Abbiamo comprato un biglietto aereo, per agosto. E quasi mi scendevano le lacrime nel constatare che il sito della compagnia funzionasse come se nulla fosse successo. Eccezion fatta per quell’alert Covid onnipresente. Che però ti assicura un rimborso totale se per motivi sanitari quel volo non potrai prenderlo o non sarà mai effettuato. Poi ci siamo spinti oltre. Abbiamo confrontato le piattaforme dove i privati mettono a disposizione i loro camper. Abbiamo studiato le tecniche di sanificazione fai da te. Ci abbiamo pensato e ragionato per giorni, infine clic, l’azzardo, ne abbiamo affittato uno.
A quel punto eravamo galvanizzati. Forse potevamo immaginare qualcosa più a breve termine, per i tanti weekend di inizio estate che ci aspettano. Così abbiamo messo a posto le bici, comprato il kit per le riparazioni, letto le istruzioni del decreto per chi si muove su due ruote, disegnato itinerari via via più ambiziosi e prenotato qualche bike hotel per la notte.
– Siete aperti?
– Ma certo. La prego però di mandarmi via mail i documenti, io farò lo stesso con le ricevute. La colazione si consuma in camera. La cena le conviene prenotarla perché avremo pochi tavoli, ben distanziati tra loro.
Quelle gentilezze, quell’entusiasmo da attività appena aperta. Perché questo è a tutti gli effetti un nuovo inizio, con regole e modi di esprimere l’ospitalità mai sperimentati. Viaggiare in Italia, questa estate, sarà la forma di solidarietà di chi non ha perso il lavoro, di chi ha riempito ceste sospese alle ringhiere, di chi ha potuto misurare il valore di tutto ciò che fino al giorno prima riteneva ovvio, normale, scontato.
Viaggiare in Italia sarà necessario, anche a costo di vincere la paura di dormire in un letto non nostro. Di frequentare spazi chiusi. Di incrociare storie cliniche a noi ignote. Viaggiare è sempre un atto di fiducia nel prossimo. Negli sconosciuti. Quest’anno lo sarà ancora di più. Ma, assumendoci tutte le responsabilità del rispetto delle regole, è giusto farlo. Qui vi raccontiamo dei bioparchi che riaprono le porte e che dobbiamo tornare a visitare perché i nostri biglietti di ingresso sono ciò che finanzia la loro preziosa azione di conservazione della fauna in via di estinzione. Qui abbiamo raccolto le idee imprenditoriali degli albergatori, pronti a ripartire ridisegnando gli spazi e il business. È tutto nuovo. Ma non è il momento di fermarsi al “non l’ho mai fatto prima”.
Come nei lunghi mesi di lockdown abbiamo scoperto angoli mai sfruttati della nostra casa, ricette antiche della nostra famiglia, così adesso dobbiamo sperimentare nuovi modi di muoverci, di viaggiare e di comportarci col prossimo. Se sarà un fallimento, avremo l’alibi dei tempi strani. Se sarà un successo, avremo fatto una scoperta. Che poi è la grande opportunità che questi tempi strani ci regalano.