Centinaia di persone sono state arrestate in un’operazione di polizia internazionale che ha visto la collaborazione di agenti e funzionari degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Corea del Sud. Al centro dell’inchiesta un sito sul dark web, di base in Corea del Sud, dove si vedevano video che documentavano abusi su minori in cambio di bitcoin e altre forme di denaro digitale.
Come riporta il Guardian, le autorità hanno descritto la rete come una delle più grandi operazioni di pedopornografia finora smascherate. Il sito, che si chiamava “Welcome To Video”, dava l’accesso a oltre 250.000 video, inclusi filmati di abusi estremi su bambini molto piccoli. A scanso di equivoci, nella pagina di caricamento si leggeva “Non caricare porno per adulti”. Gli agenti hanno salvato almeno 23 vittime minorenni negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Spagna, ma purtroppo molti dei bambini nei video non sono ancora stati identificati.
Sono stati accusati il webmaster, il sudcoreano 23enne Jong Woo Son, e altri 337 utenti sparsi in 12 paesi diversi. Attualmente, Son sta scontando una pena di 18 mesi in Corea del Sud ed è stato anche incriminato con accuse federali a Washington. Diverse altre persone accusate nel caso sono già state condannate e stanno scontando pene detentive fino a 15 anni. Secondo gli investigatori, il sito ha raccolto almeno 370.000 dollari in bitcoin prima di essere rimosso a marzo 2018.
Welcome To Video è uno dei primi siti Web a “monetizzare” gli abusi sessuali su minori utilizzando le criptovalute, un metodo di pagamento che consente agli utenti di nascondere la propria identità durante le transazioni finanziarie. D’altronde quello della pedopornografia online, come rilevava una recente inchiesta del New York Times, è un problema che negli ultimi anni è aumentato a dismisura. Nel 2018 45 milioni di foto e video che ritraggono minori abusati sono stati scambiati su internet, più del doppio dell’anno precedente. È l’altra faccia della medaglia dell’avanzare delle nuove tecnologie, che hanno permesso a tutti di comunicare in sicurezza, anche ai pedofili.