Chi pensa al deserto vede sterminate distese di sabbia o sconfinati tappeti di rocce e terra. Vede paesaggi spesso affascinanti e incontaminati, tuttavia mai rigogliosi e di regola monocromi. Vede territori ostili, dove prima che vivere conta sopravvivere. Poi vede il deserto del Negev, e cambia idea.
Puntellato di rocce – per questo lo chiamano «il deserto scolpito» -, il Negev è un posto da vivere fino in fondo. Accogliente, colorato dalla ricchezza della flora e della fauna che lo abitano, solcato da numerosi corsi d’acqua che nel periodo invernale ne impreziosiscono ancor di più il fascino: è fatto così, dunque, uno dei luoghi più belli di Israele, dal quale provengono inoltre più del 50% delle esportazioni agricole, possibili grazie a tecniche di irrigazione decisamente all’avanguardia.
In questa terra ci si può dedicare a una vacanza memorabile e adatta a tutti: da chi ama lo sport a chi cerca testimonianze del passato; da chi vuole surfare tra le dune sabbiose (ci sono anche quelle) a chi preferisce calarsi in profonde cave sotterranee; da chi sceglie i comfort dei luxury hotel a chi preferisce la sobrietà di ostelli e B&B.
Il deserto del Negev, per i turisti, è quindi tutto tranne che «desertico». Ecco un po’ di motivi per i quali merita un viaggio.
Il più grande cratere del mondo
Circa 220 milioni di anni fa al posto del Negev c’era l’oceano. Poi il mare si è ritirato lasciando scoperta una collina gobbosa, schiacciata nei millenni dalle forze della natura. Sotto l’azione del tempo e dell’ambiente si è formato il Maktesh Ramon, una striscia di terra lunga 40 km e larga da 2 a 10, una specie di cuore allungato oggi sede di un parco geologico e soprattutto dell’unica fonte di acqua naturale del luogo, punto di raccolta per una fauna molto varia (gazzelle, asini selvatici, ibex nubiano).
Il parco nazionale Ein Avdat
Si trova a sud del kibbutz Sde Boker, luogo in cui visse e morì il fondatore dello stato di Israele, David Ben Gurion. Rapaci e animali selvatici vivono in un ambiente fatto di cascate, alberi, rocce, grotte: tra tutto, spiccano i fantastici canyon di Nakhal Tsin e la città di Avdat, luogo caro agli appassionati di musica e cinema. È lì, infatti, che fu girato quel capolavoro dal titolo Jesus Christ Superstar.
La strada del vino
Sì, vino. Grazie al lavoro di agricoltori che definire eroici è limitativo, il Negev è un luogo che gli appassionati di enologia non possono perdersi. Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc, Merlot e Chardonnay sono i vitigni prediletti dai produttori della zona, esaltati dalla gastronomia locale di cui sono interpreti straordinarie le Regine Culinarie.
Regine in cucina
Chi sono, quindi, queste regine? Si tratta di un gruppo di madri residenti a Yeruham, piccola cittadina del Negev, che hanno visto i propri figli lasciar la casa e che oggi, sostenute dall’associazione Atid Bamidbar, accolgono i turisti per offrir loro deliziosi pasti casalinghi e per raccontare agli ospiti la cultura materiale del luogo e di tutto Israele.
Il mercato di Be’er Sheva
Dal 1905, ogni giovedì, il capoluogo del Negev si anima per ospitare il mercato beduino: merci, spezie, cibo e persone creano un’atmosfera che sembra essere sfuggita allo scorrere del tempo. E nei giorni in cui non c’è il mercato è possibile visitare la suggestiva città.
Il paradiso degli escursionisti
Quindicimila ettari chiusi in una vallata a forma di ferro di cavallo e avvolta da ripide scogliere: il Timna Park è un vero paradiso per chi adora le escursioni. Sabbia colorata, fauna, monti e una curiosa formazione geologica chiamata “Fungo”: il parco è un luogo unico, che dà il meglio di sé con la luce del tramonto.