quelle spiagge Chiari ha costruito parte del suo mito, tra nuotate, cene con gli amici (che pagava sempre lui), e conquiste femminili.
Il libro “Cent’anni da Principe”
Le serate trascorrevano al Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio, luogo di vacanza prediletto da star come Jerry Lewis, Charles Aznavour, Omar Sharif, Mina, Sophia Loren, Domenico Modugno, come racconta il bel volume “Cent’anni da Principe” di Manila Alfano (Forma edizioni). Film come Intrigo a Taormina con Ugo Tognazzi (1960), Ferragosto in bikini (1960), Caccia al marito (1960) e Bellezze sulla spiaggia (1961) erano “filmetti vacanzieri” che giravano intorno a scherzi, malintesi, tradimenti e amori fugaci tipicamente maschili.
Lo Sporting di Montecarlo con Grace Kelly e Cary Grant
Ci volevano il cinema americano e quello francese, molto più audaci, a spingerci verso luoghi e modi di vivere fino a quel momento irraggiungibili ai più. La Montecarlo di Caccia al ladro di Alfred Hitchcock (1955), con una Grace Kelly dalla pelle dorata, con turbante, grandi occhiali da sole bianchi, costume intero con gonnellina, sulla spiaggia dello Sporting non lontano da un Cary Grant sfolgorante in boxer scozzesi rossi. E poi le loro corse in macchina scoperta, la notte illuminata dai fuochi di artificio, il casinò.
In vacanza a Ischia con Alain Delon
Oppure la Ischia di Delitto in pieno sole di René Clément (1960), con un Alain Delon/Tom Ripley mai più così bello e crudele. Delon al timone o sugli scogli insieme a Marge, una Marie Laforêt quasi sempre a piedi nudi, shorts e maglietta a righe rosse. O ancora la Saint-Tropez della giovanissima Brigitte Bardot.
In vacanza a Saint-Tropez con B.B., regina dei rotocalchi
Le adolescenti nate negli anni ’50 e ’60 sgranavano gli occhi percependo nei dettagli delle foto dei rotocalchi di allora che forse, anche loro, se solo avessero osato, avrebbero conquistato quell’incantata libertà. Le madri ovviamente inorridivano (o facevano finta di farlo) di fronte a tanta sconsiderata insolenza femminile. A B.B. bastava muoversi a piedi nudi, capelli sciolti e jeans per le strade di Saint-Tropez per occupare d’imperio ogni rivista in circolazione, trasformando uno sconosciuto villaggio di pescatori della Costa Azzurra in uno dei posti più esclusivi di vacanze al mondo. In Piace a troppi di Roger Vadim (1956) il ciclone Bardot non solo prendeva il sole in bikini ma amoreggiava con chi le piaceva sulla sabbia, innocente e perversa. Il mondo perse la testa. «A Saint-Tropez la luna si desta con te e balla il twist, contando le stelle nel ciel… a Saint-Tropez» cantava Peppino di Capri nel 1962, a “esplosione B.B.” già avvenuta.
Portofino, Capri, le Eolie e Positano
Ogni luogo la sua star: Portofino, con Richard Burton e Liz Taylor supercofanata a passeggiare tenendosi per mano in piazzetta; l’immortale Capri con B.B. e Michel Piccoli in Il disprezzo di Godard (1963); le Eolie e il vento nei capelli dell’enigmatica Monica Vitti in L’avventura di Michelangelo Antonioni (1960); qualche anno più tardi Positano con lo scandaloso Che? di Roman Polanski (1972) e Sidney Rome novella Alice sempre nuda sotto un cielo assolato e dissoluto. Mare, spiagge, scogliere, faraglioni, cieli arroventati o notti stellate, il cinema alimentava sogni e tutti provavano, chi prima, chi dopo, a ritrovare nei luoghi intravisti sullo schermo le emozioni fantasticate. La Natura era generosa, gravida di felicità, il mare era libertà, l’estate pura gioia.
L’altra faccia del sogno: Steven Spielberg
Doveva passare un decennio perché l’incanto si spezzasse con la pinna di un grande squalo bianco a solcare le acque dell’immaginaria spiaggia di Amity in America, seminando terrore tra bambini e bagnanti. Era il 1975 e un giovane Steven Spielberg con un solo film, Lo squalo, mostrò l’altra faccia del sogno, il lato oscuro dei picnic sulla spiaggia, dei bagni notturni, delle tavole da surf, degli arenili super affollati, del turismo a tutti i costi. La Natura incominciava a ribellarsi. Ma questa è tutta un’altra storia.