Sono già oltre 4 milioni gli italiani che hanno prenotato una vacanza per l’estate 2021. L’84,6% rimarrà in Italia, secondo un’indagine di mUp Research e Norstat per conto di Facile.it. In molti quindi temono di avere l’appuntamento in piena estate o di non ricevere la seconda dose in tempo utile prima delle partenza. Per questo molte Regioni si stanno attrezzando per offrire la possibilità di ricevere il vaccino nelle località turistiche. È il caso del Veneto, che per primo si è detto disponibile alle somministrazioni anche ai propri turisti: «Sono circa 70 milioni di vacanzieri che ogni anno scelgono le spiagge, la montagna o i laghi veneti. L’idea di offrire loro anche la possibilità di completare il ciclo vaccinale iniziato nei paesi e nelle città d’origine è sicuramente un’opportunità sia per chi arriva, sia per il settore turistico, che ha risentito della crisi per la pandemia» spiegano dalla Regione Veneto.
«Cortina, Bibione, Jesolo, Alleghe sono solo alcune delle località che potrebbero già offrire la possibilità di vaccinarsi ai turisti, ma in generale tutte le spiagge, la montagna e la costa veneta del Lago di Garda sarebbe già pronta, perché potrebbe contare sulle strutture che già offrono i vaccini ai residenti e su quelle che si dovessero aggiungere» spiegano dalla Regione Veneto, aggiungendo: «Noi disponiamo già di un software per le prenotazioni online delle vaccinazioni anti-Covid: andrebbe solo modificato permettendo ai turisti di contattare la Asl competente sul territorio dove intende trascorrere le ferie, fornendo le proprie generalità, l’indicazione del tipo di vaccino ricevuto con la prima dose e le date del periodo di vacanza in cui si fermerà».
Un servizio per turisti italiani e stranieri
Più di un terzo dei vacanzieri, secondo l’indagine, si concederà non più di 7 giorni di ferie, arrivando a 14 complessivi, ma a volte suddivisi in week end o brevi periodi. La vaccinazione, dunque, si dovrebbe organizzare per tempo in quelle finestre: «Noi siamo disponibili e ci stiamo attrezzando, ma certo non è semplicissimo. Diciamo che con i turisti italiani non ci sarebbero grossi problemi, specie se provenienti da Regioni che dispongono di un’anagrafe sanitaria informatizzata, perché i sistemi possono dialogare tra loro. Qualche difficoltà in più potrebbe esserci per chi è residente in zone dove i certificati sono ancora esclusivamente cartacei» spiegano dall’Amministrazione veneta. Ma l’idea è quella di poter offrire le vaccinazioni anche agli stranieri, per non perdere quella quota di arrivi dall’estero, che in Veneto e altre zone di confine è elevata.
Le Regioni che potrebbero vaccinare i vacanzieri
Tra i territori più pronti, in quanto dotati di anagrafe sanitaria informatizzata, ci sarebbero oltre al Veneto, anche Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, le province autonome di Trento e Bolzano, mentre tra quelle interessate a non perdere l’occasione di attrarre turisti c’è anche la Puglia. Più indietro, invece, la Sardegna.
La Toscana che in base ai dati Istat dell’estate 2020, era al primo posto come destinazione del turismo interno con l’11,9% dei vacanzieri totali, al momento è in linea con la media nazionale per il numero di dosi somministrate ogni 100mila abitanti (41.573), pari all’85,2% di quelle ricevute quindi i numeri lasciano intendere che ci siano disponibilità di fiale anche per i turisti. La cautela, però, è d’obbligo e l’assessore al Turismo, Leonardo Marras, spiega che «in questo momento dobbiamo concentrarci sulla vaccinazione alla popolazione, prima di tutto i più fragili e per classi di età, e poi avanzare con i vaccini nei luoghi di lavoro».
Il Trentino Alto Agide, seconda meta delle vacanze 2020, ha ritmi di vaccinazione piuttosto elevati sia nella provincia di Trento (86,9% delle scorte) che in quella di Bolzano (82,9%). Sembra essere molto preparata anche l’Emilia Romagna, terza in Italia per dosi ogni 100mila abitanti, settima per dosi somministrate rispetto a quelle ricevute.
Infine, la Puglia sta cercando di recuperare posizioni e appeal tra i turisti dopo che la pandemia ha fatto perdere il prima di Regione con più turisti: la scorsa estate si è infatti dovuta accontentare della 4° posizione. Forse anche per questo sta vaccinando a ritmi intensi (91% delle dosi offerte). Seguendo questa tabella di marcia, proprio la Puglia potrebbe diventare la prima ad aver raggiunto l’immunità di gregge, col 70% di immunizzati, entro il 19 agosto. Il che la renderebbe in grado di offrire i richiami ai vacanzieri, almeno nella seconda parte della stagione, anche senza la redistribuzione annunciata da Figliuolo.
La redistribuzione delle dosi
Di fronte a questi dati e alle recenti richieste di maggiori vaccini da parte di alcune Regioni, come Lombardia e Veneto che si sono dette disponibili a ricevere quelli inutilizzati in altri territori (in particolare AstraZeneca, che in Sicilia è stato rifiutato dal 46% delle persone), il Commissario all’emergenza sanitaria, Francesco Paolo Figliuolo, ha aperto a una redistribuzione. In questo caso, disponendo di maggiori fiale, sarà possibile offrirle anche ai turisti, senza rallentare i ritmi di somministrazione per la popolazione residente.
La Sardegna deve recuperare il ritardo
Qualche difficoltà, invece, resterebbe in alcune delle Regioni a maggiore vocazione turistica, ma indietro nelle campagne di immunizzazione. E’ il caso della Sardegna, scelta come destinazione dal 7,6% dei turisti italiani con una media di ameno 4 notti nel 2020, ma dove la media delle somministrazioni alla popolazione locale di circa 6mila al giorno a fronte delle 17mila indicate come target dal Commissario Figliuolo. I vaccini ancora inutilizzati sono molti: le dosi offerte sono il 77,5% sul totale disponibile, rispetto a una media nazionale dell’86%, che porta a far slittare a ottobre l’obiettivo dell’immunità di gregge, senza considerare eventuali vacanzieri.