Adolescenti iperconnessi, le nuove patologie che preoccupano sono like addiction, vamping e challenge. A spiegare che cosa c’è dietro questi termini, e a quali pericoli si espongono giovani e giovanissimi perennemente online, sono gli specialisti dell’Osservatorio nazionale adolescenza e del portale AdoleScienza.it, coordinati dalla dottoressa Maura Manca, psicoterapeuta e psicologa clinica.
Quando la chat è “insostituibile”: la dipendenza da WhatsApp
“Sei adolescenti su 10 – fa il punto l’esperta, sintetizzando i risultati delle ricerche più recenti – dichiarano di non poter più fare a meno di WhatApp, che si conferma essere l’app da loro più amata. Il 99 per cento dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni la utilizza ogni giorno, il 93 per cento si scambia i compiti attraverso il gruppo-classe e il 70 per chatta in maniera compulsiva. Per quanto riguarda i pre-adolescenti, dagli 11 ai 13 anni, il 96 per cento utilizza WhatsApp, nella metà dei casi per chattare in maniera sistematica e ripetitiva. L’82 per cento ha il gruppo-classe per scambiarsi i compiti, il 40 per cento per condividere selfie con gli amici”.
Le notti insonni degli adolescenti: il fenomeno del vamping
Si chiama vamping, spiegano sempre gli specialisti dell’Osservatorio, “la moda degli adolescenti di trascorrere numerose ore notturne sui social media, diventata una abitudine per molti di loro. Sei su 10 dichiarano di rimanere spesso svegli fino all’alba a chattare, parlare e giocare con gli amici oppure con il fidanzato e la fidanzata. Nella fascia dei preadolescenti siamo a quattro su dieci”.
La fomo, la paura di essere tagliati fuori
La tendenza che accomuna tutti i ragazzi, trasversale alle fasce di età, è tenere a portata di mano il telefono pressoché sempre, pure di notte. Quindici giovanissimi su cento si svegliano quasi tutte le notti per leggere le notifiche e i messaggi in arrivo, “per non essere tagliati fuori”. È un’altra patologia emergente, sempre legata all’abuso dello smartphone: la fomo, fear of missing out. “Questi comportamenti – ecco le ricadute concrete – vanno ad influenzare negativamente la qualità e la quantità del sonno, con conseguenze nocive per l’organismo, e interferiscono sulle attività quotidiane dei ragazzi, fino a determinare importanti difficoltà di concentrazione e di attenzione che gravano sul rendimento scolastico, favoriscono l’insorgenza di stati ansiosi, intaccano l’umore e gli impulsi.”
Teenager alla ricerca di approvazione: likemania e followermania
“Ormai da alcuni anni – continua la dottoressa Maura Manca – sembra che si sia completamente annullato il concetto di intimità, infatti per 5 adolescenti su 10 è normale condividere tutto quello che fanno, comprese foto personali e private, mettendo tutto in vetrina, sottoponendolo alla severa valutazione della macchina dei ‘mi piace’ o dei ‘non mi piace’. Per 3 adolescenti su 10 è importante il numero dei like ricevuti: tanti like e tante approvazioni accrescono l’autostima, la popolarità e quindi la sicurezza personale. Vale anche il contrario: commenti dispregiativi e pochi like condizionano l’umore e l’autostima in negativo, tanto che il 34 per cento dei ragazzi rimane molto male e si arrabbia quando non si sente apprezzato”.
Il terrore che si possa scaricare il cellulare: la nomofobia
La nomofobia, neologismo da no-mobile-phone, “è la paura eccessiva di rimanere senza telefono o senza connessione ad internet o al 4G: 8 adolescenti su 10 hanno il terrore che si scarichi il cellulare o che il telefonino non prenda quando si trovano fuori casa, un dato in forte crescita se si pensa che fino allo scorso anno era coinvolto il 64 per cento degli adolescenti. Tale condizione, nel 46 per cento dei casi, genera ansia, rabbia e fastidio.
Questo fenomeno è meno diffuso tra i più preadolescenti. Si fermano al 60 per cento e ‘solo’ il 32 per cento sperimenta alti livelli di ansia e preoccupazione”.
Il bisogno di apparire ad ogni costo
A caratterizzare gli adolescenti di oggi sono anche i selfie, gli autoscatti. “Sono disposti a tutto – confermano gli esperti dell’Osservatorio e di AdoleScienza.it – pur di ottenere like. Un esempio? Il 13 per cento ha seguito addirittura una dieta per piacersi di più nelle foto. È indubbio che le vetrine dei social – altra considerazione – pennellino il narcisismo degli adolescenti. I ragazzi della fascia 14-19 mediamente ne fanno circa 5 al giorno, con punte massime di 100, contro i 2 selfie al giorno dei più piccoli, che preferiscono utilizzare maggiormente i video e i messaggi audio”.
Non tutte sono istantanee soft, anzi. “Il dato più grave e allarmante è che un adolescente su 10 fa selfie pericolosi, in cui mette a repentaglio la propria incolumità, e che 12 ragazzi su 100 sono stati sfidati a fare un selfie estremo per dimostrare di avere coraggio”. Tutto o quasi poi viene postato o spedito agli amici. Salta ogni tipo di privacy. “L’intimità ormai si è trasformata in un’intimità condivisa”.
Challenge e sfide social “favoriscono i disturbi alimentari e l’abuso di alcol”
Chi riesce a mandar giù più bicchieri di vodka in pochi minuti? E chi, tra le ragazze pelle e ossa, è in grado di far girare un braccio dietro la schiena fino a toccarsi l’ombelico?
“Le challenge o sfide social – prosegue Manca – sono uno dei problemi del momento. Questi termini indicano tutte quelle catene nate sui social network in cui si viene nominati da altri, e chiamati a partecipare a una gara a distanza, attraverso un tag. Lo scopo in genere è quello di postare il video di una ‘impresa’, o l’immagine di una perfomance, per poi chiamare in causa altre persone a sfidarle a fare altrettanto. Due adolescenti su 10 hanno partecipato ad una moda a catena sui social e metà dei navigatori più giovani ha avuto una nomination. Uno su 10 ha preso parte ad una catena alcolica sui social network, bevendo grandi quantità di alcol in pochissimo tempo e nei luoghi o nelle posizioni più improbabili. Altri si sono immortalati mentre vomitavano o in condizioni vicine all’intossicazione alcolica”.
Altri ancora, come ha documentato il Corriere della Sera nei giorni scorsi, si mostrano mentre sballano con vecchie e nuove sostanze stupefacenti. Per le ragazze possono avere un ruolo centrale il corpo e la magrezza, “favorendo lo sviluppo di disturbi della sfera alimentare”, anoressia in primis.