Noi italiani siamo sempre stati affezionati alle banconote. Ma
negli ultimi mesi abbiamo scoperto quanto siano comodi e sicuri
i borsellini virtuali. E quanto ci piacciono le app che pensano a tutto, anche alla paghetta dei figli.

Usiamo meno i contanti, di più lo smartphone

Il 2020 sarà ricordato anche per il boom dei pagamenti senza contanti. E non solo perché, come riferisce Federdistribuzione, durante i mesi di lockdown l’uso della moneta elettronica è salito dal 57% al 68%. A luglio la quota si è mantenuta al 66%, e il domani, stando alle proiezioni, si avvia a essere sempre più digitale. Secondo il portale di informazione finanziaria britannico BuyShares, in Europa è prevista un’impennata che già nel 2022 porterà il valore delle transazioni elettroniche a superare i mille miliardi di dollari. «Oggi a registrare l’incremento più rapido in Italia sono i pagamenti via smartphone, i consumatori li provano e se ne innamorano» conferma Valeria Portale, direttrice con Ivano Asaro dell’Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano. «Il futuro ci vedrà pagare con tutti gli oggetti “intelligenti”, dal frigo all’automobile (ci sono già sperimentazioni in questo senso, ndr) ma nell’immediato l’innovazione che darà la svolta è la possibilità di saldare attraverso le app di messaggistica istantanea che già abbiamo. Dopo avere collegato il conto o la carta alla app, non dovremo far altro che sfiorare il pulsantino “invia denaro” e potremo mandare soldi ai contatti della nostra rubrica». «All’estero WhatsAppPay è già una realtà. Dopo un primo beta test in India il sistema di pagamento è stato lanciato in Brasile: è solo questione di tempo prima che possa approdare anche in Europa e in Italia» aggiunge Maurizio Pimpinella, presidente dell’Associazione prestatori di servizi di pagamento. «Facebook, che ha la proprietà di WhatsApp, possiede già una licenza bancaria in Irlanda e potrebbe sfruttarla in tutta l’Ue».

Cosa sono i mobile wallet

In attesa che arrivi WhatsAppPay, tra gli strumenti più popolari ci sono i mobile wallet. Sono app gratuite come Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay che permettono di “trasferire” la propria carta di credito sul cellulare e pagare avvicinandolo al Pos. «Funzionano ovunque ci sia un Pos con tecnologia Nfc, ormai diffusissima» dice Anna Vizzari di Altroconsumo. «Hanno però un limite, quando sono legati alla casa produttrice dello smartphone o del sistema operativo: puoi averli solo se la banca che ha emesso la tua carta ha una convenzione con il marchio. In alternativa però ci sono i borsellini virtuali come App Revolut, Hype o N26, gratuiti, che hanno un loro conto e carte legate a circuiti come Visa o Mastercard. La terza via, più economica per i negozi e più diffusa tra i piccoli esercizi, sono invece app che si appoggiano a circuiti propri. Un nome già diffuso è Satispay che permette ai suoi utenti di pagare avvicinando il telefono a un Qr code».

La comodità del Qr code

L’uso del Qr code si imporrà come un nuovo modo di fare acquisti. Anche la popolarissima PayPal oggi utilizza lo stesso sistema: se hai già un conto con la compagnia che usi per gli acquisti online, ora ti torna comodo anche in tutti i negozi fisici che espongono il logo, perché anche lì potrai pagare via app. E lo stesso ha fatto Postepay. Ma non solo. «Il codice Qr code si sta affermando anche per pagare alla consegna, senza bisogno di contanti né Pos: è questo il futuro del delivery perché al venditore basterà incollare sul pacco un adesivo con il simbolo. E presto lo vedremo usare anche dalle agenzie di servizi come quelle di babysitting» dice Pimpinella.

Gli scambi di denaro virtuali tra privati

Ma a cambiare le nostre abitudini c’è anche la possibilità di scambiarci denaro con amici e parenti, all’istante e gratis. Da Satispay a PayPal passando per i borsellini virtuali, quasi tutti stanno inserendo questa funzione. «Particolarmente utile è Bancomat Pay perché per versare denaro a un amico o a un parente non è necessario che questi abbia scaricato la app: riceverà un sms con un link, dovrà seguire la procedura e inserire il proprio Iban. La transazione è gratuita sotto i 50 euro» spiega Vizzari. Sulla scia di questi sistemi anche la paghetta diventerà sempre più digitale. Ci sono app ad hoc come Revolut junior o Yap di Nexi, entrambe gratuite, che i genitori possono ricaricare in tempo reale e i figli minorenni usare per pagare come se avessero una carta. «Permettono di controllare a distanza i movimenti e limitare alcuni tipi di pagamento, come quelli online». Una bella comodità per mamma e papà.

