L’influenza è una malattia grave e quanto? Il vaccino antinfluenzale protegge al cento per cento e da quali virus? Può avere conseguenze indesiderate? Ci si ammala lo stesso?
In vista dell’arrivo dell’influenza – previsto a partire da dicembre – l’Organizzazione mondiale della sanità prova a demolire cinque falsi miti sulla malattia, ricordando che quest’anno ricorrono i cento anni dalle catastrofica “influenza spagnola”. E il virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore della Statale di Milano e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, torna a battere sull’importanza della vaccinazione. “Se è vero che l’influenza non deve destare preoccupazione nella popolazione sana – spiega – essa può avere conseguenze anche gravi per i soggetti a rischio. Il vaccino costituisce una prevenzione efficace contro le complicanze e per proteggere le persone più esposte della propria famiglia. Ed è, senza dubbio, un salvavita, proprio per le categorie più fragili: i bambini molto piccoli, gli anziani, gli immunodepressi e coloro che sono affetti da patologie croniche respiratorie o cardiache”.
La copertura vaccinale antinfluenzale è da qualche anno in leggero aumento. La percentuale dei vaccinati nella popolazione generale è salita da 15.1 della stagione 2016/2017 a 15,3 della stagione successiva, mentre per gli anziani nello stesso periodo si è passati dal 52,0 al 52,7 per cento. “L’obiettivo minimo – dice Pregliasco – è arrivare al 75 per cento, almeno per le categorie più a rischio”.
Ma perché si ha ancora paura a fare il vaccino e le percentuali quindi non salgono? Perché girano ancora molti falsi miti.
1. L’influenza non è grave, quindi non ho bisogno del vaccino
Falso, sostiene l’Oms: “Fino a 650.000 persone all’anno possono morire di influenza. E questo dato è legato solo ai decessi per problemi respiratori, quindi il probabile impatto è ancora più alto. Anche soggetti sani possono contrarre l’influenza, ma succede soprattutto a chi ha un sistema immunitario vulnerabile. La maggior parte dei malati si riprende in poche settimane, alcuni però possono sviluppare complicanze, come infezioni dell’orecchio, polmonite, infiammazioni al cuore o al cervello”. Nella stagione influenzale 2017-2018, stando alle statistiche ministeriali ufficiali, in Italia si sono contati 175 decessi provocati dall’influenza. Due delle donne morte aspettavano un figlio.
2. Il vaccino antinfluenzale può dare l’influenza
Falso: “Il vaccino – rileva sempre l’Organizzazione mondiale della Sanità – contiene virus inattivati che non possono dare l’ influenza. Se ci si sente doloranti o leggermente febbrili, è una normale reazione del sistema immunitario alla vaccinazione e generalmente ci si riprende dopo un giorno o due”.
3. Il vaccino antinfluenzale può causare gravi effetti collaterali
Falso: “Il vaccino antinfluenzale – garantisce l’Oms – è sicuro. Gli effetti collaterali gravi sono estremamente rari. Una persona su un milione può avere la sindrome di Guillain-Barré, che causa debolezza muscolare e paralisi”. Il professor Pregliasco, su questo punto, sottolinea: “È più facile prendere questa sindrome a causa dell’influenza che per colpa del vaccino”.
4. Ho fatto il vaccino e ho ancora l’influenza, quindi non funziona
Falso: “I vaccini – commenta il professor Pregliasco – agiscono contro i virus influenzali più diffusi nella stagione precedenti, non contro centinaia di altri virus che causano malanni scambiabili con l’influenza. I vaccini – prosegue – riducono dell’80 per cento la diffusione dell’influenza e del 50 per cento la mortalità. La possibilità di ammalarsi non è eliminata. In caso di contagio, però, il vaccino attenua i sintomi, gestibili attraverso il ricorso ai farmaci”.
5. Sono incinta quindi non devo fare il vaccino antinfluenzale
Falso: “In particolare – rammenta l’Oms – proprio le donne incinte dovrebbero fare il vaccino antinfluenzale, poiché il loro sistema immunitario è più debole del solito. Il vaccino antinfluenzale inattivato è sicuro in qualsiasi fase della gravidanza”.
Quanto costa l’influenza a ogni famiglia
L’influenza ha anche un costo sociale ed economico elevato. “Tra assenze dal lavoro e spesa per farmaci e assistenza – sostiene uno studio presentato al recente congresso della Società italiana di pneumologia – ogni anno spendiamo circa 10,7 miliardi di euro, pari a oltre mezzo punto di Pil. La maggioranza dei costi deriva dall’assenteismo lavorativo o scolastico, oltre che dall’esborso per farmaci sintomatici di fascia C e quindi a totale carico del cittadino. Le famiglie, quasi senza accorgersene, spenderanno in media 250 euro per contrastare influenza e sindromi parainfluenzali”. Il vaccino costa molto meno (tra 9 e 18 euro in media in relazione al tipo, prezzo al pubblico in farmacia) e per le categorie a rischio è messo a disposizione gratuitamente.