L’estate ci rende tutti più insicuri, e gli over 50 ancora di più. Più della metà degli italiani sopra i 55 anni subisce la pressione degli stereotipi legati all’invecchiamento e addirittura il 58% si sente di non poter più indossare vestiti attillati. L’estate è ovviamente la stagione in cui il disagio legato al proprio corpo si fa sentire di più: il 39% si dichiara più sensibile rispetto alla stagione invernale.

È quanto emerge dall’ultima edizione del report Fashion Research 2024 di Stileo, motore di ricerca di moda leader in Italia, che ha indagato sulle abitudini di acquisto online, quindi anche sulle insicurezze legate all’abbigliamento. Ed ecco che il vero tasto dolente sono le vacanze al mare con l’ansia di dover indossare il costume da bagno: la metà degli italiani sente la necessità di impegnarsi per raggiungere una forma fisica ottimale, il 46% invece non sente di doverlo fare. Infine, c’è chi risolve la questione evitando di esporre il proprio corpo: il 24% degli italiani rivela di evitare di andare in spiaggia.

La vecchiaia è ancora un problema, lo dicono i dati

Nell’immaginario comune la giovinezza è l’età dell’oro della nostra vita: bellezza, tonicità, energie e vitalità non mancano. Poco importa che l’asticella della giovinezza si innalzi sempre di più: oggi a cinquant’anni non si può certo dirsi vecchi, eppure certi cliché sull’invecchiamento sono duri a morire e lo dimostrano anche i dati.

La body positivity ha rimosso la vecchiaia

Dunque la body positivity non ha funzionato? il movimento sociale per l’accettazione di ogni corpo, nato nel 2010, ha provato a dirci che dovremmo riconsiderare i canoni estetici imposti dalla società, senza distinzione di taglia, genere, colore di pelle o abilità. Ma ci siamo davvero liberati degli stereotipi legati all’aspetto ideale? L’impressione è che spesso affermare che ogni corpo è valido e che per questo dovremmo essere più tolleranti con noi stessi e gli altri, sia soltanto uno slogan che nasconde una realtà ben diversa: il corpo in qualità di schermo tra la persona e il mondo è ancora sottoposto a giudizi. Inoltre, grande assente dall’opera di normalizzazione della body positivity è l’invecchiamento: in una società che ci vorrebbe sempre performanti, il tempo che passa è ancora un tabù per molti uomini e donne over 50.

E se parlassimo di body neutrality?

Un tabù che si potrebbe forse scalzare a colpi di body neutrality, cioè la neutralità del giudizio sull’aspetto esteriore. Secondo questo movimento dovremmo semplicemente accettare il corpo per quello che è: lo strumento che ci consente di vivere e fare esperienza del mondo. Per questo, non dovremmo permettere che il giudizio su di esso definisca il nostro valore, comprometta la nostra autostima e la nostra felicità. Infine, dovremmo imparare a prenderci cura tanto del corpo quanto della mente, per intraprendere una relazione più sana ed equilibrata con noi stessi.

Il grande rimosso: la salute

Senza dubbio il concetto di body neutrality ha fatto passi avanti rispetto a quello di body positivity, perché fa emergere un aspetto che, pur essendo di primaria importanza, molto spesso resta sullo sfondo: la salute, come stato psicofisico che si realizza quando siamo in grado di prenderci cura tanto del corpo quanto della mente. Il più delle volte infatti, è l’estetica che occupa tutta la scena: è per guadagnare un bell’aspetto che bisogna fare attività fisica, mangiare sano, evitare i dolci o gli alcolici. In questo rovesciamento, la salute è la conseguenza di un aspetto piacente e non il contrario.

Quindi se avere un bell’aspetto diventa la priorità, è chiaro che i cambiamenti inevitabili a cui il nostro corpo è sottoposto con il passare del tempo, diventano uno scoglio insormontabile. E quando l’estate arriva, l’incapacità di prendersi davvero cura di se stessi si riduce a questo interrogativo: mi copro o mi spoglio? Ma la relazione con il proprio corpo non si può certo rimandare a settembre.

La soluzione sarebbe tornare a parlare di salute. Avere delle buone abitudini per tutto l’anno ha un ottimo effetto sulla propria autostima, la stessa che davanti a un giudizio sgradevole sul proprio corpo ci fa andare oltre senza troppi risentimenti. Perché, siamo onesti, è molto più semplice fare del proprio benessere una priorità che estirpare l’io giudicante dagli altri e perfino da noi stessi.