Più attenzione alla “bolletta della luce”

Più consapevoli e preoccupati, con un occhio ai bisogni e uno al portafoglio. I mesi che ci aspettano ci vedono così, alle prese con una nuova routine e uno scenario economico incerto. Secondo il Censis, il 68% degli italiani ha paura per la situazione economica familiare e il 38% ha messo da parte dei risparmi. «I mesi scorsi sono stati per molti l’occasione per fare un check up delle spese domestiche, da una parte perché i timori per il futuro hanno spinto a farsi i conti in tasca, dall’altra perché la necessità di rimanere più tempo tra le mura domestiche ci ha spinto a “fare ordine”» spiega Yuri Griggio di Facile.it, portale di comparazione online, secondo cui tra marzo e giugno 2020 il 48,2% delle famiglie ha risparmiato su alcune delle principali voci di spesa casalinga, come utenze, assicurazioni e prodotti finanziari.

Nel check up delle spese fisse i consumi, come la bolletta energetica, acquisiscono in prospettiva un peso sempre maggiore. «In passato molti di noi avevano scelto la tariffa elettrica bioraria, dove il costo dei kWh consumati sale di giorno e scende alla sera e nel weekend» spiega Griggio. «Ma quella soluzione, per chi oggi vive la casa h24 per via dello smart working, si traduce in bollette più salate. Se l’homeworking è diventato la norma, va cambiata l’offerta con una monoraria. È il periodo giusto per guardarsi attorno e magari cambiare operatore, perché il prezzo della materia prima di elettricità e gas è ai minimi storici. L’ideale, ora, è scegliere una promozione a prezzo bloccato per 12 o 24 mesi, prima che le tariffe risalgano».

Cosa sono i gruppi di acquisto di energia

Ma ci sono anche nuove formule, come i gruppi d’acquisto di energia, che in futuro faranno il boom. «I consumatori si mettono insieme, anche tramite associazioni, e bandiscono un’asta per affidare il servizio alla società che offre il prezzo migliore. Una volta trovata la società, chi ha aderito può sottoscrivere il contratto. Ora l’Authority per l’energia ha pubblicato linee guida di condotta. Sul sito arera.it/it/consumato ri/gruppiacquisto_elenco.htm, c’è l’elenco dei gruppi accreditati» dice Alessandro Petruzzi di Federconsumatori. Il risparmio rispetto alle tariffe del mercato tutelato supera il 10% e c’è chi promette di raggiungere il 25%.

Servono giga illimitati (o la fibra ottica)

Anche la telefonia è una voce non trascurabile. Tra linea fissa, mobile e Adsl, una famiglia di tre persone spende almeno 500 euro all’anno e ora che smart tv, videocall e homeworking sono la quotidianità molti hanno il problema di non avere banda sufficiente perché la fibra ottica non raggiunge tutte le città. Ma nuove promesse arrivano dalla tecnologia 5G, oggi presente soprattutto nelle grandi città. Già ora, per chi ha uno smartphone abilitato, i principali operatori iniziano a lanciare offerte con giga illimitati a partire da 30 euro al mese, ottime per chi è solo o in coppia, e potrebbe così rimpiazzare la connessione casalinga usando il cellulare come hotspot per il pc. Mentre i produttori lavorano a nuovi modem portatili 5G, che potrebbero essere usati a casa e fuori per navigare ad altissima velocità, meglio controllare quanto corre la linea di casa. «Se l’operatore non rispetta la velocità promessa si può cambiare gratuitamente. Va effettuata una misurazione ufficiale dal sito misurainternet.it dell’Agcom e scaricato il certificato. Con quello la disdetta è gratuita» consigliano dall’Unione nazionale consumatori.

Un altro controllo da fare è sicuramente sul mutuo, voce importante delle spese domestiche. E che ora che i tassi sono ai minimi, si può alleggerire con la surroga, la sostituzione del vecchio contratto con uno nuovo. «Analizzando le offerte su Facile.it emerge che a parità di condizioni – prestito di 126 mila euro per 25 anni a tasso fisso – la differenza tra la rata media di un mutuo sottoscritto ad agosto 2019 e quella di uno datato agosto 2020 è di 33 euro, con un risparmio globale di 9.900 euro» dice Griggio.