«Il design smart nasce quando guardiamo il mondo attraverso gli occhi degli altri». Con queste parole Britt Monti, creative leader di Ikea, descrive l’approccio che l’ha portata a ideare la collezione Omtänksam (“premuroso” in svedese) composta da 22 arredi e complementi per chi ha bisogno di un aiuto in più. E Britt sa bene cosa significhi perché qualche anno fa è stata colpita da un ictus. «La mia esperienza personale mi ha offerto spunti preziosi: non sapevo quanto sarebbe durata la riabilitazione, ma non potevo arrendermi all’idea di usare gli oggetti e i mobili progettati per chi ha difficoltà di movimento: erano troppo brutti!».
Così, appena è tornata alla vita “normale”, la creative leader si è consultata con esperti di ergonomia e fisioterapia ed è giunta a una conclusione che potrebbe rivoluzionare le nostre abitazioni nei prossimi anni: «Mi sono resa conto che dovevamo creare degli arredi che non si rivolgessero solo agli anziani o ai disabili. Sono tante le persone costrette a usare, temporaneamente o per sempre, prodotti in grado di assicurare sostegno e comfort. Per questo le nostre case devono essere concepite in modo da far spazio alla diversity». In altre parole, il design è davvero bello quando può essere utilizzato dal maggior numero di persone possibile.
Il lavabo si inclina
La progettazione inclusiva, che tiene conto di chi si muove dentro casa con difficoltà, è molto diffusa nelle nazioni nordiche. Ora però anche da noi qualcosa sta cambiando. Nel 2008 è nata l’associazione Design for all Italia, branca di Design for all Europe: lo scopo è promuovere un approccio progettuale che abbraccia la diversity a tutti i livelli, dall’urbanistica agli oggetti di uso quotidiano fino ai servizi digitali. I suoi principi? «Sono due: la non discriminazione e la gradevolezza, che non significa limitarsi all’estetica, ma curare i materiali e i dettagli» spiega l’architetto Francesco Rodighiero, segretario di Design for all Italia.
Su questi concetti innovativi si basano alcuni prodotti che ha disegnato per il brand di arredo bagno Goman. «Flight è stato il primo lavabo, adatto anche a persone disabili, che non ha un aspetto da sanitario ortopedico. L’ho progettato già inclinato, in modo da eliminare quel meccanismo pneumatico, brutto e ingombrante, che consente ai modelli tradizionali per disabili di essere abbassati. Il bordo anteriore concavo rende più facile avvicinarsi all’acqua non solo per chi è su una sedia a rotelle, ma anche per i bambini». Un oggetto attento alle esigenze di tutti e con una forma piacevole, che sembra librarsi sospeso con le sue ali a onda.
«Progettare per l’inclusione non è un atto di buonismo, ma un atteggiamento business oriented: basti pensare che nel 2030 un quarto della popolazione europea sarà composta da over 65 che avranno sicuramente bisogno di una casa più confortevole ed ergonomica» conclude Rodighiero. Lo hanno compreso alcuni noti brand italiani.
Come Scavolini, che ha messo a punto Utility System, un sistema dove i fornelli e il lavello sono installati su un piano sospeso facilmente accessibile anche a chi è in carrozzella e i pensili sono dotati di ripiani con saliscendi motorizzato. Basta premere un pulsante per portarli a un’altezza comoda, senza doversi allungare per prendere il barattolo della farina o la scatola della pasta. Very Wood, invece, dal 2015 ha a catalogo Wise, una collezione di sedie, poltroncine e tavoli eleganti con dettagli age-friendly come una maggior altezza della seduta, gli spigoli arrotondati e i braccioli più larghi.
La poltrona così è più confortevole
La nuova progettazione non si ferma agli oggetti e agli arredi. Muji ha di recente presentato un’abitazione prefabbricata (puoi vederla nella foto di apertura), per ora in vendita solo in Giappone, dove le caratteristiche della casa nipponica si sposano con le esigenze di chi ha una certa età: divisori e arredi mobili, enormi vetrate scorrevoli affacciate sull’esterno e nessuna scala. Perfetta anche per le famiglie più giovani che vogliono vivere in uno spazio gradevole senza pericoli per tutti, bambini compresi.
Lo studio di architettura Lanzavecchia+Wai, infine, ha concentrato l’attenzione sulle trasformazioni dell’ambiente domestico necessarie per le persone affette da Alzheimer. «Insieme allo studio Lekker architects e alla fondazione filantropica Lien di Singapore abbiamo ideato Hack care, un catalogo che suggerisce più di 50 trucchi e modifiche da apportare su alcuni prodotti Ikea per rendere la casa un luogo friendly anche per i malati e per chi li assiste (in inglese, si scarica da hackcare.org, ndr)» spiega Francesca Lanzavecchia. «Il nostro manuale fornisce anche consigli per celebrare i piccoli rituali di tutti i giorni che rendono piacevole la vita dei pazienti e dei care givers, dal pranzare alla cura del verde».
Elemento di arredo centrale è la poltrona Poang, una delle più vendute dal colosso svedese in tutto il mondo: l’altezza della seduta può essere modificata e sono disponibili accessori che la trasformano in modo da rendere più piacevole lo stare seduti a lungo. «L’obiettivo di questo progetto è di suggerire un’attitudine creativa verso gli oggetti e stimolare un dibattito allargato». Target centrato: in poche settimane la prima edizione della pubblicazione cartacea è andata esaurita. Non solo: fisioterapisti, infermieri e parenti che assistono persone anziane hanno consigliato altre modifiche da aggiungere al catalogo. Per una casa accogliente serve davvero la collaborazione di tutti.