Il segreto delle tagliatelle fatte in casa, il trucco che rende perfetto l’arrosto della domenica… Quando si apre il “file gola” in Italia si scoperchiano profumi unici. Ma dietro a tutto questo c’è qualcosa di molto, molto più sostanzioso. Il settore alimentazione, parola del ministero dell’Economia, muove oltre 274 miliardi di euro all’anno. Ovvero, il 17% del Pil. E l’anno internazionale del cibo italiano dà una marcia in più. «Continuiamo il percorso iniziato con Expo, facendo conoscere questo patrimonio» dice Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti. «Due stranieri su 3 vengono da noi proprio per la buona tavola e per ben il 54% degli italiani il successo della vacanza dipende dalla combinazione tra cibo, ambiente e cultura. Nel 2018 valorizzeremo l’alleanza turismo-alimentazione, per esempio con i mercati di Campagna amica, una rete di centinaia di produttori di eccellenze a km zero».
La rete è fondamentale anche per combattere il nemico numero uno: i falsi made in Italy
«Una piaga. Basti pensare che valgono 60 miliardi di euro, quando il nostro export sfiora i 40» prosegue Bazzana. «Dobbiamo informare, sensibilizzare e agire. Per esempio, stipulando accordi di tutela con i singoli Paesi, lanciando sportelli anticontraffazione nelle ambasciate e creando sistemi di tracciabilità per scoprire subito la finta mozzarella di bufala». Quella vera fa parte del Dna del nostro Paese, insieme alla pizza, alla pasta e all’infinità di ricette millenarie. «La storia della cucina rispecchia quella della gente: l’indigenza si trasforma in eccellenza, i trucchi dei conventi e dei contadini si modernizzano nelle creazioni degli chef» dice Marino Niola, antropologo all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. «La cucina tricolore è basata sulla convivialità. Si prepara insieme e insieme si mangia. Il pranzo in solitaria, che all’estero è routine, da noi sembra un’eresia. E abbiamo una gastronomia democratica, con prodotti alla portata di tutti». Secondo gli esperti della Fao, quello italiano è il cibo del futuro. «È fatto di ingredienti poveri, salutari e che non sfruttano troppo il territorio, come legumi e verdure» conclude l’antropologo. «Insomma, è la cucina sostenibile per antonomasia. Per iniziare l’anno, allora, prepariamo la pasta alla siciliana con la mollica: facile, low cost e buonissima».
I numeri del cibo italiano
3,5 le tonnellate di pasta prodotte in Italia. La regione in cui se mangia di più? La Sicilia: 40 kg annui a testa. 1,5 miliardi il fatturato in euro delle esportazioni di pomodoro. 11% la crescita dell’export nell’ultimo anno. Quasi i 2/3 dei prodotti vanno sul mercato europeo. 9 milioni i cesti di Natale nel 2017. Quello gastronomico è stato il regalo più diffuso.