Nell’eterno dibattito a scuola, vale tutto: voti sì e voti no, basta che si sia d’accordo che a scuola si va per imparare

Tutto fa brodo, nell’educazione. A parte pochi ingredienti che stonano, quasi tutto il resto funziona: le vecchie ricette tradizionali, così come quelle innovative con ingredienti inaspettati e provocatori. Sono gli studi scientifici a dirlo: è quasi impossibile ostacolare gli studenti nell’apprendere e nel crescere.

A cosa servono i voti

In questo dibattito tra il vecchio e il nuovo, nulla scalda gli animi quanto la valutazione: voti sì o voti no, questo sembra essere il problema. Ma il punto è: a che cosa serve la valutazione a scuola? Quando poniamo questa domanda in classe, i ragazzi rispondono con cristallina certezza che lo scopo della valutazione… sono i voti. Eppure si tratta di un equivoco: la valutazione non è un fine, ma è un mezzo! Lo scopo della scuola è che i ragazzi imparino, e la valutazione è uno strumento che serve a facilitare l’apprendimento: una persona esperta osserva e corregge il ragazzo, affinché non ripeta i propri errori e affini le sue capacità.

Servono se c’è un feedback

Ciò che conta nella valutazione è il feedback e questo si può dare in molti modi: il voto dà un messaggio sintetico, forte e chiaro, specialmente quando è accompagnato dai commenti e dalla relazione con il docente, che è sempre il cuore dell’apprendimento.

Valutare senza

Valutare senza voti è più personale e più “scientifico” insieme: chiariti l’obiettivo e i criteri, fornisce un feedback analitico che indica esplicitamente i punti di forza e di debolezza e che cosa ciascuno dovrebbe fare per raggiungere il proprio obiettivo.

Valutare con

Il rischio nella valutazione tradizionale è che il voto distolga l’attenzione degli studenti dal feedback dell’insegnante, che è il vero ingrediente segreto dell’apprendimento. La delusione di un voto brutto e la soddisfazione di uno bello a volte sono così intense nei ragazzi che possono far perdere loro di vista il vero obiettivo. E questo meccanismo del bastone e della carota rischia di abituare i giovani umani a fare per timore o per compiacere, raramente li invita a trovare le ragioni di ciò che si fa dentro di sé. Nell’educazione funziona tutto: basta che si sia tutti d’accordo che a scuola si va per imparare e diventare grandi e non per prendere bei voti.