Le vaccinazioni tornano nell’occhio del ciclone. E in alcune città i bambini non in regola sono stati mandati a casa. “I bimbi delle scuole materne o dei nidi non in possesso della documentazione che comprovi l’avvenuta vaccinazione o la prenotazione per adempiere all’obbligo non potranno entrare nelle scuole”. A spiegarlo, nel giorno in cui entrano in vigore le contromisure per gli inadempienti, è Antonio Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, dopo la scadenza del termine ultimo (10 marzo 2018) per la presentazione dei certificati di avvenuta vaccinazione o prenotazione presso una Asl. I dirigenti scolastici, dunque, sono tenuti a non far entrare a scuola i bambini non regolari, perché in caso contrario “potrebbero incorrere nel reato di omissione di atti di ufficio”.
La data era nota fin dall’entrata in vigore della legge. Ecco cosa succederà ora.
I provvedimenti per nidi e materne
I dirigenti scolastici non potranno ammettere alla frequenza (ma manterranno l’iscrizione) i bambini da 0 ai 6 anni sprovvisti di certificati di vaccinazione o prenotazione. Entro il 20 marzo segnaleranno l’inadempienza all’Azienda sanitaria locale. La Asl a sua volta convocherà le famiglie per un colloquio informativo e per fissare un appuntamento per sottoporre il minore a vaccinazione. Se la linea no vax viene mantenuta e i genitori non si presenteranno, scatteranno le sanzioni.
Per le Regioni dotate di anagrafe vaccinale o che aderiscono a un apposito iter semplificato, i nominativi degli irregolari saranno forniti dalle Asl ai Dirigenti, che provvederanno a effettuare una comunicazione formale di sollecito alle famiglie, dando altri 10 giorni di tempo.
Una volta regolarizzata la propria posizione, il bambino potrà tornare a frequentare regolarmente la scuola.
Le scuole dell’obbligo
Per gli alunni delle scuole dell’obbligo (maggiori di 6 anni) le Asl contesteranno l’inadempimento e fisseranno un periodo per iniziare il ciclo vaccinale o per completarlo, che può variare da Regione a Regione.
Se però il bambino non sarà vaccinato, scatteranno le multe previste dalla legge, da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro, ma uguali per tutte le Regioni. Saranno esentati solo coloro che rientrano in casi particolari o che ricevano controindicazioni dalla Asl.
I vaccini obbligatori
Sono 10 i vaccini obbligatori, secondo la legge Lorenzin, confermati dalla circolare del 27 febbraio 2018: anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Aemophilus influenzae tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità sono circa 30 mila i bambini non ancora in regola con le vaccinazioni.
Vaccinazioni in aumento
E’ sempre l’Istituto Superiore di Sanità, attraverso il Direttore del Dipartimento Malattie Infettive, a fornire i dati sul numero di vaccinazioni, in crescita rispetto allo scorso anno, grazie alla nuova legge: “Per l’esavalente siamo sopra il 95% dei bambini vaccinati, quindi la soglia fatidica che permette l’immunità di gregge è stata raggiunta – ha spiegato Giovanni Rezza -. Per il morbillo abbiamo avuto una crescita di circa il 6%, quindi anche in questo caso ci avviciniamo a quella soglia”. Le vaccinazioni sono aumentate e questo era l’obiettivo del decreto, non punire i genitori inadempienti. Perché i vaccini sono innanzitutto un diritto” ha aggiunto Rezza.
Per esavalente si intende il vaccino che, in un’unica dose, copre da poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Aemophilus influenzae tipo B. L’immunità di gregge, invece, rappresenta la soglia di copertura che permette l’immunizzazione anche a coloro che per ragioni di salute non possono essere vaccinati, come ad esempio gli immunodepressi.
Come spiegato dal Direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’ISS, i dati “sono ancora preliminari e riguardano solo alcune regioni, mentre quelli complessivi e definitivi arriveranno fra circa un mese”. Prima del’entrata in vigore del decreto, lo scorso luglio, l’esavalente aveva toccato quota 93% , considerato molto basso dagli esperti della comunità scientifica.
Le proteste
Nonostante non siano stati segnalati casi eclatanti, la protesta contro il decreto vaccinazioni non si ferma. Il Codacons ha presentato una diffida alle Asl di tutta Italia e un esposto a 104 Procure della Repubblica: ritiene che non siano tutelati i diritti delle famiglie dei bambini non in regola e che possano verificarsi abusi in termini di privacy e trattamento di dati sensibili dei minori. Secondo l’associazione dei consumatori, infatti, le Asl non possono diffondere informazioni riguardanti la salute degli alunni né alle scuole né ad altri soggetti. In caso ciò si verificasse si configurerebbe, secondo il Codacons, un reato di abuso d’atti d’ufficio.