Elisabetta Denaro, 33 anni, studentessa di storia dell’arte
«Per scoprire tutti i tesori della città il mio consiglio è di passeggiare senza fretta e di non avere paura di inerpicarti su scalinate che sembrano infinite. Gesualdo Bufalino definiva Modica così: “Un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sperone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le due metà, a far da pacieri…”. Chi visita la mia città di solito ama l’arte tardobarocca e ha una grande passione per il cioccolato (il modicano si ottiene da una particolare lavorazione “a freddo” che deriva dagli Aztechi). Ma ad appagare i sensi ci sono tante altre esperienze da fare. Per esempio affacciarsi dal belvedere Itria per ammirare il maestoso Duomo di San Giorgio con il presepe di case che lo abbraccia. Stessa emozione mentre sali la scalinata di San Pietro, una perla architettonica. Pochi conoscono Santa Maria del Gesù, un edificio rimasto in piedi dopo il terremoto del 1693 che ha raso al suolo la Sicilia sud orientale determinando la ricostruzione barocca. Qui si è conservato un chiostro cinquecentesco che da solo vale un viaggio con le sottili colonne, i capitelli decorati e la pietra dorata. È stato riaperto dopo anni di abbandono e ora i giovani dell’associazione Lap invitano i turisti a conoscerlo perché ne hanno fatto un luogo di sperimentazioni culturali. Meritano una sosta anche la chiesa del Carmine, con il rosone tardogotico e la chiesa in grotta di San Nicolò Inferiore, in centro, con straordinari affreschi in stile bizantino».
Roberta Italia, 42 anni, moderatrice culturale
«Il mio quartiere, Modica Alta, in genere è snobbato dai turisti frettolosi. Eppure bisogna venire qui per conoscere la vera anima della città, vedere ancora i bambini giocare nei vicoli, le vecchiette chiacchierare per strada e gli spiazzi pubblici trasformarti dagli abitanti in giardini rigogliosi dove esplode il gelsomino. È bello arrivarci scegliendo uno dei percorsi di trekking urbano che si inerpicano dal corso principale e raggiungono il belvedere Pizzo. Da qui hai una vista sulla città disseminata di case. A me piace arrivarci attraverso il quartiere Santa Lucia, una zona di confine dove la campagna entra in città: ti ritrovi a passeggiare tra i panni stesi al sole, i fichi d’India e i carrubi. Pur conservando questo fascino antico Modica Alta ha saputo rinnovarsi e, complice il fatto che qui le case costano meno che in altre zone, tanti giovani l’hanno riscoperta, ricreando un tessuto culturale vivace. Una rete di luoghi molto particolari sembra quasi voler offrire l’occasione di un turismo conviviale e spontaneo, fuori dagli schemi: il Borgo degli artisti, per esempio, è una vecchia scuola che conserva il fascino e gli arredi delle aule ma oggi ospita le associazioni, come Condominio fotografico, che qui tiene workshop e incontri con fotografi di fama internazionale. Nell’ex chiesa di San Nicolò ed Erasmo si gioca con i libri: scambi al buio e cene ispirate ai protagonisti (su Facebook trovi il gruppo Scambio libri – Modica e dintorni). E poi c’è Rappa Enoteca che in estate propone concerti sulle lastre di roccia dorata del piazzale di Santa Teresa con i palazzi ottocenteschi per cornice. A me piace venire qui per l’aperitivo: in una deliziosa atmosfera liberty puoi assaggiare una ricca selezione di vini e altri prodotti locali. Se programmi una visita l’ultimo weekend di aprile, dalla piazza puoi goderti lo spettacolo della festa di San Giorgio, un’occasione unica per assaporare il folclore genuino di queste zone».
Viviana Pitino, 41 anni, hospitality ed event manager
«Di Modica mi affascina il fatto che i luoghi storici riescono a convivere con la cultura contemporanea. Un mix incredibile che i visitatori possono assaporare grazie ai Modica Contemporary Tour: sono visite tematiche alla scoperta del territorio e della sua identità. Puoi entrare negli studi degli artisti e chiacchierare con loro, andare a scovare le installazioni contemporanee nascoste nei quartieri storici oppure scoprire l’artigianato creativo. Dalle botteghe classiche, come quelle del sarto, a quelle di giovani che si sono formati fuori città e poi sono tornati qui a fare innovazione. Se vuoi fare shopping non perdere le borse originali di Ottavia Failla e di Edr Lab perché ognuna racconta una storia. Anche a tavola Modica ha saputo rinnovarsi offrendo ottime alternative ai soliti piatti. Il ristorante Accursio, la domenica mattina, propone la sua cucina stellata nell’originale formula colazione gourmet. L’Antica dolceria Bonajuto offre ai visitatori un tour degustazione per scoprire come nasce il famoso cioccolato. Mentre il laboratorio di Donna Elvira ha avviato al suo interno una produzione in chiave “bean to bar” per coprire tutta la filiera di produzione: puoi vedere dalla tostatura dei semi di cacao fino alla barretta. E degustare varietà rare e pregiate di cioccolato come il “pure nacional” peruviano».