La grande l’attesa per l’arrivo del vaccino Johnson & Johnson, di cui si prevedeva la consegna delle prime 184mila, è stata frustrata dalla richiesta di sospendere la somministrazione in via precauzionale dalle autorità americane. Il siero prodotto dalla casa farmaceutica Janssen ha caratteristiche simili a quelle di AstraZeneca e si ripropone il problema del rischio trombosi rilevato in rari casi. Nel vaccino Johnson & Johnson si ripone molta fiducia per accelerare la campagna vaccinale perché finora è l’unico monodose: non richiede, quindi, alcun richiamo, come invece accade con Pfizer, Moderna e AstraZeneca.
La raccomandazione dell’impiego di AstraZeneca per gli over 60 ha di fatto rallentato la campagna vaccinale nelle persone adulte non anziane, per esempio gli insegnanti. Per queste categorie è stata sospesa la somministrazione della prima dose (mentre sono confermate le seconde dosi in base agli appuntamenti già fissati). L’arrivo del nuovo vaccino potrebbe servire per riprendere la campagna anche per queste persone, a meno che non vengano consigliate limitazioni
Ecco le caratteristiche del vaccino Johnson & Johnson.
L’efficacia di Johnson & Johnson
Autorizzato dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, lo scorso 11 marzo, il vaccino Johnson & Johnson è stato testato in uno studio clinico su oltre 44mila persone dai 18 anni in sui negli Stati Uniti, in Sudafrica e nei Paesi dell’America Latina. A metà dei partecipanti è stata somministrata una singola dose di vaccino e all’altra metà un placebo. I trial ne hanno dimostrato l’efficacia al 67% nella riduzione del numero di casi di Covid sintomatici, dopo 2 settimane. In pratica, in quasi 7 persone su 10 non si sono registrati sintomi dell’infezione da Sars-Cov2.
Il vaccino Johnson & Johnson potrebbe non avere limiti di età
«Il vaccino J&J è stato indicato per tutte le fasce d’età, senza limitazioni. Chiaramente, in questa fase in Italia si sta procedendo per priorità sulla base del criterio anagrafico. In pratica, potrebbe essere utilizzato come Pfizer, per tutti, ma a partire dai più anziani e dalle categorie dei più fragili, come indicato nel piano vaccinale del Commissario Figliuolo» chiarisce il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università degli Studi di Milano.
La protezione dalle varianti
«Al momento il vaccino di Johnson & Johnson si è rivelato efficace nei confronti delle principali varianti, come l’inglese e la brasiliana. Qualche indicazione di minor protezione è arrivata, invece, rispetto alla variante sudafricana, tanto che in Sudafrica è stata sospesa la somministrazione. Ma va considerato che il campione sul quale è stata condotta la valutazione era estremamente limitato, di poche decine di soggetti» spiega Pregliasco.
Come funziona
Il vaccino Johnson & Johnson, come AstraZeneca, utilizza la tecnica del vettore virale. In questo caso è costituito da un adenovirus modificato e inattivo (quindi incapace di riprodursi) che contiene un gene per la produzione della proteina Spike di Sars-CoV-2, in grado di stimolare il sistema immunitario per produrre anticorpi e attivare le cellule T (globuli bianchi) in grado di contrastare l’infezione.
Effetti collaterali
Come spiegato da Ema nel dare il proprio via libera, gli effetti collaterali nello studio erano generalmente lievi o moderati e sono stati risolti entro un paio di giorni dalla vaccinazione. I più comuni sono dolore al braccio, nel punto di inoculo, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari e nausea, quindi sintomi analoghi a quelli di altri vaccini di comune somministrazione. «La sicurezza e l’efficacia del vaccino – ha riportato Ema – continueranno a essere monitorati, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’Ue e ulteriori studi da parte dell’azienda e delle autorità europee».
Il nesso con le trombosi
Alla vigilia delle consegne Johnson & Johnson ha però deciso di ritardare il lancio” del vaccino in Europa “in un’ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie europee”. Come accaduto per AstraZeneca, anche verso Johnson & Johnson sono stati sollevati dubbi su un probabile nesso con alcuni casi di trombosi, che hanno spinto l’Ema stessa ad avviare una revisione sul siero, dopo la segnalazione di casi di tromboembolie. In particolare si tratta di “4 casi gravi di coaguli di sangue insoliti associati a livelli di piastrine basse” le rare forme di trombosi che sono state osservate anche dopo la vaccinazione con AstraZeneca. «Un caso – prosegue Ema – si è verificato durante un trial clinico e 3 casi durante il lancio del vaccino negli Stati Uniti. Uno di questi è stato fatale».
L’agenzia Reuters ha riferito che «la FDA è a conoscenza dei casi di persone con gravi coaguli di sangue – a volte collegati a bassi livelli di piastrine nel sangue – dopo la somministrazione di J&J», ma ha sottolineato «che queste condizioni possono avere molte cause diverse», pur chiarendo che continuerà a investigare. «Quello che ci auguriamo è soprattutto che non ci siano problemi di comunicazione come con AstraZeneca, che possono minare la fiducia nel vaccino» spiega Pregliasco.
I sintomi a cui prestare attenzione
L’azienda farmaceutica produttrice ha ricordato quali sono i sintomi che meritano attenzione dopo la vaccinazione: «È importante che le persone che ricevono qualsiasi vaccino contro il Covid-19 cerchino immediatamente assistenza medica se manifestano i seguenti sintomi: respiro corto, dolore al petto, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente, sintomi neurologici, tra cui mal di testa grave e persistente o visione offuscata, piccole macchie di sangue sotto la pelle oltre il sito di iniezione, ecchimosi facili o eccessive».
«Continuiamo a lavorare a stretto contatto con gli esperti e le autorità regolatorie per valutare i dati e favorire una comunicazione aperta di queste informazioni ai professionisti della salute e al pubblico per aiutare a garantire che, in caso di una malattia molto rara, possano essere prese misure appropriate per una diagnosi e un trattamento rapidi» ha detto l’azienda farmaceutica Janssen.