Il 23 aprile di settanta anni fa nasceva la “Vespa”: il primo scooter che motorizzò l’Italia appena uscita dalla guerra. Il nostro Paese era un ammasso di macerie fumanti, la benzina arrivava via mare grazie agli americani e la Pirelli aveva la produzione di pneumatici bloccata. Fu allora che l’industriale genovese Enrico Piaggio fece provare agli italiani l’ebbrezza delle due ruote a motore. Aprì la strada al boom economico, cambiò la nostra immagine all’estero. Complice anche una concorrenza testa a testa con la Lambretta prodotta dalla Innocenti.
Perché si chiama Vespa? Premessa: siamo all’indomani del secondo conflitto mondiale, c’è la necessità di far ripartire le fabbriche. Enrico Piaggio cercava qualcosa di nuovo per riconvertire la Piaggio di Pontedera (Pisa) i cui impianti erano dediti alla produzione militare. Il celebre scooter venne disegnato dall’ingegner Corradino D’Ascanio che voleva un mezzo di trasporto agile, dai bassi costi e consumi, a due ruote: comoda come un’auto, dove si stava seduti e non a cavalcioni, leggera. Quando venne presentato il prototipo, Piaggio disse: “Assomiglia a una vespa, con quel sedere a bulbo”. Il nome nacque così.
La prima Vespa Il primo annuncio comparve sul Corriere dell’Informazione, il 29 marzo 1946: “La SpA Piaggio & C. presenta la motoleggera utilitaria VESPA – cilindrata 98 cmc – Motore a 2 tempi – Cambio 3 marce – Velocità massima 60km – Consumo 1 litro 50 km. Inizio consegne in aprile”.
Nel 1947, la produzione era di 10,5mila vespe in un anno. Nel 1948, si passò la soglia delle 30mila. La Innocenti cominciò la produzione della Lambretta nel settembre del 1946. Nel duello delle vendite, vinceva sempre Piaggio.
La preferita dalle donne La Vespa rivoluzionò il rapporto fra uomini e donne, non più confinati in ambienti separati. Perché in Vespa ci salivano le coppie. Per le ragazze dell’epoca fu uno strumento per rinfrancarsi ed emanciparsi: simbolo di svago e di divertimento, momento di evasione dal lavoro e dalla monotonia, possibilità di uscita dal focolare domestico. Immagine della libertà, senza distinzione di classe. Era il mezzo preferito dagli impiegati: perché così sul luogo di lavoro si arriva velocemente e mai disordinati.
I film La vespa entrò nei film. E quindi nel nostro immaginario collettivo. Chi non ricorda “Vacanze romane” di William Wyler, con Audry Hepburn e Gregory Peck che scorrazzano per la capitale in sella ad una indimenticabile Vespa bianca? Quando esce, nel 1953, la pellicola ha la potenza di uno spot pubblicitario per la Piaggio. La vollero gli americani, come simbolo dell’italianità.
Altra scena epica: Alberto Sordi che cerca di caricare Aldo Fabrizi in sella al celebre scooter, ma alla fine parte senza passeggero (“Mi permette babbo” del 1956). Ancora: “Caro diario” (1993) di e con Nanni Moretti, ha il primo episodio intitolato “In Vespa”, dove l’attore viaggia per i quartieri deserti di una Roma estiva.
Le immagini legate alla Vespa La Vespa diventa protagonista anche dei fumetti, uscendo dalla matita di un giovanissimo Jacovitti. La Piaggio pubblica i calendari dedicati al suo scooter. Lancia i concorsi di bellezza per cercare le ragazze da ritrarci accanto. Nasce tutta un’oggettistica a tema, fatta di libri, cartoline, spillette, brochure, cartelloni pubblicitari, calendari perpetui, oggi ricercati dai collezionisti.
I Vespa club Il “Vespa club d’Italia (www.vespaclubditalia.it) è nato ufficialmente il 23 ottobre 1949 a Viareggio con il primo Congresso Nazionale al quale hanno partecipato 29 delegati. Oggi raccoglie migliaia di appassionati organizzati in oltre 130 Vespa Club, in 31 paesi. Si ritrovano in raduni locali e momenti di condivisione nazionali, sospesi fra viaggi e memorabilia.
Ogni anno, poi ci sono i “Vespa World Days”. L’edizione 2016 si terrà dal 2 al 5 giugno al Golfo di Saint Tropez. Quella del 2015 si è svolta a Mantova.
La Vespa in musica Diversi cantanti hanno immortalato il mito grazie alle sette note. Una canzone più di tutte è passata alla storia (soprattutto per l’orecchiabilità): era del gruppo bolognese dei Lunapop che nell’estate del 1999 lancia il singolo “50 special”. La copertina è proprio una Vespa. Il brano parla del modello con le marce, quello che ha fatto sognare più di una generazione. “Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi, se è una Vespa Special che ti toglie i problemi”, cantava il loro front-man, Cesare Cremonini.