Un “bonus” per fare sport e, più in generale, attività fisica: in palestra, in piscina, persino allo stadio. Obiettivo principale: contrastare l’obesità crescente e la sempre maggiore sedentarietà degli italiani e nello specifico dei più giovani. Ma anche promuovere uno stile di vita più attivo tra la popolazione adulta e che si avvicina alla terza età.
L’idea del ministro della Salute, Giulia Grillo, annunciata in queste settimane, è quella di incentivare l’attività fisica e contrastare la sedentarietà, causa di sovrappeso, obesità e altre gravi patologie, tramite “incentivi per la frequenza di impianti sportivi rivolti a chi intraprende un percorso di perdita di peso, naturalmente seguito dal Servizio Sanitario regionale”. Insomma, uno “sconto” per accedere a palestre o piscine comunali o, “in assenza di aree pubbliche disponibili, anche privati”, accompagnato da ricetta medica che prescriva proprio l’attività fisica e sportiva per perdere peso in eccesso. Per il ministro Grillo si tratta di un progetto “che parte dalla considerazione che purtroppo oggi l’accesso all’attività sportiva non è alla portata di tutti”.
I bonus contro la sedentarietà
Secondo l’Italian Obesity Barometer Report, sulla base dei dati Istat, è il Sud la zona più sedentaria d’Italia, con oltre 1 ragazzo su 3 che non pratica sufficiente attività fisica. Il bollino nero spetta alla Sicilia (42%), seguita da Campania (41%) e Calabria (40%). Da qui la necessità di incentivare lo sport e una vita più attiva. Ma dal momento che l’iscrizione a una palestra, una piscina o altre strutture non è sempre alla portata di tutti, come chiarito dal ministro Grillo, ecco che il Governo sta lavorando a forme di “incentivi” per favorire l’accesso a “tutte quelle strutture, dagli stadi alle piscine, compatibili con un’attività fisica aerobica che è quella che porta a consumare più calorie e a perdere più peso” come spiegato ancora dal titolare del dicastero. A fronte del costo per sostenere questi bonus, l’esecutivo è convinto che ci saranno un miglioramento nelle condizioni generali di salute della popolazione e un risparmio nella spesa sanitaria, che ad oggi viene stimata in 5/10 miliardi all’anno.
Il piano del ministero della Salute
Lo scorso marzo il ministero della Salute ha messo a punto alcune Linee di indirizzo sull’attività fisica, che tengono conto delle differenti fasce d’età e delle condizioni fisiologiche e fisiopatologiche della popolazione, e che sono strettamente legate al Piano di azione globale sull’attività fisica per gli anni 2018-2030, approvato di recente dall’Oms. L’obiettivo è ridurre del 15% l’inattività fisica degli adulti e degli adolescenti entro 11 anni.
Ma come aumentare la quantità di sport e attività fisica in genere? Il Ministero ha previsto il programma Guadagnare salute, che comprende interventi in ambito sanitario, di istruzione, sportivo, culturale, urbanistico ed economico, e concretamente indicano, ad esempio, i livelli raccomandati di attività fisica. A questo ora si aggiunge la possibilità di introdurre nuove forme di incentivi.
Lo sport in ricetta?
Già qualche tempo fa si era parlato della possibilità di introdurre lo sport in ricetta, tramite una prescrizione apposita nei casi in cui l’attività fisica e sportiva possa essere una valida e sana alternativa alla cura farmacologica: “Il ministro ha dato mandato agli uffici tecnici di individuare la forma legislativa più adatta da presentare poi alla Ragioneria dello Stato del Ministero dell’Economia per le coperture finanziarie. Al vaglio ci sono voucher e buoni utilizzabili presso strutture pubbliche e soprattutto private convenzionate, in modo da ampliare l’offerta. Si sta studiando anche la fattibilità di sgravi fiscali veri e propri, che prevedano una differenziazione in base alle fasce di reddito, con particolare attenzione a quelle socio-economiche più fragili: l’obiettivo è rendere lo sport e l’attività fisica accessibile a tutti e a tutte le fasce d’età” spiegano a Donna Moderna dal Ministero.
“Un altro aspetto importante riguarda la possibilità di avere ‘ricette evolute’, ossia prescrizioni da parte del medico di famiglia per sport e attività che possano sostituire, ove possibile, le classiche medicine. L’obiettivo è quello di promuovere una nuova cultura e un nuovo stile di vita, anche con il coinvolgimento dei medici di famiglia” spiegano ancora dal Ministero.
Anche ginnastica posturale e yoga?
