La zipline è un’esperienza “estrema”? A giudicare dalle 200mila persone, grandi e piccoli, che hanno attraversato in volo in 13 anni i boschi da Albaredo a Bema, e poi all’indietro, da Bema ad Albaredo, direi proprio di no. La morte il 5 maggio di una donna di 41 anni, che è precipitata verso la fine della prima tratta sganciandosi dall’imbrago, è la prima tragedia accaduta nell’impianto Fly Emotion, anzi: nelle zipline in assoluto.
La zipline Fly Emotion
Questa zipline si trova in Valtellina, nel bellissimo Parco delle Orobie, ed è una delle poche al mondo che consente di compiere un volo andata e ritorno, diviso in due tratte: con la prima, lunga un chilometro e mezzo, si vola a un’altezza di 230 metri, con la seconda, che è leggermente più corta (un chilometro), si sorvola la valle a un’altezza maggiore, 360 metri, con una velocità massima di 120 chilometri.
Un’esperienza bellissima, che ho provato anche io con le mie figlie, come migliaia di persone, senza mettere in conto la pur remotissima probabilità di cadere. Ecco alcuni frame del video che avevo girato all’epoca, nel 2015, e che danno idea dell’imbragatura e della struttura.
Lo shock della notizia dell’incidente quindi è ancora più grande proprio perché questa avventura è davvero popolare: non ha niente a che vedere con il bungee jumping, decisamente riservato a pochi per l’audacia che quel salto richiede (e che è comunque estremamente sicuro, visto i tre punti di ancoraggio tra imbragatura e caviglie). O con i voli in tuta alare, quella sì un’esperienza estrema, che ha visto morire dal 2002 – l’anno del primo volo – 82 persone. Neanche il parapendio si può considerare estremo. Prendendo i dati della Germania, dove il parapendio è estremamente diffuso, muoiono circa tre persone all’anno su 33.000 piloti. Si tratta di un pilota su 11.000, dato leggermente inferiore al tasso di mortalità alla guida.
L’incidente sulla Fly Emotion
Sulle varie zipline sparse per il mondo, molte anche in Italia, non è mai accaduto un incidente simile. Ora la Procura di Sondrio sta indagando e sono stati acquisiti i video girati dai nipoti della vittima. Come riporta Il Corriere della Sera, secondo una prima ricostruzione la donna – Ghizlane Moutahir, 41 anni, origini marocchine – avrebbe rallentato improvvisamente poco prima dell’arrivo, rimanendo sospesa: terrorizzata avrebbe tolto i piedi dalle staffe di sicurezza; come sia possibile che si sia sganciata dall’imbrago, rimasto attaccato alla fune, è quanto dovrà accertare l’inchiesta. Tra le ipotesi la rottura delle cinghie o un errore nell’indossare l’attrezzatura alla partenza. Improbabile che possa essersi staccata da sola, forzando i sistemi di sicurezza. Per esperienza posso dire che è impossibile liberarsi da soli dall’imbrago e che l’attenzione alla partenza è massima: dal caschetto all’altezza dei ganci alle funi, tutto viene rigorosamente controllato e risponde a severe norme di sicurezza CE.
Le indagini faranno chiarezza, e naturalmente ci aspettiamo sui social il solito atteggiamento del «se l’è andata a cercare». Il sogno innato del volo o semplicemente il desiderio di vivere un’esperienza diversa non è una colpa. Dovremmo dire lo stesso, allora, per chi va a sciare, quando tragicamente si sgancia la cabina della funivia? O per chi è appassionato di scialpinismo, e finisce malauguratamentee sotto una valanga? In quel caso, certo, va valutata non solo la preparazione tecnica, ma anche la “responsabilità” del fattore naturale, che spesso in realtà è prevedibile se si usassero più cautela e prudenza. Anche se a volte, lo sappiamo, pure i più esperti restano vittime della montagna.
In Italia almeno 10 zipline
Comunque questa zipline non è l’unica in Italia. È una forma di turismo e di esperienza molto diffusa, dalle piccole funi con carrucola nei parchi avventura per i bambini, ai voli più suggestivi. Ce ne sono insomma diverse, da nord a sud, e di varie tipologie. Da quelle in cui ci si aggancia al cavo e si scivola restando in posizione verticale, a quelle in cui si sta seduti con le gambe a penzoloni su un dispositivo di sicurezza collegato a cavo, a quelle – come Fly Emotion – in cui si vola in orizzontale: questo sistema, con cui si sta attaccati al cavo avvolti dall’ imbracatura, con le braccia libere, è quello che simula il gesto del volo nel modo più veritiero possibile. Tra le varie zipline, le più spettacolari sono almeno dieci, di cui una è la più lunga e veloce al mondo. Si trova nel Lazio, a Rocca Massima (provincia di Latina): un cavo d’acciaio sorretto da due piloni lungo 2.225 metri sospeso a un’altezza massima di 310 metri dal suolo. Si possono raggiungere velocità superiori ai 170 chilometri orari. Proprio per questo l’esperienza si chiama “Volo del Falco Pellegrino“ (Fly in the Sky). Un’altra zipline lunghissima, anche se meno veloce, è quella in Trentino a San Vigilio di Marebbe: 3,2 chilometri di volo con 400 metri di dislivello. Le altre si giocano tutte tra i 1600 e i 1400 metri di lunghezza. Molto suggestivo per il panorama strepitoso, con il mare davanti, tra le montagne delle Madonie e i Nebrodi, l’impianto di San Mauro Castelverde, in provincia di Palermo.