«Alzati dalla scrivania, esci da scuola, spegni la tv. Non contare su di noi o su Greta perché qualcuno lo faccia al posto tuo: guarda dentro te stesso e ribellati». A chiamare a raccolta le folle per il clima non c’è più soltanto #FridaysForFuture. Accanto al movimento ispirato da Greta Thunberg cresce in tutta Europa Extinction Rebellion (XR), collettivo nato nell’aprile 2018 in Gran Bretagna e sostenuto da un manifesto con le firme di oltre 100 accademici. Lo scopo, anche per loro, è costringere i governi a intervenire per ridurre le emissioni di CO2, prima che il riscaldamento globale raggiunga il punto di non ritorno.
Con un accento sul rischio distruzione della biodiversità: oltre gli 1,5 gradi di aumento delle temperature – sostengono – insetti e anfibi sarebbero i primi a sparire mettendo in crisi l’ecosistema. Diversa però è la strategia: mentre i giovani di FFF si limitano a scioperare sfilando in corteo, gli attivisti di XR puntano sulla disobbedienza civile. Flash mob, blocchi stradali, azioni dimostrative per spingere i passanti a schierarsi: il tutto all’insegna della non violenza gandhiana, principio fondante del movimento.
Hanno occupato Londra per 11 giorni
I “ribelli”, come si chiamano tra di loro, hanno riempito le cronache lo scorso aprile occupando per 11 giorni consecutivi i luoghi nevralgici di Londra: in quell’occasione la polizia ha arrestato oltre 1.000 manifestanti. Da allora, XR è uscito dai confini britannici e prepara la sua più ampia mobilitazione internazionale, in programma fino al 13 ottobre in tutte le capitali mondiali, Roma compresa. Le richieste ai governi sono 3, le stesse fin dalla fondazione: dire la verità sulla crisi, dichiarando lo stato di emergenza climatica ed ecologica; agire subito, con misure drastiche, per arrivare allo zero netto di emissioni entro il 2025; formare assemblee di cittadini estratti a sorte con potere deliberativo, per superare l’inerzia della politica.
Puntano a conquistare Roma
In Italia Extinction Rebellion ha “nuclei” attivi in tutte le maggiori città, che si organizzano soprattutto sui social. «Ho aderito a questo collettivo perché ho capito che, da soli, i cortei non avrebbero portato a nulla» racconta Annalisa Gratteri, 51 annni, insegnante di Scienze e coordinatrice del gruppo di Torino. Che puntualizza: «Non c’è alcuna rivalità con #FridaysForFuture, anzi ci confrontiamo spesso e i nostri attivisti più giovani partecipano a entrambi i movimenti. Noi vogliamo che l’emergenza diventi impossibile da ignorare, e per arrivarci dobbiamo coinvolgere più persone possibili con azioni di disturbo pacifiche, mirate, belle, colorate e attraenti. A Roma ci metteremo alla prova, arrivare a 1.000 dimostranti sarebbe un grande risultato».