Ma per chi? E per quali fasce d’età? “I voucher e gli sgravi fiscali sono pensati potenzialmente per tutti, a partire da chi ha patologie serie come l’obesità, per poi arrivare anche ad altre condizioni per le quali il movimento possa migliorare le condizioni di salute”.
Da qui l’idea di comprendere non solo le classiche attività in palestra o piscina, ma anche la ginnastica posturale e lo yoga, in questo caso per una fascia d’età meno giovane: “Ad oggi l’unica attività prevista è la fisioterapia in caso di infortuni, che può essere passata dal Servizio Sanitario Nazionale. Il piano a cui si lavora prevede invece un’estensione, con agevolazioni che comprendano anche altre possibilità, ad ogni età: un bambino sovrappeso o obeso sarà un adulto con maggiore predisposizione verso altre patologie; a sua volta un adulto o un anziano che non si muove a sufficienza ha maggiori rischi di sviluppare malattie legate all’inattività” spiegano dal Ministero, dove si sta studiando la forma migliore per rendere concreto il progetto nel più breve tempo possibile, tenendo presente i vantaggi in termine di salute e anche di riduzione della spesa sanitaria pubblica legati ad alcune patologie.
I rischi e i costi
“L’obesità è una patologia e su questo non devono esserci dubbi”. Così il ministro della Salute, Giulia Grillo, nel confermare che proprio l’obesità è stata inserita nel Piano nazionale di prevenzione, declinato poi nei piani regionali. A causa dell’eccesso di peso aumenta il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari e diverse neoplasie, in particolare a stomaco, pancreas ed esofago. È considerata la seconda causa di malattia evitabile dopo il fumo e riguarda 23 milioni di adulti e 1,7 di minori, tra obesi e sovrappeso, con un costo complessivo per il Sistema Sanitario Nazionale tra i 5 e i 10 miliardi di euro all’anno, che può raddoppiare se si prendono in considerazione anche le patologie connesse. Da qui l’esigenza di intervenire con politiche a sostegno di stili di vita più sani e attivi, anche perché secondo l’Oms l’inattività fisica è responsabile ogni anno di 1 milione di decessi (il 10% circa del totale). Si ritiene che il 5% delle malattie coronariche sia legato proprio alla mancanza di una quantità sufficiente di movimento. Lo stesso vale per il 7% dei casi di diabete di tipo 2, per il 9% dei tumori al seno e il 10% di quelli al colon.
Obesità e sedentarietà in aumento
Nel mondo un adulto su quattro non fa sufficiente attività fisica, tra gli adolescenti la situazione è anche più grave, con 3 ragazzi su 4, di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, che fanno una vita troppo sedentaria, secondo i parametri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non va meglio in Italia, dove solo il 18% dei bambini pratica sport, ma soltanto per un’ora alla settimana (“Rapporto OKkio” alla salute 2016), mentre il 33% degli adulti (18-69 anni) è definito sedentario, dunque non svolge un lavoro pesante e non si muove a sufficienza nel tempo libero. Tra gli over 65 l’unica attività fisica pratica è la camminata ma, secondo il “Report Passi d’Argento” 2016-2017, la maggior parte della popolazione non più in età lavorativa ha come interesse principale le faccende domestiche.
Quanto sport e attività fare, a seconda dell’età
La premessa è che con il movimento si può incrementare il metabolismo di 3-6 volte rispetto a una condizione di riposo. La prima indicazione è quella di frazionare gli esercizi per una durata minima di 10 minuti. Quanto all’intensità, si differenzia a seconda delle fasce d’età:
– Bambini e adolescenti sani (5-17 anni): l’attività fisica include gioco, esercizio strutturato, sport e dovrebbe essere soprattutto aerobica, per almeno 60 minuti al giorno per almeno 3 volte a settimana, in modo da rafforzare l’apparato muscolo-scheletrico.
– Adulti (18-64 anni): include attività svolte nel tempo libero, esercizio strutturato, sport. “L’Oms raccomanda di praticare almeno 150 minuti di attività fisica aerobica moderata a settimana, oppure almeno 75 minuti di attività fisica aerobica vigorosa, oppure una combinazione equivalente di attività moderata e vigorosa”, come riporta il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute, dell’Istituto Superiore di Sanità. È consigliato il rafforzamento muscolare per 2 o più volte a settimana.
– Over 65: sono previste le stesse raccomandazioni, non solo per migliorare la salute, ma anche per contrastare il declino cognitivo. “Gli anziani con difficoltà di mobilità dovrebbero svolgere esercizi per migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute 3 o più volte a settimana”. Per chi fosse impossibilitato per problemi di salute, si consiglia comunque di restare attivi fisicamente il più possibile.