Ogni settimana pubblichiamo le risposte di Chiara Gamberale alle domande delle lettrici, sia online che sulla carta. Per scriverle, manda una mail a [email protected]
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Ciao Chiara,
ho 46 anni e mezzo e dai 30 ai 40, pur avendo avuto alcune possibilità con uomini che ho scartato (e che ora rimpiango disperatamente), ho rinunciato alla maternità. Verso i 40 ho cominciato a percepire un vuoto e un desiderio intenso di stringere e amare un bimbo e dunque mi sono pentita della mia scelta, ma i 2 uomini, amatissimi, che ho avuto dai 40 in poi non ne hanno voluto sapere. L’ultima storia, in particolare, mi vede protagonista e vittima di un’estenuante guerra improduttiva con un uomo divorziato e con 2 figli che proprio non se la sente di fare il terzo. Questa relazione dura da 3 anni e mezzo, di cui 2 passati a piangere sulla sua irremovibile decisione di non accontentarmi, né provando a fare un figlio né sposandomi per provare la via dell’adozione. Ora il dubbio è: cercare un’altra persona, anche solo per provare una fecondazione assistita e l’ebbrezza di vivere un progetto così bello, oppure rassegnarmi rimanendo con l’uomo che mi sta annientando con tutti i suoi comprensibili ma difficilmente accettabili no? Ho pensato all’adozione da single, che in Italia è una cosa difficilissima, ma non so se ci riuscirò: purtroppo sono un’anima fragile…
Alessia
Cara Alessia,
penso al verso di quella canzone di Pino Daniele: «Chi vuole un figlio non insiste». Ci sono passata, sai, e proprio quando mi chiedevo se tentare altre vie per realizzare il mio desiderio, lei è arrivata. Ecco perché ho chiamato mia figlia Vita. Anche per questo credo che parlare di maternità in generale sia impossibile: ogni donna è diversa, ogni storia è a sé. La tua ti impone una domanda: sei disposta a crescere un figlio da sola? Se la risposta è no, ti invito a concentrarti sulla ricerca non dell’uomo con cui fare un figlio, ma dell’uomo che desideri quello che desideri anche tu. Un uomo che ti renda, prima che madre, felice. Se la risposta è sì, invece, forse il primo passo è intraprendere un percorso psicologico con qualcuno che possa farti sentire sostenuta: l’unica cosa che ho imparato sul diventare genitori è che è fondamentale conoscersi. Ti abbraccio.
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Disegno di Elisa Macellari