Ancora una volta le banche italiane sono nel mirino. Ne abbiamo parlato pochi mesi fa, quando in seguito al salvataggio di Banca Etruria, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche con decreto del Governo, si sono rese evidenti le possibili conseguenze del bail-in, la regola varata a livello europeo e che preveda – in caso di fallimento di un istituto di credito – che a pagare non siano più gli Stati e quindi tutti i contribuenti, ma chi è direttamente coinvolto dall’attività della banca: azionisti, obbligazionisti e correntisti.
Ora l’attenzione torna a concentrarsi sulle sofferenze, ossia i crediti che le banche non riescono più a riscuotere e il Governo sta trattando con l’Europa perché vorrebbe iniettare denaro pubblico negli istituti di credito. Le possibilità ci sono, se non altro perché Bruxelles è spaventata dall’ondata di antieuropeismo che sta investendo il vecchio continente e potrebbe essere interessata a non fomentarlo ulteriormente, mettendo in crisi uno dei Paesi fondatori. Ma visto che i margini di incertezza sono ancora piuttosto ampi, è importante ricordare cosa prevede al momento la legge.
Che succede agli azionisti
Chi ha azioni della banca è il primo a pagare, secondo quello che sembra essere un principio corretto: quando si comprano i titoli di qualsiasi azienda, banche comprese, di fatto si partecipa al rischio d’impresa, si diventa soci.
L’obiezione è che spesso gli istituti di credito, specie quelli piccoli e del territorio, hanno costretto i propri correntisti a diventare azionisti come contropartita per l’ottenimento di un mutuo o un prestito. In questo caso si può provare ad intentare un’azione contro la banca e nei mesi scorsi un imprenditore è riuscito a farsi annullare il finanziamento, ma dipende molto dal contratto e dai buchi o inadempienze che presenta. Ci sono addirittura casi nei quali i funzionari della banca sono arrivati a minacciare gli imprenditori di togliere loro il fido, se non avessero acquistato titoli dell’istituto. Sarebbe successo alla Cassa di Risparmio di Prato, del gruppo Banca Popolare di Vicenza, ed è un vicenda sulla quale indaga la magistratura con l’estorsione come ipotesi di reato.
Comunque il consiglio è chiaro: nel caso che la vostra banca vi proponesse qualcosa di questo genere, cambiate banca o minacciate di farlo. Ricordatevi che siamo in un regime nel quale vige la libera concorrenza e così come potete cambiare gestore telefonico se vi alzano le tariffe o se trovate un’offerta migliore, potete farlo anche con la banca.
Che succede agli obbligazionisti
Qua iniziano le note dolenti. Un obbligazionista, tecnicamente, è un creditore della banca. E il fatto di essere obbligazionisti ci fa pensare di poter dormire sonni tranquilli, ma la realtà è che dipende dal tipo di obbligazione. Quelle subordinate (definite anche “junior”) sono più simili alle azioni e il loro rendimento dovrebbe essere più alto delle obbligazioni normali, proprio perché sono più rischiose. Se non bastassero le perdite degli azionisti a ripianare il buco di un banca fallita, toccherebbe proprio a chi detiene questo tipo di titoli di debito.
Anche qua, valutati attentamente i fatti, un’azione legale è tutt’altro che esclusa. Su che basi? Per esempio, come è successo in alcuni casi per le quattro banche salvate in novembre, ai risparmiatori erano state vendute obbligazioni senza tener conto del loro profilo di rischio oppure il loro profilo di rischio non era stato fatto per nulla.
Anche qua prestate massima attenzione: non è detto che se una banca vi vuole vendere un’obbligazione subordinata vi voglia dare una fregatura, ma ricordate che non è un investimento per persone che amano la completa sicurezza.
Che succede ai correntisti
I correntisti, sia normali sia con conti di deposito, possono stare abbastanza tranquilli. Sono tutelati tanto dal fatto che i primi a pagare saranno gli azionisti, gli obbligazionisti subordinati e gli obbligazionisti normali, quanto dalla norma che prevede che siano garantiti i risparmi fino a 100.000 euro o fino a 200.000 se il conto è cointestato. Se avete la fortuna di avere qualcosa in più, potete prendere un’ulteriore precauzione, frazionando i vostri soldi su più conti per mantenere la tutela.