Caterina Murino è un’attrice italiana Dop, ma la sua carriera è tutt’altro che a km 0. «Abito a Parigi da 18 anni, il mio Paese mi manca tantissimo, però “casa” per me ora è qui, dove ho tanti progetti. E il mio fidanzato». Ovvero, l’avvocato francese Édouard Rigaud: i giornali annunciano le loro nozze in continuazione, la conferma non c’è, «ma ci godiamo la nostra vita, con i nostri spazi. In questo periodo così strano ancora di più» dice Caterina.
All’allure intercontinentale di questa 42enne cagliaritana, consacrata dal ruolo di Bond Girl al fianco dello 007 Daniel Craig, si aggiunge ora un altro tassello decisivo: L’ora della verità, serie campione d’ascolti in Francia (è tratta da un giallo dello scrittore francese Michel Bussi, Tempo assassino). Da domenica 30 e lunedì 31 agosto va in onda, in prima serata, su Canale 5.
È stato internazionale, se così si può dire, anche l’inizio della tua quarantena
«Quando è scoppiata l’epidemia ero in Sicilia con la tournée dello spettacolo 8 donne e un mistero. Siamo stati costretti a interromperla e io sono tornata in Francia. Dovevo subito ripartire per Porto Rico per le riprese di un film (Simone, diretto dalla regista venezuelano-americana Betty Kaplan, ndr), ma quella sera Trump ha annunciato il blocco di tutti i voli provenienti dall’Europa. Sono arrivata a destinazione passando da Miami, ho girato le mie scene nel weekend, e poi anche Porto Rico ha bloccato tutto. Sono riuscita a imbarcarmi quasi per miracolo su un aereo per Miami e, quindi, a tornare a Parigi. Dove mi sono isolata e mi sono fatta cullare dalla vita familiare: a cena il mio fidanzato cucinava, io pulivo. E poi guardavamo uno o due film a sera».
Perché, secondo te, sei spesso percepita come un’attrice non più italiana?
«Forse dipende dal fatto che sono nata su un’isola. Ho sempre avuto il complesso di Ulisse: pur amando follemente la mia terra, sognavo di andare, di scoprire altri luoghi. Ero sicura che sarei tornata, ma non è successo».
Un’isola è anche al centro della fiction L’ora della verità
«Sì, la Corsica: è la mia seconda casa grazie al film Il bandito corso con Jean Reno, che nel 2004 ha segnato l’inizio della mia carriera in Francia. Quando ci sono ruoli di donne toste su quell’isola chiamano me. Stavolta interpreto un’italiana: Palma. La serie è divisa in 2 momenti: l’estate del ’97, durante la quale il marito corso porta lei e i figli a riconciliarsi con la sua famiglia, che non aveva accettato il matrimonio con una straniera; e l’oggi, in cui la figlia di Palma indaga sull’incidente che li ha coinvolti 25 anni prima. Non svelo di più».
Hai detto che se c’è una donna forte, chiamano te. Come mai?
«Saranno i miei tratti mediterranei, il carattere sardo. Ma mi ci ritrovo. C’è questa parte di me in ogni ruolo che interpreto».
Anche tu hai lasciato un’isola
«Ripeto sempre che l’ho fatto inconsapevolmente. Alla fine del settembre del 1997, dopo Miss Italia (si classificò quinta, ndr), tentai per la seconda volta il test di Medicina e per 7 posti non lo passai. Ricordo esattamente cosa dissi ai miei: “Vado a Parigi a fare la modella. Se tra un mese non avrò trovato lavoro, tornerò a casa e mi iscriverò a Lettere antiche”. Non sono rientrata mai più. Non pensavo di lasciare la Sardegna. È stata la vita a portarmi su questa barca, non io».
Il viaggio di quella barca non s’è fermato. Se dovessi scegliere le 3 tappe fondamentali che ha toccato, quali sarebbero?
«Il film con Jean Reno è la prima. In Francia è stato un successo clamoroso, per tutti sono “la ragazza del Bandito corso”. Poi, ovviamente, Casino Royale con Daniel Craig nel 2006. E aggiungo Deep, una serie del 2018 che si è vista poco (in Italia è stata distribuita da TimVision, ndr), ma che mi ha regalato il più bel ruolo della mia vita: una campionessa di apnea. Ho scoperto un altro modo di recitare e di vivere. E ho imparato a nuotare».
Ma come! Una sarda come te…
«Noi sardi siamo più cacciatori che pescatori (ride, ndr). Anche mio padre e mio fratello non sanno nuotare. Al provino per quella parte ho mentito spudoratamente a regista e produttori. Per fortuna ho un fisico sportivo: faccio jogging tutti i giorni con un gruppo di vicini di casa. Mi sono allenata in piscina e, in un mese, ho imparato tutto. Però senza mezze misure: adesso so fare 30 metri in apnea, ma non riesco a nuotare respirando normalmente!».