Il terzo giorno di gara la fatica inizia a farsi sentire. «Oggi è la tappa più lunga e dura. Da domani è tutta discesa» dice Eleonora con un mezzo sorriso. Ad aspettare lei e le altre 4 runner ci sono 22 chilometri in un saliscendi continuo. È normale che adrenalina e tensione siano al massimo. La sera prima, nello spiegare il percorso, Gianni Maccagni di AdvTime è stato chiaro: «Avremmo potuto disegnare un tracciato dritto. Ma senza difficoltà non c’è divertimento».

L’avvicinamento alla partenza fa comunque brillare gli occhi delle ragazze: l’autobus prende una strada che, curva dopo curva, dalla cima del cratere scende fino in fondo. È giunto il momento di esplorare Makhtesh Ramon, il più grande cratere del deserto israeliano e il terzo nel mondo. Quaranta chilometri di lunghezza e un grande bacino che, come in un documentario del National Geographic, fa scorrere davanti agli occhi dune di sabbia, pareti di basalto, formazioni di calcare. Ogni tanto si intravedono acacie e, vicino alle poche sorgenti, un gruppetto di palme strette l’una vicina all’altra.

La gara

Il coach Federico Bertone inizia il conto alla rovescia. Pronte, le ragazze partono veloci su una strada di sassi appuntiti incastrati nella terra dura. In lontananza si vedono colline color tabacco che sembrano ricoperte di velluto e sullo sfondo una quinta più alta e frastagliata. Claudio, il nostro autista argentino che si è trasferito qui per amore, ci spiega che quello è il monte Ardon.


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Le colline del deserto del Negev


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Eleonora e Francesca si preparano alla gara


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Una splendida veduta del deserto del Negev


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Francesca si disseta prima della gara


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Le runner poco dopo la partenza


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Il tracciato disegnato dal coach Federico Bertone


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Francesca in un momento della gara


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Arianna affronta un rettilineo


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La jeep con il team della Dm Negev Adventure


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Francesca in un momento della salita


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Le runner iniziano a distanziarsi


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Una runner in un saliscendi impegnativo


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Elisa taglia il traguardo: è prima


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Federica conclude la gara medaglia d’argento


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Il sentiero che entra nel cuore del Negev


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Eleonora è arrivata terza 


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Un abbraccio tra Francesca e Federica


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Francesca viene intervistata a fine gara


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Francesca si riposa dopo la gara


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Ci vuole il ghiaccio per la caviglia di Arianna


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Il team della Dm Negev Adventure

Il sentiero prosegue ed entra nella riserva naturale della Tsinim Cliff dove il fondo diventa rosso ruggine e le montagne nere si alzano. Nonostante il caldo le ragazze tengono bene, il passo è costante, e il paesaggio le spinge a voler scoprire che cosa si nasconde dietro ogni curva. Passano punti in cui si intravedono i letti di antichi fiumi, scogliere striate di verde rame e grossi massi che ricordano i blocchi di marmo nelle cave.

Al ristoro arrivano prime Elisa e Federica, segue Eleonora, chiudono Francesca e Arianna che alla domanda “vi serve qualcosa?” risponde: “sì, vorrei vedere il traguardo adesso”.

Mancano ancora 10 chilometri però, i più difficili perché la strada scende in picchiata e sale su pendenze incredibili. La jeep sembra ancorata alle rotaie di una montagna russa, le runner rallentano, sentono il caldo, si controllano l’un l’altra a distanza come in una staffetta. Quando una si gira, quella dietro si gira e così fino all’ultima.

Le salite che le separano dal traguardo sono implacabili. Elisa arriva per prima e definisce i saliscendi “mortali”. Federica è medaglia d’argento. Eleonora bacia la terra sotto le vele che segnano il fine gara. Arianna riesce a fare una battuta: «Quando ho visto che il fondo diventava di sabbia, ho pensato: “Taxiii!”. Francesca, seppur stanca, ricorda subito la meraviglia dei paesaggi visti.

È stata dura: un abbraccio e un gavettone al coach Federico Bertone colpevole di aver disegnato il tracciato suggellano la fine della terza tappa.

Nel paradiso degli escursionisti

Il pomeriggio è dedicato alla visita del Timna Park che, chiuso in una vallata a ferro di cavallo e circondato da ripide scogliere, è il luogo ideale per una passeggiata in piano. A meno di 20 minuti a nord di Eilat, copre un’area di 60 chilometri quadrati e offre 25 tracciati per trekkers, ciclisti e viaggiatori zaino in spalla. Tutto in un paesaggio dagli spazi ampi dove sorgono sculture di roccia modellate dall’acqua e dal vento. La prima è la collina della spirale che deve il suo nome alla caratteristica forma a conchiglia. Più in là le colonne di Salomone, enormi grattacieli di roccia che le runner, nonostante i 22 chilometri sulle gambe, non esitano a scalare. Infine, il Fungo, una scultura naturale che ricorda gli scenari da cartoon dove Beep Beep cercava riparo per sfuggire a Willy Coyote. Il pomeriggio si conclude al visitor center dove il team della Dm Negev Adventure si diverte a riempire piccole bottigliette con la sabbia multicolor del deserto (visitnegev.com).

Il relax nel kibbutz

Il modo ideale per vivere appieno l’atmosfera di questi luoghi è fermarsi per la notte nel kibbutz di Yahel. Questa notte le runner dormiranno qui. Fra i vialetti ordinati e segnati da aiuole di fiori, tutto è condivisione e i pasti si consumano su grandi tavoli. Un brindisi alla terza tappa e appuntamento a domani nel canyon di Etek, per l’ultima grande avventura della Dm Negev Adventure.

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Foto di Umberto Coa